
Don Italo Calabrò, pioniere dell'antimafia sociale

3 novembre 2020
Corruzione e mafie ostacolano l’equo accesso alle cure, danneggiando i cittadini più fragili. Lo sostiene Raffaele Cantone, procuratore capo di Perugia dopo una lunga esperienza da pm antimafia e presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac).
Perché le mafie sono così interessate alla sanità?
Ci sono due ragioni principali. Una è squisitamente economica: la sanità riceve molti investimenti, anche di denaro pubblico, soprattutto in un Paese come l’Italia. Poi è uno strumento per acquisire consenso sociale, molto importante per le mafie perché permette di ottenere visite mediche o commesse di ogni tipo, fornire posti di lavoro e avere rapporti privilegiati: i clan cercano di inserirsi schierando i propri colletti bianchi o sfruttando i rapporti con la politica, che può nominare i dirigenti delle aziende sanitarie.
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Con i criptofonini, i clan della Locride gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull'Aspromonte jonico. Tramite il "denaro volante", sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani. Con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei. L'ultimo numero de lavialibera offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l'hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka