“Faccio 80mila euro al mese con biglietti e parcheggi”, “La mentalità (degli ultras) non me ne frega un c… la mia vita gira intorno al guadagno”, dicono nelle intercettazioni riportate nel dossier Vittorio Boiocchi e Andrea Beretta, leader degli ultras interisti, gruppo Curva Nord 69. “A inquinare il calcio è stato, prima della criminalità organizzata, un capitalismo senza ideali – scrive don Luigi Ciotti, presidente di Libera, nell’editoriale –, che per massimizzare i profitti è disposto a mettere tutto il resto tra parentesi, a partire dall’etica”.
Crescono la violenza, il numero dei feriti e gli episodi di discriminazione. Secondo i dati del Viminale, nella stagione 2022-2023, ci sono stati 260 feriti (cinquanta in più anche rispetto al prepandemia, 2018-19) e 126 atti di razzismo e antisemitismo. Sono attualmente 431 i gruppi ultras censiti dalla Digos e indicati come progressivamente sempre più orientati politicamente: "Il fenomeno della politicizzazione continua ad interessare una componente minoritaria, sebbene si stia consolidando la tendenza a costituire gruppi ideologicamente orientati anche in altri sport, come il basket e l’hockey, e nelle categorie dilettantistiche del calcio".
Nello stesso numero, la fotoinchiesta e la rubrica del climatologo Antonello Pasini raccontano la drammatica siccità che ha colpito la Sicilia, con persone, animali e colture ormai allo stremo. L'infografica offre una ricognizione dei comitati che nelle città italiane si oppongono al consumo di suolo e all’abbattimento indiscriminato di alberi. Un fenomeno che conta già decine di migliaia di attivisti.
Per la sezione Storie, un'inchiesta esclusiva sui casi di lupara bianca in Calabria. Nella provincia di Vibo Valentia, ancora negli anni 2000 si contano a decine gli "scomparsi di mafia", uccisi di cui non viene ritrovato il corpo perché seppelliti vivi o gettati in pasto ai maiali, come sfregio, dalla 'ndrangheta.
Infine, nella rubrica Generazione Z, Abdelkader Wahid, alias Alessandro, studente universitario italiano di origini marocchine, riflette sulla cittadinanza di ragazze e ragazzi di seconda generazione. "Se pensate che un atto così formale e astratto come una legge non possa influire in modo incisivo sulla vita delle persone, vi sbagliate", scrive.