Proteste contro il taglio degli alberi in corso Belgio a Torino
Proteste contro il taglio degli alberi in corso Belgio a Torino

Chi protegge gli alberi? Mappa delle iniziative in tutt'Italia

Sempre più spesso le città sono al centro di mobilitazioni di residenti che si oppongono al consumo di suolo e all'abbattimento indiscriminato di piante. Un fenomeno che conta già decine di migliaia di attivisti

Elena Ciccarello

Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

Giada Zanarini

Giada ZanariniStagista

2 settembre 2024

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Se fai parte di un'associazione che si occupa di verde urbano e protezione degli alberi che non compare nella mappa, segnalalo a redazione@lavialibera.it


grafica di Davide Romanelli

Petizioni, manifestazioni, presidi ed esposti contro le amministrazioni locali, crescono le iniziative spontanee in difesa del verde urbano. Negli ultimi anni, un numero sempre maggiore di associazioni e comitati spontanei ha protestato contro i piani comunali che, in nome della riqualificazione urbana, prevedono l’abbattimento di alberi e la distruzione di ecosistemi cittadini. Un esercito di decine di migliaia di persone, sparse in tutt’Italia, le cui proteste trovano voce soprattutto sui giornali e sulle tv locali.

Oltre cento associazioni

Abbiamo realizzato una prima mappatura di queste realtà attraverso i giornali e i social network, selezionando i gruppi cittadini che nel 2023-2024 si sono mobilitati a livello locale per la salvaguardia di alberate, parchi pubblici e giardini, ma anche singoli esemplari destinati all’abbattimento. Si tratta di un lavoro in progress, che speriamo di incrementare con la collaborazione di quanti vorranno segnalarci altre realtà non ancora presenti sulla mappa. 

La ricognizione ha permesso di individuare al momento 124 associazioni e comitati, per un totale di 120mila sostenitori e follower online. Di questi, 7 sono comitati che raccolgono diverse associazioni. L’elenco provvisorio conta 81 gruppidedicati alla difesa di alberi e verde cittadino, 22 attivi nella più ampia tutela dell’ambiente urbano, 14 costituiti con diretto riferimento alla salvaguardia di parchi urbani e, infine, 7 rivolti alla protezione di flora e fauna di luoghi specifici.

La mappa, che vede in testa la Toscana e la Campania, rispettivamente con 18 e 13 associazioni e comitati locali, non annovera i presidi territoriali di associazioni nazionali come Wwf,Legambiente, Italia nostra, Coordinamento nazionale alberi e paesaggio (Conalpa), Lipu, Gruppo unitario per le foreste italiane (Gufi), Pro natura etc, che hanno sede in diverse città e solo in alcuni casi sostengono o partecipano a questo tipo di proteste.

Inoltre, nella compilazione abbiamo dovuto tralasciare molte iniziative raccontate sui media locali, tenendole fuori dalla mappa, perché gestite da comitati spontanei e sit-in che tali sono rimasti, senza un sito web o una pagina social di riferimento, e dunque difficili da identificare.

Pnrr: cementificazione e pochi alberi

Le ragioni alla base delle proteste sono diverse. Hanno certamente un ruolo di primo piano gli effetti della crisi climatica. Da una parte, gli eventi atmosferici estremi e le ondate di calore hanno alimentato una crescente sensibilità ambientale. Dall’altra, le tempeste e la siccità prolungata, con il conseguente indebolimento di alcuni alberi, hanno incoraggiato interventi drastici da parte delle amministrazioni locali, preoccupate più di prevenire alcuni rischi immediati (come la caduta di tronchi e rami) che di adottare soluzioni a lungo termine. Un ruolo cruciale nella crescita delle proteste va poi riconosciuto alla gestione dei fondi del Pnrr che, dopo il fallimento del Piano alberi, ha messo il vento in poppa a progetti comunali che cambiano il volto delle città, non sempre in meglio e spesso contro il volere di chi le abita. Città come Bologna, Firenze, Roma e Torino sono state al centro di queste controversie, non da sole.

Proteste a Torino per alberi e parchi urbani

Accanto alla riqualificazione urbana, il Piano scritto dal governo Draghi e approvato dall’Ue nell’estate del 2021, prevedeva uno stanziamento di 330 milioni di euro per la riforestazione nelle 14 città metropolitane: 6,6 milioni di alberi entro il 2024, destinati alle aree più "esposte ai problemi di inquinamento atmosferico, all’impatto dei cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, per migliorare la qualità della vita e il benessere dei cittadini".  Il piano è fallito per risorse insufficienti (erano previsti 50 euro a pianta, per la messa in terra e la cura per 5 anni), per mancanza di spazio nelle aree urbane (servivano 6.600 ettari di terreni, pari a 9mila campi da calcio, e molte città non hanno estensioni disponibili) e di piante nei vivai (nel 2019 i 71 vivai italiani attivi potevano garantire la produzione solo di 4,1 milioni di piante).

A marzo 2023, la Corte dei Conti ha certificato che la prima scadenza, del 2022, non era stata raggiunta perché alcune città non avevano ancora piantato gli alberi, oppure li avevano piantati ma poi erano seccati, o avevano semplicemente piantato semi nei vivai. Di fronte alle difficoltà di realizzare il Piano entro il 2024, a luglio 2023 il governo di Giorgia Meloni ha ottenuto dall’Europa il definanziamento di questa voce di spesa, sottraendo al progetto un terzo della sua dotazione finanziaria, meno 110 milioni di euro rispetto al budget iniziale.

Fenomeno nazionale, racconto locale

Ricapitolando: mentre si fa fatica a piantare nuovi alberi o a salvaguardarne la crescita, aumenta invece il consumo di suolo e si moltiplicano le notizie sugli abbattimenti. Difficile ottenere dati certi, ma guardando ai volumi di ricerca su Google, si assiste sia all’aumento di contenuti che, dal 2015 in poi, indicano gli eventi atmosferici come causa della caduta o del conseguente abbattimento degli alberi, sia di proteste cittadine contro questi interventi. Sono decine di migliaia di iniziative, certamente frutto anche di una maggiore sensibilità ambientale, ma non solo.

Pochi quotidiani nazionali danno conto di queste manifestazioni, se non le testate che possiedono anche edizioni locali. Dal gennaio 2015 al gennaio 2024, gli articoli che hanno raccontato le proteste per il taglio degli alberi sono stati tra 0 e 5 su Avvenire, Il Foglio, Il Giornale, Il Giorno, Il Mattino, Il Sole 24 Ore, Il Tempo, L’Unità; tra 6 e 10 su Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto, Il Messaggero, Libero, Il Resto del Carlino e la Nazione; 20 su La Stampa, 31 sul Corriere della Sera e 66 sulle edizioni locali di La Repubblica. Tutto questo mentre, a gennaio 2024, i contenuti disponibili in rete che raccontavano le proteste in difesa degli alberi, sfioravano quota 3mila

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