Dal 4 settembre a Torino, con l'inizio dei lavori per la Cittadella dello Sport, sono partite le proteste per impedire che il parco del Meisino cambi la sua natura in nome di un presunto rinnovamento, finanziato dai fondi del PNRR
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Alberi e parchi in pericolo. A Torino il verde è senza speranza

Il Comune guidato dal sindaco Pd Stefano Lo Russo spende i fondi europei in progetti che prevedono il taglio di alberi sani in nome di un presunto rinnovamento. Gruppi di cittadini si oppongono, ma la politica non ascolta

Marco Panzarella

Marco PanzarellaRedattore lavialibera

Aggiornato il giorno 11 settembre 2024

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Milioni di euro provenienti dall’Unione europea da spendere in fretta e furia per “rinnovare” la città, e poco importa se il restyling preveda l’abbattimento di alberi in salute – sostituiti da altri che non fanno ombra, assorbono meno CO2 e producono quantità irrisorie di ossigeno – e la costruzione di aree sportive in un parco che fino a oggi, miracolosamente, è riuscito a conservare la sua biodiversità. Torino, fra le città più verdi d’Italia (ma la vegetazione è presente soprattutto in collina), ha scelto di rifarsi il trucco utilizzando i soldi messi a disposizione da Bruxelles attraverso i fondi React Eu Pon e Pnrr da utilizzare, come si legge sul sito del Parlamento europeo, per "riparare i danni sociali ed economici causati dalla pandemia di Covid-19 e preparare una ripresa verde, digitale e resiliente". Peccato che le amministrazioni decidano spesso senza soffermarsi a sufficienza sui rischi per il patrimonio naturale esistente, che secondo cittadini ed esperti non andrebbe sostituito, ma preservato.

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In tutt’Italia, a questa strategia dello "spendere per forza" nessun referente politico si è davvero opposto, compresi coloro che fanno dell’ecologia un loro vessillo, e così sono i cittadini a scendere in piazza per allontanare le ruspe.  L’ultima protesta in ordine di tempo, pianificata nei giorni in cui questo numero va in stampa, riguarda il festival musicale Todays, che il Comune di Torino, guidato dal sindaco Stefano Lo Russo (Pd), ha deciso di organizzare al parco della Confluenza. Secondo i contestatori, la kermesse andava prevista da un’altra parte, lontana dalla flora e dalla fauna presenti sul sito, preso d’assalto da migliaia di persone. Negli ultimi anni si sono moltiplicati comitati, associazioni e movimenti, capaci di coinvolgere i residenti, riuniti in gruppi apartitici che fanno della concretezza la loro arma migliore. Tra i contestatori c’è chi è più propenso al dialogo con le istituzioni e chi meno, ma la strategia comune prevede l’azione diretta, sempre nel rispetto delle regole.

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Nell’aprile 2023 a Torino è nata la rete Resistenza Verde, che riunisce i referenti delle realtà che si battono per la salvaguardia del suolo, dell’acqua e del verde pubblico: un coordinamento orizzontale che organizza riunioni periodiche aperte a tutti, un esempio virtuoso di partecipazione pubblica.

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Caccia all’albero

Ogni anno in Italia muoiono sei persone per la caduta di un albero, mentre i decessi per inquinamento precoce sono 60mila all’annoRoberto Accornero - Portavoce del Comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio

Fa parte della rete anche il comitato Salviamo gli alberi di corso Belgio, un’arteria a ridosso del centro dove il Comune ha pianificato il taglio indiscriminato di alberi maturi (ma ancora in salute) e la loro sostituzione con peri giapponesi, che necessitano di poca manutenzione (e quindi costano meno), ma che non garantiscono altrettanta ombra e un sufficiente ricambio di ossigeno. Una scelta che i cittadini giudicano miope in una delle città più inquinate d’Europa, dove le polveri sottili e cancerogene sistematicamente superano i limiti di legge.

Roberto Accornero, 67 anni, attore e doppiatore – nota la sua partecipazione alla sitcom Camera Cafè, dove interpretava il responsabile delle risorse umane Guido Geller – è il portavoce del Comitato. "Il Comune ritiene quegli alberi pericolosi – dice a lavialibera – ma non lo sono affatto. Hanno pure detto che bisogna abbatterli perché sono anziani, eppure molti hanno ancora una prospettiva di vita di almeno 30-40 anni. Per prevenire rischi serve investire sulla manutenzione, come si faceva una volta con i giardinieri comunali. Torino è una città inquinata, gli alberi dovrebbero essere intoccabili e invece non è così".

La battaglia del Comitato ha dato i suoi frutti e nei mesi scorsi l’azione dei cittadini ha bloccato le ruspe. Il Comune ha quindi deciso di procedere gradualmente all’abbattimento. "Dire che un albero nuovo sostituisce in toto un albero adulto è una bufala – insiste Accornero – come è altrettanto falso sostenere che un arbusto giovane non possa cadere. Un vento che soffia a 80 chilometri orari può sradicare qualsiasi cosa. Ogni anno in Italia muoiono sei persone per la caduta di un albero, mentre i decessi per inquinamento precoce sono 60mila all’anno. Purtroppo i media usano titoli a effetto che creano panico, ma su queste storie servirebbe più correttezza".

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Minaccia alla biodiversità

Il comitato Salviamo il Meisino, nato per preservare il parco dai progetti della cittadella dello sport, ha costretto l’amministrazione a rivedere il progetto iniziale

L’altra grande protesta cittadina coinvolge il parco del Meisino, un Zona di protezione speciale (Zps) che si estende su una superficie di 245 ettari. Qui confluiscono i corsi d’acqua Stura di Lanzo, Dora Riparia e Po, mentre nel vicino Isolone di Bertolla, un’oasi naturalistica, nidifica l’airone cenerino. Un fatto eccezionale in un contesto urbano. In questa area incontaminata nascerà il Parco dello sport e dell’educazione ambientale, che prevede la costruzione di strutture polivalenti a uso sportivo (fitwalking cross, arrampicata sportiva, tiro con l’arco, orienteering, biathlon, skiroll cross, cricket, pump track, ciclocross, mountain bike, disc golf, corsa campestre, percorsi fitness inclusivi), e altre destinate alla didattica ambientale, all’inclusione e agli sport a basso impatto. Un intervento da 11,5 milioni di euro interamente finanziato dai fondi del Pnrr che, è bene ricordarlo, non sono soltanto sovvenzioni a fondo perduto ma anche prestiti. Vale a dire denaro da restituire.

"All’interno del Meisino – racconta a lavialibera Piergiorgio Tenani, che dalla fine anni Ottanta con l’associazione Il tuo parco si spende per la salvaguardia della riserva – ci sono il galoppatoio militare e l’isolone di Bertolla. Il primo, per decenni, è stato uno spazio invalicabile, mentre sull’isolone la presenza dei pozzi dell’acquedotto ha limitato l’afflusso dei visitatori. Proprio la scarsa presenza umana ha favorito lo sviluppo di una biodiversità eccezionale, ma da Palazzo civico sembrano non tenerne conto".

Il comitato Salviamo il Meisino, nato per ostacolare la realizzazione della cittadella dello sport, non è riuscito nel suo intento ma ha comunque costretto il Comune a rivedere più volte il progetto iniziale evitando, ad esempio, la costruzione di un ristorante. "Fino a un certo punto – dice Tenani – nessuno ha interpellato noi o la Consulta per l’ambiente e il verde. E quando nel febbraio 2023 abbiamo finalmente avuto accesso al progetto, tutto era già stato deciso". I cittadini non contestano la bontà dell’idea, tantomeno la promozione dello sport. Sostengono semmai che un progetto simile non doveva coinvolgere il Meisino. "È l’unica area naturale della città e non è sostituibile. La legge non permette di costruire e infatti il Comune usa il termine “risanamento”. Saranno eliminate le stalle dal galoppatoio, mentre il primo piano e la terrazza verranno ristrutturati. Al piano terra, trattandosi di una zona a rischio esondazione, è stato invece scartato il progetto che prevedeva la creazione di una foresteria per il pernottamento".

Per realizzare la cittadella il Comune abbatterà la metà degli alberi (un centinaio) del boschetto e ne pianterà di nuovi, che però non garantiranno gli stessi benefici dei vecchi. "Ci hanno detto che non organizzeranno gare agonistiche – insiste Tenani –, ma sono solo parole, andrebbe scritto da qualche parte. La Consulta ha prodotto 14 documenti che sono costati tempo e fatica, abbiamo dubbi legittimi ed è chiaro che senza la nostra attenzione si sarebbe osato molto di più. Serve poi capire chi si occuperà della gestione del sito, che ha costi notevoli. Se a un certo punto dovesse subentrare un privato, siamo sicuri che non si decida di imporre un biglietto di ingresso? Dal Comune continuano a dire che la manutenzione sarà affidata a un organo misto, ma basta guardarsi intorno e vedere in che condizioni di degrado versano molti spazi sportivi cittadini per nutrire più di un timore".

Il festival della discordia

A scaldare ulteriormente gli animi ha contribuito la decisione dell’amministrazione civica di organizzare il festival musicale Todays al parco della Confluenza, non troppo distante dal Meisino. "È l’ennesima controprova che non vogliono fare le cose per bene – dice con rammarico Tenani –. Quella è una zona contigua, rumori e luci sono devastanti per gli animali che popolano il Meisino. Siamo stati accusati di essere contro lo sport e gli eventi, ma non è così. Nel caso del Todays sarebbe bastato ragionare su dove organizzare l’evento e individuare un’area più consona. Due chilometri più in là sarebbe stato perfetto, ma dal Comune continuano a decidere senza valutare le conseguenze delle loro azioni".

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