Crisi climatica, la foresta amazzonica è definito il "polmone del mondo". Foto: wikicommons
Crisi climatica, la foresta amazzonica è definito il "polmone del mondo". Foto: wikicommons

Crisi climatica, piantare gli alberi non basta

Aumentare il numero delle piante è importante, ma non può essere la soluzione giusta per fermare il riscaldamento globale

Antonello Pasini

Antonello PasiniFisico climatologo del Cnr

21 dicembre 2023

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Gli alberi hanno un ruolo fondamentale sul nostro pianeta: non è un caso che l’Amazzonia, la foresta più estesa, sia chiamata "il polmone della Terra". Del resto noi tutti possiamo apprezzarne la presenza, in campagna, ma anche in città: gli alberi hanno capacità di mitigazione delle temperature estreme, di assorbimento (insieme al terreno su cui si trovano) delle precipitazioni più violente, di rimozione dell’anidride carbonica dall’atmosfera e conseguente stoccaggio del carbonio nel loro in tronchi, rami e foglie. E, dato questo ultimo ruolo, possono anche aiutarci a fermare l’aumento della temperatura globale.

Piantare 1000 miliardi di alberi è un aiuto importante, ma non è la soluzione

Ma, come dico sempre, noi scienziati abbiamo il viziaccio di "fare i conti" e questo ci permette di capire quanto realmente pesa una determinata azione sugli effetti climatici finali. È chiaro che nuovi alberi possano aiutare a lasciare meno anidride carbonica in atmosfera, ma è veramente questa la soluzione al problema climatico? Lo dico perché si fa un gran parlare – un esempio è il collega Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale – di piantare 1000 miliardi di alberi per fermare il riscaldamento globale.

Perché le piogge sono sempre più violente?

Un po' di conti 

Ebbene, facciamo un po’ di conti senza nascondere niente. Le emissioni antropiche di CO2 in atmosfera sono dovute per il 75 per cento circa al bruciare di combustibili fossili e per il 25 per cento al cattivo uso del suolo, di cui fa parte la deforestazione, ma anche un’agricoltura non sostenibile. In epoca preindustriale, cioè preriscaldamento globale, esistevano sulla Terra circa 5mila miliardi di alberi, mentre oggi ne sono rimasti più o meno 3mila miliardi. Piantarne 1000 miliardi significa dunque ripianare per la metà il mancato assorbimento (meno della metà di quel 25 per cento, dato che lì viene conteggiato anche altro, oltre alla deforestazione). Un aiuto sicuramente importante, ma non la soluzione del problema.
Senza contare che non basta piantare gli alberi, occorre anche curarli e avere abbastanza acqua per farli crescere.

In un regime di riscaldamento globale questa strategia appare molto fragile, per esempio a causa dei possibili incendi

Per una quantità così grande appare molto difficile. Inoltre, oggi in un regime di riscaldamento globale questa strategia appare molto fragile, per esempio a causa dei possibili incendi. Insomma, ovviamente avere più alberi è importante e bello, per tutto ciò che significano in termini biogeofisici e di rapporto con la natura, e invito chiunque a piantarli e curarli. Temo tuttavia che una “strategia” climatica di questo tipo pesi poco, non sia efficace e sposti l’attenzione dall’azione fondamentale che è quella di uscire definitivamente dall’era dei combustibili fossili, che ha creato il 75 per cento di emissioni antropiche. Attenzione, perché quando un’azione non pesa e non è efficace rischia di essere solo greenwashing.

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