2 settembre 2024
Fiumi e torrenti prosciugati, vigne rinsecchite, animali costretti a pascolare in terreni senza erba, acqua razionata per i cittadini. Scene già viste in Sicilia, dove la siccità ancora una volta ha messo alle corde il territorio e come da copione, sono arrivati puntuali i proclami delle istituzioni locali e nazionali, che promettono di risolvere al più presto la situazione. Ma con quale tipo di interventi? Dissalatori, ricerca di nuovi pozzi, interventi sui privati che imbottigliano l’acqua, manutenzione delle condutture fatiscenti? Al momento l’unica certezza è che con l’aumento delle temperature la situazione non potrà che peggiorare (leggi il commento del climatologo Antonello Pasini a p. 47).
Crisi climatica, un'estate senza fine
La Sicilia è l’unica regione italiana a non sottostare al Commissario straordinario nazionale per la siccità e a gestire una struttura a sé stante. A luglio, l’ente regionale ha pubblicato un aggiornamento sul piano da 20 milioni di euro che dovrebbe risolvere l’emergenza idrica, spiegando che circa il 50 per cento delle opere previste è stato portato a termine o è in corso di ultimazione.
Commissario siccità, la trasparenza resta a secco
"Abbiamo messo in campo ingenti risorse sia nazionali sia regionali – ha detto il governatore Renato Schifani, rivolgendosi a rappresentanti di società di gestione, Ati (Assemblee territoriali idriche) e Comuni – adesso tocca a voi procedere concretamente e speditamente con la realizzazione delle opere". I 20 milioni sono stati stanziati dopo che il Consiglio dei ministri, lo scorso maggio, ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per una durata di 12 mesi.
Siccità, gli invasi non sono la soluzione
Per l’ennesima volta la siccità è stata quindi trattata come un’emergenza, quando invece si tratta di un evento prevedibile nonché annunciato. È risaputo che le infrastrutture idriche siciliane siano carenti ed è scontato che in estate, con l’innalzamento delle temperature, la situazione precipiti. Sarebbe bastato ascoltare gli appelli degli abitanti, che già in autunno avevano denunciato come la scarsità di piogge avrebbe messo a rischio le coltivazioni. Parole al vento.
La situazione è così critica che in molti comuni delle provincie di Palermo, Trapani, Messina, Agrigento, Enna e Caltanissetta si è dovuto procedere al razionamento delle forniture domestiche e a una consistente riduzione della portata dell’acqua pubblica. Molti laghi si sono prosciugati o ridotti a fondali fangosi, al punto che a inizio agosto la Regione ha chiesto ai gestori delle dighe di trasferire i pesci in altri invasi per evitare che la loro morte renda inutilizzabile la poca acqua residua.
Allarme siccità, mancano risposte politiche
Scene tragiche, che non trovano adeguata visibilità a livello nazionale. Anzi. Lo scorso maggio, durante il question time al Senato, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida aveva dichiarato: «Per fortuna quest’anno la situazione legata alla siccità colpisce molto di più alcune regioni del sud, in particolare la Sicilia». Per fortuna.
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