16 settembre 2024
27mila firme in dieci giorni. Un buon risultato, ma è ancora troppo poco. La campagna per la proposta di referendum che mira a ridurre a cinque anni (da dieci) il termine di residenza legale ininterrotta in Italia per diventare cittadini deve raccoglierne 500mila entro il 30 settembre, altrimenti non verrà registrata tra i referendum di quest'anno e si proverà il prossimo. La sfida è riuscire a spiegare il senso di questo referendum e la sua importanza per tutte le persone che hanno a cuore lo ius soli o lo ius scholae.
Referendum sulla cittadinanza: se la politica tentenna, ci pensano i cittadini
"Lo ius soli o lo ius scholae sono proposte pensate per far ottenere, in modi diversi, la cittadinanza alle nuove generazioni figlie di migranti. Questo referendum invece mira alle diaspore, Ossia alla generazione dei nostri genitori, quelli che hanno lasciato il loro paese, che sono scappati per sopravvivere – spiega a lavialiberaMaali Atila, tesoriera del Coordinamento nazionale delle nuove generazioni italiane (Conngi), che ha depositato in Cassazione della proposta –. Sono arrivati in Italia e sono riusciti a trovare un lavoro, una casa, a fare una famiglia e come molti altri genitori hanno investito tutto sul benessere e la crescita dei figli a volte a scapito di loro stessi. Questo referendum intende dimezzare il tempo per far ottenere ai primi arrivati la cittadinanza che ancora aspettano in molti casi. E se la ottengono i padri e le madri la otterranno anche i figli e le figlie".
Parliamo di quasi 500mila ragazze e ragazzi. Il referendum non è in concorrenza con le proposte di legge che vorrebbero introdurre lo ius scholae e ius soli, "semplicemente si muove su un altro binario: non lascia in mano alla politica tutta la discussione, ma fa sì che siano i cittadini, finalmente, a dire la loro. Come per tutti i percorsi referendari l'iter è complesso e d'altronde le vie provate finora in parlamento non hanno portato a nulla".
"Servirebbe una vera riforma della cittadinanza, ma visto il clima del paese abbiamo voluto essere pragmatici", Francesca Druetti
Gli effetti complessivi stimati di questa piccola modifica avrebbero benefici su 2,5 milioni di persone. Principalmente gli adulti, che sono in Italia da alcuni decenni, ma a cascata anche ai loro figli, che una volta ottenuta la cittadinanza potrebbero per esempio uscire dall'Italia per completare il percorso di studi o banalmente andare in gita. Potrebbero partecipare ai concorsi pubblici o potrebbero fare sport senza restrizioni. Il successo del referendum sarebbe dirompente, perciò gli organizzatori non vogliono nemmeno parlare di un altro anno di attesa.
In molte città gruppi di cittadini, associazioni, partiti stanno dando vita a iniziative, conferenze e eventi per moltiplicare esponenzialmente le firme. A Torino, si è tenuta a Palazzo Civico la conferenza stampa per condividere i contenuti e fare rete. A organizzarla + Europa e Possibile, con Acmos, Gruppo Abele, Libera, Conngi, Idem Network, Stati Uniti d'Europa, Radicali italiani, Partito Socialista. Firmare e diffondere, le parole d'ordine. "Ci servirebbe una vera riforma della cittadinanza ma visto il clima del paese abbiamo voluto essere pragmatici - spiega Francesca Druetti di Possibile - un solo quesito, semplice: siete favorevoli a ripristinare la legge del 1992 che concedeva la cittadinanza a coloro che risiedono in Italia da almeno cinque anni e sono in possesso di requisiti come reddito, alloggio e mancanza di precedenti penali?".
"Non chiediamo ai cittadini di scegliere tra ius soli o ius scholae. Non è un dibattito su cosa è meglio. La nostra proposta comprende entrambe – ci dice Andrea Turi di +Europa –. Basta considerare che interesserebbe 2,5 milioni di persone, mentre lo ius scholae darebbe la cittadinanza a 135mila studentie loius soli coinvolgerebbe 1,2 milioni di minori stranieri, più 50mila nuovi nati all'anno".
"Abbiamo perso il mese di agosto dietro a Forza Italia e ad Antonio Tajani che ci hanno preso in giro. Da trent'anni in Italia le leggi sull'immigrazione sono ferme"Andrea Turi - + Europa
Secondo Turi, "tutti quelli che sono a favore dello ius soli o ius scholae sono incentivati a firmare per stimolare il parlamento a decidere. Questo referendum serve a unificare le persone e stimolare il loro senso civico verso altri concittadini che non godono degli stessi diritti ma soprattutto serve a smuovere il palazzo che dorme. Abbiamo perso il mese di agosto dietro a Forza Italia e ad Antonio Tajani che ci hanno preso in giro. Da trent'anni in Italia le leggi sull'immigrazione sono ferme. Mentre il fenomeno, le persone che lo costituiscono, sono cambiati, integrati nella nostra società. Sono cresciuti, non solo numericamente. Questo referendum è un pungolo per il parlamento per riprendere l'iter e discutere una riforma che aspetta da troppo tempo. Per far crescere anche lui, che dovrebbe rappresentare tutti".
Il tempo stringe, ma per creare un effetto virale non serve molto. Firmare è semplice: si può fare online con Spid o Cie collegandosi a referendumcittadinanza.it
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