18 ottobre 2024
Sette anni.
Sette anni da quando abbiamo perso Daphne Caruana Galizia, una donna che cercava la verità, che chiedeva responsabilità, che lottava per tutti noi. Sette anni senza giustizia. Sette anni di attesa, sette anni di lutto e sette anni di silenzio da parte di coloro che ci devono delle risposte. Sette anni di troppo. Sette lunghi anni da quando la sua voce è stata silenziata e noi siamo ancora qui. Siamo ancora in piedi. Perché la corruzione finisce quando ci alziamo in piedi.
Questo è il potere che manipola la verità. Distorcono la realtà, così iniziamo a mettere in dubbio ciò che vediamo con i nostri occhi
In questi sette anni abbiamo sentito di tutto. Il governo ci dice di fidarci di loro. Affermano di lavorare per la giustizia, facendo di tutto per ritardarla. Dicono di aver implementato riforme, mentre lasciano intatti coloro che Daphne stava indagando. Invocano l'unità, ma è un'unità nel silenzio. Questo è il modo in cui ci manipolano: dicendoci che stanno risolvendo il problema mentre nascondono la verità. Si aspettano che crediamo alle loro bugie.
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Ma noi non ci caschiamo. Perché la corruzione finisce quando ci alziamo in piedi. Quando Daphne è stata uccisa, ci hanno detto che era una tragedia, ma poi hanno cercato di screditarla anche nella morte, proprio come avevano fatto in vita. L'hanno definita "divisiva" mentre ci dividevano. Ci hanno detto che le indagini erano "in corso", ma hanno sostituito i magistrati che si avvicinavano troppo alla verità.
Hanno affermato di volere trasparenza, ma si sono rifiutati di aprire il rapporto Egrant alla scrutinio pubblico. Dicevano di proteggere la giustizia, ma stavano solo proteggendo se stessi. Questo è gaslighting. Questo è il potere che manipola la verità. Distorcono la realtà, così iniziamo a mettere in dubbio ciò che vediamo con i nostri occhi. Sepelliscono i fatti sotto burocrazia ed escamotage. Promettono riforme, ma mantengono lo stesso sistema corrotto, mascherandolo con volti nuovi e parole vuote.
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Questa settimana, Keith Schembri – uomo d'affari e ex capo dello staff del primo ministro Joseph Muscat, dimessosi perchè indagato nel caso Caruana Galizia – ha presentato un certificato medico firmato da un dottore ora accusato di gestire una truffa ai danni dell'assistenza sociale. Un certificato medico da una clinica chiusa, di domenica. E dovremmo credere che tutto questo sia normale, che sia genuino. Si aspettano che crediamo alle loro bugie ma noi sappiamo, o meglio, noi vediamo la verità.
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L'abbiamo visto quando lo stesso Joseph Muscat non si è nemmeno presentato in tribunale per difendersi dalle accuse di aver favorito la cultura dell'impunità che ha permesso l'assassinio di Daphne. Il suo avvocato ci ha detto che era all'estero. Tutto qui. Nessuna spiegazione. Nessuna responsabilità. La sua assenza parla più forte di qualsiasi testimonianza che avrebbe potuto fornire.
Questo è il modo in cui ci manipolano. Distorcono i fatti, si nascondono dietro tecnicismi, fanno della giustizia una farsa. Vogliono indurci a credere di essere noi a sbagliare, che sia tutto un malinteso, che stiamo ingigantendo le cose. Ma in realtà stanno seppellendo la verità sotto montagne di bugie.
Guardate l'aula di tribunale questa settimana, piena di nomi noti: proprio le persone che Daphne ha smascherato. Si rifiutano di testimoniare. Schivano le domande. Ritardano la giustizia. Ci manipolano. Si aspettano che mettiamo in dubbio ciò che sappiamo essere vero.
Il certificato medico di Keith Schembri era una menzogna. L'assenza di Joseph Muscat era una scusa codarda. E dovremmo credere a loro? No. Non ci lasceremo manipolare. Vediamo la corruzione. Vediamo le bugie. E non rimarremo in silenzio. Perché la corruzione finisce solo quando ci alziamo in piedi.
Vediamo la corruzione. Vediamo le bugie. E non rimarremo in silenzio. Perché la corruzione finisce solo quando ci alziamo in piedi
Meritiamo di meglio di un governo che usa le tragedie per proteggere se stesso.
Meritiamo leader che lavorano per noi, non contro di noi. Meritiamo una giustizia che non sia ritardata, una verità che non sia distorta, e una trasparenza che non sia nascosta dietro porte chiuse. Meritiamo un paese dove le bugie non sostituiscano i fatti, dove la giustizia non serva i potenti, e dove la verità non sia la prima vittima del potere. Meritiamo di meglio. Daphne merita di meglio.
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Proprio ieri un altro ometto in cerca di attenzioni, cercando di cancellare l'eredità di Daphne, ha tentato di nuovo di screditarla. Questo spiega perfettamente come Daphne è stata demonizzata in vita, e come anche nella morte cercano ancora di farla tacere. Le persone che non sono riuscite a fermarla con minacce, bugie e violenza ora cercano di soffocare la sua eredità con trucchi meschini. Ma ci sottovalutano. Sottovalutano lei. Perché finché ci alziamo in piedi, la sua voce non sarà mai silenziosa.
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Quando le persone chiedono, "Cosa posso fare?" La risposta è semplice: alzati. Parla. Unisciti a questa lotta. La trasparenza inizia quando parliamo. La giustizia arriva quando rifiutiamo di accettare il silenzio. E la corruzione finisce quando ci alziamo in piedi. A coloro che pensavano di poter riscrivere la verità, che pensavano di poter cancellare la sua memoria: non cancellerete mai Daphne. Siamo ancora qui. Siamo ancora in piedi. E non ci fermeremo finché non sarà fatta giustizia.
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