6 settembre 2024
Avevo sei anni quando le persone si resero conto che il mio modo di approcciarmi all’apprendimento era diverso. Ricordo che andai più volte dalla logopedista fino a quando la diagnosi fu chiara: ero dislessica, disortografica e disgrafica. Mi dissero che nelle materie linguistiche avrei avuto più difficoltà rispetto ai miei compagni e che se dovevo usare la “t” o la “d”, dovevo pensare a "dado" o "topo". Comprendere questa differenza già alle elementari mi ha permesso fin da subito di sviluppare un metodo compensativo che mi ha aiutato nel prosieguo degli studi.
Disabilità: una scuola veramente inclusiva è possibile
Per la mia maestra delle elementari sono stata la prima alunna con Dsa (Disturbo specifico dell’apprendimento) e oggi capisco quanto sia stato importante che lei non mi abbia mai fatta sentire diversa rispetto agli altri alunni. Nel frattempo, per tutti gli studenti certificati dislessici sono nati i Pdp – Piani didattici personalizzati –, piani scolastici che tengono conto delle esigenze personali dello studente, con l’obiettivo di compensare le difficoltà legate al disturbo.
La dislessia non mi ha tolto nulla. Ho vissuto alcune situazioni in modo differente e quindi, ad esempio, non ho mai pianto se prendevo sette al dettato come facevano altri, ma ero felice di quel voto perché sapevo di essermi impegnata al massimo delle mie possibilità. Non ho mai considerato la dislessia un problema insormontabile capace di precludermi esperienze o impedirmi di realizzare il mio sogno: diventare giornalista.
Non ho mai pianto se prendevo sette al dettato come facevano altri, ma ero felice di quel voto perché sapevo di essermi impegnata al massimo
Grazie alle nuove tecnologie, essere dislessici e fare questo mestiere è possibile: basta trovare un sito internet che corregga immediatamente un articolo. Mio malgrado, però, non tutti la pensano come me, e a causa della scarsa informazione sull’argomento mi sono spesso trovata in situazioni spiacevoli. E così, di fronte al mio desiderio di vivere scrivendo mi è stato detto che essendo dislessica sarebbe stato impossibile.
Adolescenza, per i giovani è l'età del disordine
Mi hanno detto frasi come “sei intelligente per essere dislessica”, che oltre a lasciarmi sorpresa dimostrano anche ignoranza sulla materia, in quanto la dislessia non è collegata all’intelligenza. L’unica diversità che fin da piccola ho davvero sofferto è stata la mia scarsa coordinazione, che gli studi dimostrano essere una diretta conseguenza della dislessia. Giocavo con la palla e faticavo a coordinarmi per prenderla e rilanciarla.
L’unica diversità che fin da piccola ho davvero sofferto è stata la mia scarsa coordinazione, che gli studi dimostrano essere una diretta conseguenza della dislessia
Fino al triennio del liceo ho pianto molto e ancora oggi mi sento in ansia quando capita di giocare a pallavolo con altre persone. Sapere però che la scarsa coordinazione è correlata ai disturbi dell’apprendimento mi ha in parte tranquillizzata e ho smesso di starci male.
Il sogno di fare la giornalista deriva dalla passione per l’informazione e dal desiderio di sapere cosa sta succedendo non solo attorno a me ma anche in paesi lontani. Sono sempre stata curiosa e penso di non avere mai superato la fase del “perché”, tipica nei bambini.
Imparare a fallire per diventare grandi
È anche una questione di rivalsa personale: potere ottenere ciò che desidero nonostante la dislessia e dimostrare agli altri che l’ostacolo si può superare. Purtroppo molte persone dislessiche non hanno mai smesso di soffrire e a volte l’ignoranza sulla materia e la mancanza di informazione non aiutano a superare la diagnosi.
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