Uno scorcio del quartiere Librino di Catania. Foto di Roberto Zingales/Flickr
Uno scorcio del quartiere Librino di Catania. Foto di Roberto Zingales/Flickr

Nel libro di Grazia Arena, le periferie dimenticate

In molte periferie aumentano i residenti ma spariscono spazi ricreativi e aree verdi. Ripensare questi "non paesaggi urbani", come nel quartiere Librino di Catania, significa migliorare la vita di chi li abita

Arianna Frediani

Arianna FredianiLibreria Il Mulino dei libri, Sarzana (Sp)

31 ottobre 2024

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Nelle periferie, terre di mezzo dimenticate, il cemento si è mangiato il verde nell’indifferenza generale. Anni di trasformazioni veloci e disordinate hanno distrutto l’ambiente e, di conseguenza, ridotto la qualità della vita di chi oggi abita quei luoghi.

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Partendo da queste riflessioni, ho ripreso in mano un libro scritto da Grazia Arena ed edito nel 2021 da Bonanno dal titolo Le periferie e i “non paesaggi” urbani, attraverso il quale l’autrice trasferisce al lettore quel senso di incompiutezza e provvisorietà che appartiene a certe aree urbane dove, insieme all’aumento della densità abitativa, sono scomparsi gli spazi ricreativi, i corridoi ecologici e tutte quelle zone all’aperto dove poter vivere.

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Le periferie, spesso percepite come territori “di riserva” per lo sviluppo urbano, sono in realtà essenziali per l’equilibrio ecologico delle città e degli ambienti circostanti e, se ben pianificate, possono fungere da polmoni verdi e contribuire alla sopravvivenza climatica dei centri urbani, diminuendo gli effetti del cambiamento climatico.

Il libro cita un esempio da cui trarre ispirazione, quello del quartiere Librino di Catania, che per molto tempo ha avuto lo stigma di essere centro di degrado e criminalità, ma che poi è riuscito ad avviare un processo di cambiamento. Una storia che può diventare un monito per ripensare alle numerose pratiche da realizzare nelle periferie, come ad esempio la creazione di parchi, orti urbani e condivisi o, ancora, di nuovi spazi verdi per la comunità.

Il quartiere Librino di Catania per molto tempo ha avuto lo stigma di essere centro di degrado e criminalità, poi è riuscito ad avviare un processo di cambiamento

Occorre poi sfruttare il grande lavoro svolto da associazioni di quartiere, gruppi ambientalisti e cooperative sociali, che promuovono progetti capaci di coinvolgere i cittadini. Attraverso la partecipazione attiva e la cura degli spazi condivisi, le comunità possono contribuire in modo decisivo alla tutela dell’ambiente, conciliando lo sviluppo abitativo con la preservazione del verde e delle risorse naturali.

Giovani e associazioni raccontano le periferie in un podcast

Solo attraverso l’azione congiunta di istituzioni, aziende e persone che abitano i territori è possibile trasformare in luoghi vitali, innovativi ed ecologicamente sostenibili anche i quartieri periferici. Alcuni passi in avanti sono stati fatti, come dimostrano i progetti di rigenerazione urbana avviati negli ultimi anni in alcune città italiane ed europee. Ma ancora non basta.

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