31 ottobre 2024
Trasferiti dagli istituti sovraffollati del Nord verso Roma, o ancora più a sud, lontani da famiglie e amici, in luoghi dove manca il personale, soprattutto agenti ed educatori. E dire che il ministro della Giustizia Carlo Nordio, commentando il 7 settembre 2023 le novità introdotte dal decreto Caivano, dichiarava: "Abbiamo cercato di coniugare la necessità di repressione della delinquenza minorile con quella di consentire ai minori che hanno commesso crimini di poter trovare un percorso non solo punitivo, ma anche rieducativo". A un anno dalla sua entrata in vigore, anche negli istituti penitenziari per minori (ipm) del Centro e del Sud Italia la situazione è visibilmente peggiorata. Tra sovraffollamento, mancanza di personale, chiusure temporanee di servizi e spostamenti alle carceri per adulti, i giovani detenuti scontano la loro pena in luoghi molto distanti da quell’ambiente che dovrebbe consentire di "vivere in un’armonica crescita psicofisica", attivando "processi di responsabilizzazione e maturazione dei minorenni", come auspicherebbe la legge. A farne le spese, anche negli istituti dell’Italia centrale e meridionale, sono soprattutto i più fragili, come i minori stranieri non accompagnati.
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