Foto di Marco J Haenssgen /Unsplash
Foto di Marco J Haenssgen /Unsplash

Pfas della Solvay, parte il biomonitoraggio del sangue dei residenti ad Alessandria

Parte il primo giro di analisi per chi abita a meno di 500 metri dal polo industriale Solvay di Alessandria, in Piemonte, alla ricerca di dati sulle concentrazioni di sostanze tossiche nel corpo dei residenti. Ma la ricerca nasce già monca: non riporterà i valori di tutti i pfas prodotti dalla multinazionale

Laura Fazzini

Laura FazziniGiornalista

29 novembre 2024

Dopo un’attesa di quattro anni, lo scorso 23 novembre i primi 20 abitanti di Spinetta Marengo, sobborgo vicino al polo chimico di Alessandria ex Solvay, ora Syensqo, hanno potuto sottoporsi al primo biomonitoraggio per rilevare la possibile presenza di sostanze pfas nel loro sangue. Un'operazione richiesta e attesa da tempo, che nasce però già con qualche limite, poiché diversamente che in Veneto, che fa i conti con la più grande contaminazione di pfas d'Europa, non saranno cercati tutti i possibili composti tossici. Un altro biomonitoraggio era stato realizzato dalla Asl lo scorso gennaio solo su allevatori e agricoltori, scelti sulla base dei dati sugli alimenti contaminati.

La partecipazione cittadina, una richiesta che arriva da lontano

In una fredda mattina di sole Spinetta Marengo ha visto l’arrivo di un ambulatorio mobile necessario a fare prelievi specifici del sangue. Dal 2020 gli spinettesi chiedono alle istituzioni pubbliche di cercare i pfas, composti chimici considerati pericolosi e prossimi al divieto europeo, utilizzati e prodotti dall'industria che sorge vicina alle loro case, Ausimont, diventata poi Solvay dagli anni ’80 e recentemente ribattezzata Syensqo. Dopo due studi indipendenti finanziati da una televisione belga nel 2023 e da un gruppo di attivisti nel 2024, l’assessorato alla Sanità della regione Piemonte ha finalmente deciso di esporsi su questo tema, nella figura dell’assessore Federico Riboldi, precedentemente sindaco di Casale Monferrato.

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