
Mario Paciolla, inchiesta archiviata. La famiglia: "Non si è suicidato"

1 luglio 2025
Imparare da ciò che è andato storto in Italia e provare a invertire la rotta. Mentre le mancanze di trasparenza e partecipazione nei processi decisionali delle Olimpiadi di Milano-Cortina si fanno ormai irrimediabili, dall’altra parte delle Alpi, quelle francesi che ospiteranno l’edizione successiva dei Giochi invernali nel 2030, cittadini e associazioni provano a trarne lezioni per evitare che finisca allo stesso modo. Il rischio c’è: "A quattro anni e mezzo dalla cerimonia d’inaugurazione non abbiamo ancora la carta ufficiale dei siti di gara e non è stato previsto alcun coinvolgimento delle comunità interessate", dice a lavialiberaAntoine Pin, direttore della sezione francese di Protect our winters (Pow), comunità internazionale di persone appassionate di sport invernali che hanno a cuore la lotta al cambiamento climatico.
Mentre ancora non si conosce la carta dei siti di gara, il governo francese ha presentato una legge per accelerare l’iter di approvazione delle opere
Lo scorso maggio, il governo francese ha depositato in parlamento un disegno di legge che punta a snellire e accelerare l’iter di approvazione delle opere che saranno necessarie – il cui elenco dettagliato non è ancora noto –, anche in deroga ad alcune norme ambientali e urbanistiche. Pochi giorni dopo, l’associazione Collectif citoyen Jop 2030 ha sollecitato il Tribunale amministrativo di Lione e il Comitato dell’Onu incaricato di far rispettare la Convenzione di Aarhus, che sancisce il diritto dei cittadini di partecipare ai processi decisionali in materia ambientale, per chiedere la sospensione del progetto di realizzazione dei Giochi, una moratoria su tutte le leggi in materia e l’apertura di un dibattito pubblico: "Il danneggiamento ambientale, la negazione della democrazia, la malagestione finanziaria e l’opacità che caratterizzano il progetto non possono restare senza risposta", hanno dichiarato i promotori.
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