
Mario Paciolla, inchiesta archiviata. La famiglia: "Non si è suicidato"

1 luglio 2025
Al tavolo avrebbero dovuto esserci tutti: sindacati, associazioni degli imprenditori, ong, organizzazioni sportive e turistiche, associazioni ambientaliste e università. Almeno così diceva la candidatura delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Ma anno dopo anno, i posti per seguire l’andamento delle opere sono diminuiti, come in un gioco delle sedie che ha visto accentrarsi nelle mani di pochi il potere decisionale. Un esempio riguarda i sondaggi, che hanno considerato poco l'opinione dei residenti.
Tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019 il Cio aveva commissionato due rilevamenti: dai risultati era emerso che l’83 per cento degli italiani vedeva positivamente la candidatura. Negli anni, con l’avvicinarsi della manifestazione, ne sono stati commissionati altri: il primo a febbraio 2025 condotto da Ipsos per Visa (rivolto a 300 piccole e medie imprese); il secondo, commissionato da Confcommercio tra aprile e maggio 2025, ha coinvolto 585 aziende e 838 privati provenienti da Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. I campioni però non hanno mai preso in considerazione la popolazione dei territori coinvolti, se non marginalmente, e negli ultimi casi sono stati rivolti alle aziende, che avevano tutto l’interesse – anche indiretto – a essere favorevoli.
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Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: tutte le promesse tradite