Il cantiere della pista da bob a Cortina d'Ampezzo. Foto di S. Lacedelli
Il cantiere della pista da bob a Cortina d'Ampezzo. Foto di S. Lacedelli

Le promesse non mantenute alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 sono tante

Mentre la politica osanna le ricadute positive per l'Italia, i costi ambientali, sociali ed economici dei Giochi rischiano di essere più alti dei benefici. E cosa accadrà dopo resta un tabù

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

1 luglio 2025

Al tavolo avrebbero dovuto esserci tutti: sindacati, associazioni degli imprenditori, ong, organizzazioni sportive e turistiche, associazioni ambientaliste e università. Almeno così diceva la candidatura delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Ma anno dopo anno, i posti per seguire l’andamento delle opere sono diminuiti, come in un gioco delle sedie che ha visto accentrarsi nelle mani di pochi il potere decisionale. Un esempio riguarda i sondaggi, che hanno considerato poco l'opinione dei residenti.

Tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019 il Cio aveva commissionato due rilevamenti: dai risultati era emerso che l’83 per cento degli italiani vedeva positivamente la candidatura. Negli anni, con l’avvicinarsi della manifestazione, ne sono stati commissionati altri: il primo a febbraio 2025 condotto da Ipsos per Visa (rivolto a 300 piccole e medie imprese); il secondo, commissionato da Confcommercio tra aprile e maggio 2025, ha coinvolto 585 aziende e 838 privati provenienti da Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige. I campioni però non hanno mai preso in considerazione la popolazione dei territori coinvolti, se non marginalmente, e negli ultimi casi sono stati rivolti alle aziende, che avevano tutto l’interesse – anche indiretto – a essere favorevoli.

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2025 - numero 33

Giochi insostenibili

Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: tutte le promesse tradite

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