
Le armi bruciano il pianeta



1 novembre 2025
Tre settembre 2025: a Pechino, piazza Tienanmen, si svolge un’imponente parata militare, mai vista prima. Una quantità impressionante di giganteschi e sofisticatissimi nuovi armamenti (con l’impiego ormai immancabile dell’intelligenza artificiale). Per festeggiare gli ottant’anni della disfatta dell’Impero del Giappone (fine della Seconda guerra mondiale) e per esibire il risultato dell’enorme sforzo di ammodernamento del suo esercito, la Repubblica popolare cinese pare non abbia badato a spese: 36 miliardi di yuan (circa 5 miliardi di dollari).
Il piacere oscuro della guerra
Il messaggio al mondo è comunque stato chiaro: "L’umanità deve scegliere tra la pace e la guerra" – parole del presidente Xi Jinping, il quale nel frattempo assicura che "il popolo cinese è schierato fermamente dalla parte giusta della storia e del progresso della civiltà umana". C’è dunque una strada giusta, che vale per tutta l’umanità e, sostenuto dalla potenza delle sue armi, il popolo cinese è fermamente intenzionato a percorrerla.

Oltre alle armi, hanno sfilato più di 10mila militari, secondo un ordine perfetto. Vi erano anche battaglioni femminili. E qui si è potuto notare non soltanto l’uniformità di corpi, divise, gesti, voci, ma anche la fortissima somiglianza con i battaglioni maschili: gli uni e gli altri marciavano con un impeccabile “passo dell’oca”. In effetti, quale altro modo di marciare potrebbe trasmettere la ferma determinazione di percorrere la strada giusta della storia (tanto più se si tratta della storia dell’umanità)?
Ripudiamo la guerra perché la sua potenza ci ha sedotto
Chiariamo subito un punto: noi diciamo passo dell’oca (ingl. goose step, fr. pas de l’oie), ma coloro che adottano questo stile di marcia non usano di certo questa espressione ironica e un po’ burlesca. Che sia un modo strano, innaturale, del tutto artificioso di muoversi non v’è dubbio. Occorre infatti alzare l’intero arto inferiore (coscia più gamba tenute perfettamente in linea tra loro) fino all’altezza del ginocchio, se non addirittura dell’anca, e poi, nel ritorno, colpire duramente il terreno con il tacco. Tutto ciò richiede un faticoso addestramento, tanto più quando occorre sincronizzarsi con gli altri commilitoni.
Il passo dell’oca (chiamiamolo ancora così) fu inventato nella Prussia di fine Settecento per poi essere adottato ufficialmente dall’esercito prussiano nel secolo seguente. Noi di solito colleghiamo questo modo di marciare ai regimi di Hitler e poi anche di Mussolini, che lo adottò nel 1938 e lo chiamò passo romano. Ma la sua fortuna va ben oltre questi regimi. Lo troviamo infatti nella Russia zarista dell’Ottocento e – sempre in Russia – l’Unione sovietica lo fece proprio, lo diffuse, lo impose ai paesi satelliti, per poi trasmetterlo alla Russia post-sovietica.
Il passo dell’oca fu inventato nella Prussia di fine Settecento, poi ripreso da Hitler e Mussolini. Lo troviamo nella Russia zarista dell’Ottocento e nell’Unione sovietica
Compare inoltre nella Cina imperiale dell’Ottocento per approdare – superando anche qui le discontinuità rivoluzionarie di quel paese – al presente, insomma alla parata del 3 settembre. Vale la pena allora chiedersi quale fascino questo strano e faticosissimo modo di marciare possa esercitare, vista la sua persistenza storica e la diffusione attuale (sembrano essere una trentina i paesi che in tutto il mondo tuttora lo praticano, in un modo o nell’altro).
La guerra come tremenda libertà
Nella Prussia il passo dell’oca nacque con un altro termine: Stechschritt, dove schritt è “passo” e stech viene dal verbo stechen, che vuole dire "pungere, bucare, infilare". Si potrebbe quindi pensare che la gamba sollevata e per un istante tenuta dritta in orizzontale (o quasi) “buca” lo spazio che si trova di fronte: prima una poi l’altra gamba si irrigidiscono, si alzano ed entrano progressivamente nello spazio che si vuole conquistare.
Le donne militari cinesi della parata del 3 settembre sono state addestrate per adottare un tipo di passo assai chiaramente virile
In Cina quello che noi chiamiamo passo dell’oca viene reso con l’espressione zhèng bù, ovvero marcia dritta, marcia eretta. Le donne militari cinesi della parata del 3 settembre (come del resto le loro colleghe nord-coreane) sono state quindi addestrate per adottare un tipo di passo assai chiaramente virile: il passo dell’oca è – in chiave simbolica – un passo che avanza inesorabilmente in maniera dritta, rigida, determinata; è un passo penetrante. Beninteso, anche gli uomini con l’addestramento subiscono una costrizione.
Il zhèng bù è tutt’altro che un modo di marciare naturalmente maschile: è invece un modo di marciare simbolicamente mascolino. Per le donne si tratta di una duplice costrizione: non solo un modo di marciare costruito, ma pure un modo di marciare che simbolicamente richiama virilità e forza di penetrazione. Così facendo, si ottiene un più generale effetto di uniformità coreografica: uomini e donne, soldati e soldatesse hanno lo stesso identico modo di muoversi, e questo effetto di uniformazione viene ottenuto mascolinizzando fortemente l’andatura dei battaglioni femminili.
Non è forse questa un’ulteriore prova o indizio che la guerra è soprattutto maschile e quindi – per chi vi partecipa attivamente – maschilizzante?
Del resto, quando anche in altri contesti le donne partecipano ad attività belliche (per esempio, movimenti di resistenza e di guerriglia), non adottano forse abbigliamenti e comportamenti tendenzialmente mascolini? Non è forse questa un’ulteriore prova o indizio che la guerra è soprattutto maschile e quindi – per chi vi partecipa attivamente – maschilizzante?
"La strada di fango giallo": la Cina di Can Xue in un incubo grottesco
Torneremo su questo punto in una prossima occasione. Qui vorremmo concludere con la nozione di "tecniche del corpo" di Marcel Mauss (1936). L’etnologo francese accenna di sfuggita allo stile di marcia dell’esercito tedesco per notare che in Francia (guarda caso) "ci si burla del passo dell’oca". Ma soprattutto egli afferma che, non essendovi un modo naturale di camminare, ogni stile di marcia – così come ogni tecnica del corpo – comporta una dimensione simbolica, che a proposito del passo dell’oca noi abbiamo intravisto nel suo essere un "passo penetrante", imposto e adottato persino dalle donne, allorché vengono militarmente schierate sulla strada del progresso dell’umanità.
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