Genova, 10 settembre 2025. Una nave da crociera in uscita dal porto, a pochi metri dalle case. Foto di P. Valenti
Genova, 10 settembre 2025. Una nave da crociera in uscita dal porto, a pochi metri dalle case. Foto di P. Valenti

Inquinamento, Genova vuole respirare

Nell'area del porto del capoluogo ligure una rete di associazioni sfrutta la citizen science per denunciare i fumi tossici emessi dalle navi. E chiede alla politica di intervenire

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

Paolo Valenti

Paolo ValentiRedattore lavialibera

1 novembre 2025

Alle 6.41 del 27 agosto 2025, il traghetto Allegra della compagnia italiana Grandi navi veloci (Gnv) fa ingresso nel porto di Genova sbuffando un denso fumo grigio, che continua a fuoriuscire dalla ciminiera, virando man mano su toni più chiari, fino all’attracco, avvenuto alle 6.56. Quel giorno, la cabina di monitoraggio della qualità dell’aria di via Buozzi, la più vicina, smette di registrare la concentrazione di biossido di azoto (NO2), una delle sostanze tossiche prodotte dalla combustione del carburante delle navi per un malfunzionamento, motiva l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ligure (Arpal). A documentare la fumata, come le altre che sono seguite fino a sera, almeno sette da altrettanti grandi navi, sono invece le “Sentinelle dell’aria”: cittadine e cittadini che, dalle finestre e dai balconi delle proprie case, fotografano e misurano le emissioni inquinanti per poi pubblicare su Facebook un bollettino quotidiano.

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