
Guerra in Congo, l'interesse del Ruanda per il coltan e gli accordi con l'Ue

16 aprile 2020
Una lotta ad armi impari, nonostante le forze messe in campo. Crescono le coltivazioni di coca in America Latina, così come quelle di papavero da oppio in Afghanistan. E poi ci sono le droghe sintetiche, sempre più diffuse e in continua evoluzione. "Un quadro preoccupante", lo ha definito Giuseppe Cucchiara, capo della Direzione centrale dei servizi antidroga (Dcsa). A febbraio scorso i principali esperti di lotta al narcotraffico si sono dati appuntamento a Roma. Forze di polizia e magistrati da 56 Stati, esponenti dell’Ocse e dell’Interpol si sono ritrovati al convegno internazionale della Dcsa No drug, no problem. "Nessun paese è immune e non è possibile farcela da soli. Il nemico corre veloce", avverte Cucchiara.
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Politica all'attacco della magistratura. Il governo italiano, come quello di altri paesi occidentali, mostra insofferenza verso alcuni limiti imposti dallo stato di diritto delegittimando giudici e poteri di controllo