
Dare un nome a chi muore in mare

Paolo ValentiRedattore lavialibera

5 marzo 2021
Sul set ha iniziato giovanissima come protagonista di alcune popolari pubblicità e serie tv che l’hanno resa nota a tutte le famiglie, ma la vita di Cristiana Capotondi (Roma, 13 settembre 1980) non è soltanto fatta di ciak e telecamere. Da sempre grande appassionata di calcio, passione ereditata dal nonno (che era uno degli accompagnatori della Roma), dal novembre 2018 fino al 12 gennaio scorso è stata vicepresidente della Lega Pro, l’organizzazione a capo del campionato di Serie C, e dal 5 agosto è capo delegazione della nazionale di calcio femminile: rappresenta la Federazione italiana gioco calcio (Figc) nella squadra, ne fa le veci nelle occasioni ufficiali e coordina le attività non sportive. Per lei è "un viaggio che, a livello culturale e sociale, vale molto di più di quanto non possa esprimere il solo successo sportivo", ha detto alla nomina. Non è il suo unico impegno lontano dai set: in piena pandemia, insieme ad altre attrici e attori, ha fondato l’Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo (Unita), che si batte per ottenere maggiori tutele a favore di questa categoria.
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Con i criptofonini, i clan della Locride gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull'Aspromonte jonico. Tramite il "denaro volante", sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani. Con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei. L'ultimo numero de lavialibera offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l'hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka