(Kenny Eliason su Unsplash)
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Le parole di Lucarelli: maestra/maestro

Quello della maestra e del maestro elementare dovrebbe essere tra i mestieri più formati, curati, rispettati e pagati del mondo perché contribuiscono a dare due cose importantissime ai nostri bambini: il cuore e la mente

Carlo Lucarelli

Carlo LucarelliScrittore, sceneggiatore e conduttore televisivo

13 luglio 2022

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Maestra/maestro

sost. e agg. 1. Persona che in virtù delle cognizioni e delle esperienze acquisite risulta all’altezza di contribuire in tutto o in parte all’altrui preparazione o formazione. part. Persona a cui è affidata l’educazione dei fanciulli nella scuola elementare.

 

Io, i miei insegnanti delle elementari, non me li ricordo molto. Ho traslocato un paio volte quando stavo a Parma, cambiando quartiere e scuole. Un anno abbiamo avuto una supplente che veniva a singhiozzo, e a metà della quinta ho anche cambiato città, passando da un grembiule nero con fiocco blu, molto elegante, ad uno a quadrettini bianchi e azzurri, e fiocco a pois, che non mi piaceva per niente.

Al massimo mi ricordo qualche compagno, soprattutto dopo un’occhiata alla foto di classe, tutti in fila sui gradini della scuola, e quelli che mi sono portati dietro alle medie e pure al liceo.

La prima immagine che ho del primo giorno di scuola è una mamma che dice al figlio guarda che qui non è mica come andare in bicicletta e gridare vé – che è un modo di dire che c’era a Parma – poi un’infinità di astine e cornicine ai bordi del foglio e le violette appiccicate nel quaderno delle ricerche (a Parma) e le cartoline ritagliate (a Faenza).

Non è che voglio raccontare i fatti miei, è solo per dire che stando ai miei ricordi la scuola, quella vera, quella che sento come importante nel mio percorso personale, sarebbe quella che è venuta dopo e di cui ho bene in mente professoresse e professori. La professoressa Zoli, che alle medie ci insegnava il senso civico, il professor Tampieri, che al liceo ci faceva amare la letteratura moderna.

Poi, dopo quasi mezzo secolo, negli ultimi cinque anni mi sono ritrovato alle elementari. Da quando le mie bambine sono entrate nel cortile della scuola con il grembiulino e i libri della prima nello zainetto fino a poche settimane fa, quando ne sono uscite per l’ultima volta con i libri della quinta. Passando attraverso la didattica a distanza davanti al computer, in ginocchio sulla sedia. Classi diverse ma stessi anni, uno dopo l’altro, perché sono gemelle.

Non parlerei di ius sanguinis e neppure di ius soli, ma di ius cordis

Lo sapevo già, anche se non ci pensavo, ingannato dai ricordi e dal tempo che passa, ma è lì che ho ritrovato tutta la magia di un mestiere e di un lavoro tra i più belli e importanti del mondo.

La maestra. Il maestro.

Quei soggetti che allo stesso tempo devono essere insegnanti, psicologi infantili, infermieri, amministratori, giudici, genitori e poeti. Che segnano in maniera indelebile quel momento fondamentale in cui i bambini si affacciano al mondo per dotarli dei primi, essenziali strumenti con cui dovranno affrontarlo. Che quando sono bravi e fanno il loro mestiere con passione sono più magici e straordinari delle fate nelle favole.

Faccio un esempio che mi ha particolarmente colpito. Un giorno un compagno di una delle mie due figlie si dimentica la mascherina, obbligatoria per stare in classe. Poco male, la maestra gliene dà una ma il bambino si mette a piangere, perché l’unica rimasta è rosa, è da femmina, e ha paura che lo prendano in giro.

Allora la maestra cosa fa? Una lezione sui colori, sulla loro storia e sul loro significato, affronta con i bambini gli accostamenti di genere, e per il giorno dopo indice il Mascherina Rosa Day, e tutta la classe va a scuola con una ffp2 rosa. Le mie bambine hanno avuto la fortuna di avere maestre così. Magiche.

Per mia figlia un signore è nejo, la mamma è majjone e io non sono bianco, ma josa. È questione di sfumature, non razziale

Deve essere così sempre, per tutti. Quello della maestra e del maestro elementare dovrebbe essere tra i mestieri più formati, curati, rispettati e pagati del mondo. Perché contribuiscono in modo fondamentale a dare due cose importantissime ai nostri bambini, che sono il cuore e la mente.

Lo hanno detto in tanti, in vari modi, Danilo Dolci, Gesualdo Bufalino, che lo scrive a chiare lettere: la mafia sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari. E assieme alla mafia il razzismo, la discriminazione verso chi viene considerato diverso, l’ottusità di chi si chiude aggressivamente dentro muri che non esistono, l’indifferenza verso i valori del senso civico e del buon senso, l’odio e la violenza.

Me le ricordo tutte, le maestre delle mie bambine, le ricorderò per sempre e le ringrazio con tutto il cuore. E ringrazio anche i miei insegnanti elementari, per quello che di me mi piace, e che sicuramente viene da loro. Tutti, maestre e maestri che ho avuto. Anche la supplente a singhiozzo.

Da lavialibera n° 15

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