
Carcere, detenuti in semilibertà tornano a dormire in cella

21 settembre 2022
E' la tarda sera di lunedì 28 febbraio 2022 quando Ahmed, 26enne originario della Somalia, raggiunge in Flixbus l’ingresso del Fréjus: il tunnel che collega il lato italiano a quello francese in alta Val Susa. I poliziotti francesi salgono sul pullman e controllano i documenti ai passeggeri: il ragazzo spiega di essere fuggito dall’Ucraina, dove aveva un regolare permesso di soggiorno, dopo l’invasione del Paese da parte dell’esercito russo. Alla gendarmerie questo non basta: compila un documento con cui nega ad Ahmed l’ingresso sul proprio territorio e lo consegna alle autorità italiane.
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La Commissione europea propone: più poteri alla polizia, sorveglianza hi-tech e procedure semplici per
le riammissioni
"Quanto successo ad Ahmed e ad altri cittadini non ucraini su quel confine succede ogni giorno lungo le frontiere interne d’Europa – spiega Matteo Astuti, operatore legale dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) –. La migrazione è sempre più vista come minaccia per la sopravvivenza dello spazio di libera circolazione e si restringe progressivamente, con misure discriminatorie, il cerchio di chi può liberamente attraversare le frontiere e chi no".
L’obiettivo è cambiare le regole del gioco per avere campo libero, come dimostra la proposta di riforma del Codice di Schengen, lo strumento che detta le regole per la gestione dei confini interni all’Unione europea. Il testo presentato dalla Commissione europea nel dicembre 2021 tenta di rendere legali le prassi che oggi risultano illegittime, perché violerebbero il diritto d’asilo.
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Nel dicembre del 2000, a Palermo veniva firmata la Convenzione Onu contro il crimine organizzato transnazionale, presentata in termini trionfalistici come una svolta nella lotta ai fenomeni mafiosi in tutto il mondo. Ma cosa è cambiato da allora? Qual è lo stato dell'arte in fatto di contrasto ai traffici illeciti globali?