A sinistra, Franco Boiocchi con Franco Caravita. In centro, lo stadio Giuseppe Meazza a San Siro. A destra, Luca Lucci (Facebook, Wikipedia, Instagram)
A sinistra, Franco Boiocchi con Franco Caravita. In centro, lo stadio Giuseppe Meazza a San Siro. A destra, Luca Lucci (Facebook, Wikipedia, Instagram)

Vittorio Boiocchi e Luca Lucci, capi ultras a Milano, ma non solo

A forza di pugni hanno conquistato il potere sugli spalti, Vittorio Boiocchi, capo ultras dell'Inter ucciso il 29 ottobre, e Luca Lucci, leader della curva del Milan, ma la loro forza arriva dalle attività illecite fuori dallo stadio di San Siro. "Spesso i capi ultras sono persone che hanno una 'struttura' e all'interno dello stadio la accelerano", spiega il questore di Milano Giuseppe Petronzi

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

4 dicembre 2022

Uscito di prigione si è ripreso la curva a pugni. L’altro, invece, ha cominciato la sua scalata dopo l’arresto del capo e l’ha mantenuta a forza di pugni. Entrambi, dagli spalti delle curve opposte dello stadio Giuseppe Meazza di San Siro (Milano) – il primo la Nord, il secondo la Sud – guidavano i tifosi più irriducibili di Inter e Milan. Pregiudicati per fatti di droga, daspati (cioè sottoposti al divieto di accesso alle manifestazioni sportive), sorvegliati speciali, Vittorio Boiocchi e Luca Lucci sono più che dei capi ultras, pedine del mondo criminale milanese invischiati in traffici e in contatto con uomini delle organizzazioni malavitose, anche mafiose. Boiocchi è stato ucciso il 29 ottobre scorso, mentre Lucci negli ultimi tempi ha accumulato arresti per traffici di droga, qualche condanna e una sorveglianza speciale, ma resta il leader carismatico dei Banditidella curva Sud.

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Chi era Vittorio Boiocchi, capo della curva Nord dell'Inter

La sera di sabato 29 ottobre 2022 in via Fratelli Zanzottera, alla periferia di Milano, Boiocchi è stato ucciso. Stava rientrando dalla zona dello stadio, dove era in programma Inter-Sampdoria, mentre avrebbe dovuto tenersi almeno a due chilometri di distanza dal Meazza, come previsto dalla sorveglianza speciale

A rileggere la sua vita si fatica a capire chi era Vittorio Boiocchi, a separare la figura dell’ultrà dell’Inter – volto storico del gruppo Boys che domina la curva Nord del Meazza – dalla trentennale carriera criminale. Secondo gli investigatori, è legato a quest’ultima la ragione del suo omicidio, avvenuto la sera di sabato 29 ottobre 2022 in via Fratelli Zanzottera, alla periferia di Milano. Stava rientrando dalla zona dello stadio, dove era in programma Inter-Sampdoria, mentre avrebbe dovuto tenersi almeno a due chilometri di distanza dal Meazza, come previsto dalla sorveglianza speciale imposta dai giudici. Chi ha ucciso Boiocchi l’ha seguito mentre tornava a casa e l’ha avvicinato quando era da solo, per poi sparargli cinque colpi e darsi alla fuga insieme a un complice. Storie di droga, estorsioni, bagarinaggio, racket dei parcheggi o dei paninari intorno allo stadio? Gli investigatori della squadra mobile e della Digos della questura di Milano sono al lavoro. Secondo l’Ansa, gli inquirenti hanno deciso di setacciare anche le sue finanze. Tra l’altro, il nome di Boiocchi è emerso in un’altra indagine della procura su possibili ricatti al club nerazzurro, legati al business dei biglietti, che possono alimentare il bagarinaggio.

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