Il ghiacciaio della Pasterze, in Tirolo, Austria, si sta rimpicciolendo. La lunghezza cala ogni anno di circa 50 m e il suo volume è diminuito della metà rispetto alle prime misurazioni nel 1851 (Karsten Würth/Unsplash)
Il ghiacciaio della Pasterze, in Tirolo, Austria, si sta rimpicciolendo. La lunghezza cala ogni anno di circa 50 m e il suo volume è diminuito della metà rispetto alle prime misurazioni nel 1851 (Karsten Würth/Unsplash)

Il pianeta ha la febbre

Il riscaldamento globale non si è fermato. Le attività umane contribuiscono ancora all'aumento della temperatura. La natura mitiga un po' gli effetti, ma cosa accadrà quando non sarà più così?

Antonello Pasini

Antonello PasiniFisico climatologo del Cnr

28 febbraio 2023

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Secondo il programma europeo Copernicus, il 2022 è stato il quinto anno più caldo dall’inizio delle osservazioni strumentali. Qualcuno, limitandosi a questo dato, dice che non abbiamo, né avremo più, anni record: se il riscaldamento fosse dovuto alle concentrazioni di gas serra in atmosfera – che sono in continua ascesa – dovremmo battere un record dopo l’altro: si tratta invece sicuramente dei cicli naturali che determinano l’andamento della temperatura…

In questa rubrica, come scienziato del clima che fa ricerca e divulgazione, contribuirò a spiegare quali omissioni vengono fatte nel “raccontare” dati, risultati e ricerche scientifiche sui cambiamenti climatici. Come per il caso che ho appena citato: solo prendendo in considerazione tutti i dati possiamo capire come stanno davvero le cose, a partire dall’andamento delle temperature nel mondo.

Leggi il numero 12 de lavialibera, Zero omissioni

"Avere un quadro completo di quanto sta accadendo al clima del nostro pianeta è l’unico modo per riuscire a interpretare i dati in maniera corretta e agire di conseguenza"Antonello Pasini

Innanzi tutto, è vero che c’è una variabilità naturale del clima che influisce sulle temperature da un anno all’altro, ma è anche vero che se facciamo medie decennali, negli ultimi 60 anni ogni decennio è stato sempre più caldo di quello precedente. Gli ultimi otto anni, poi, sono stati i più caldi di tutto il periodo che va dal 1850 a oggi. C’è un influsso antropico che pilota una tendenza all’aumento delle temperature globali e c’è una variabilità naturale del clima che rende conto delle variazioni da un anno all’altro. Guardando al planisfero di Copernicus, che mostra per ogni zona del globo le differenze della temperatura del 2022 rispetto alla media del trentennio 1991-2020, si capisce cosa è accaduto lo scorso anno: i colori rosa e rosso mostrano le zone in cui c’è stato un aumento rispetto alla media, le azzurre e blu quelle in cui si è rilevata una diminuzione.

La maggioranza del pianeta è sul rosa e sul rosso, ma la vasta zona del Pacifico tropicale è azzurra. Lì si risente di una diminuzione della temperatura superficiale del mare dovuta a La Niña, la fase negativa della cosiddetta oscillazione meridionale, che nella fase positiva coincide invece a un riscaldamento di quella stessa zona, con El Niño.

Cosa è successo in sostanza nel 2022? Le cause della “febbre” del pianeta sono cresciute ancora, ma La Niña è stata il nostro “antipiretico” naturale, limitandone il valore. Cosa accadrà quando la natura smetterà di fornirci l’antipiretico e nel Pacifico tropicale si manifesterà il fenomeno contrario di El Niño? Probabilmente si avrà un nuovo record assoluto di temperatura globale. E infatti, nella serie storica di temperature i record coincidono quasi sempre ai periodi di El Niño, come nel 1998 e nel 2016. Avere un quadro completo di quanto sta accadendo al clima del nostro pianeta è l’unico modo per riuscire a interpretare i dati in maniera corretta e agire di conseguenza. Quindi: zero omissioni!

Da lavialibera n° 19, Il potere è cieco, noi no

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