19 dicembre 2021, il presidente del Cile, Gabriel Boric, durante la proclamazione della sua vittoria (Fotografoencampana/Wikipedia)
19 dicembre 2021, il presidente del Cile, Gabriel Boric, durante la proclamazione della sua vittoria (Fotografoencampana/Wikipedia)

In Cile, sotto la presidenza Boric, la costituzione rischia di spostarsi a destra di Pinochet

A quasi 50 anni dal Colpo di stato, i settori nostalgici della dittatura avranno il compito di scrivere la nuova costituzione cilena, ma i movimenti sociali – delusi dalle politiche del giovane presidente Boric – si stanno riorganizzando come forza politica alternativa

Francesco Sandri

Francesco SandriGiornalista

29 giugno 2023

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Negli ultimi anni il Cile è stato un paese di speranze. Un ambizioso progetto costituente sarebbe stato in grado di garantire i diritti basici a milioni di persone e il giovane presidente Gabriel Boric portava l’idea di equità al centro dello stato. Soffiava aria progressista, ma il vento ha cambiato direzione. Le riforme in cui molti speravano, tra cui quella della Costituzione ereditata dalla dittatura di Augusto Pinochet, sono naufragate e il presidente continua a deludere le aspettative della sinistra cilena. Nel frattempo, il 7 maggio scorso l’estrema destra ha vinto le elezioni per la nuova assemblea costituente. Il rischio, sostengono gli osservatori più esperti, è quello di avere una costituzione uguale, se non addirittura più conservatrice di quella in vigore. Per chi lotta per uno stato equo e inclusivo la strada è ora in salita.

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La costituzione cilena, eredità di Pinochet

In Cile l’1 per cento più ricco della popolazione possiede metà della ricchezza e riceve un quarto del reddito complessivo

Nel 1990 in Cile finivano diciassette anni di brutale dittatura. Attraverso un voto il popolo preferì la democrazia al regime del generale Pinochet, caratterizzato da violazioni dei diritti umani e omicidi politici. Il governo della giunta militare cadeva, ma lasciava un’eredità ingombrante: la costituzione del Paese, in vigore ancora oggi.

Questa, una delle più neoliberali al mondo, ha contribuito a mantenere debole lo stato sociale e ad aumentare le diseguaglianze economiche. In Cile l’1 per cento più ricco della popolazione possiede metà della ricchezza e riceve un quarto del reddito complessivo. Quattro anni fa la frustrazione per le diseguaglianze ha provocato proteste di massa in tutto il Cile che hanno portato all’elezione del presidente di sinistra Gabriel Boric e all’inizio di un nuovo processo costituente. Di recente però questo processo è passato nelle mani di un partito di estrema destra, nostalgico del pinochetismo e fanatico dell’attuale costituzione. Un paradosso che avrà implicazioni importanti per il futuro del paese.

Ottobre 2019, le rivolte e l’estallido social

Nell’ottobre del 2019 il governo conservatore di Sebastián Piñera decise di aumentare il prezzo dei biglietti della metropolitana a Santiago. Fu la goccia che fece traboccare un vaso pieno di malcontento. Nei giorni successivi scoppiò l’estallido social (esplosione sociale): manifestazioni che infuocarono il paese, culminate con una marcia che vide 1,2 milioni di persone riempire le strade della capitale. Durante i mesi di protesta morirono 34 persone e più tremila rimasero ferite, soprattutto a causa della violenta repressione. “Siamo scese in strada contro le diseguaglianze, per il diritto all’acqua, per la salute e l’educazione gratuite, per i diritti delle popolazioni originarie e per il riconoscimento della crisi ecologica”, ricorda Vivian Franco, avvocata femminista e parte del Coordinamento nazionale dei movimenti sociali. L’estallido finì nel marzo del 2020 con l’arrivo della pandemia, ma non prima di aver assicurato uno dei punti centrali delle proteste: la scrittura di una nuova costituzione.

La costituente “inclusiva” fallisce

Le elezioni per il Convegno costituente si sono svolte nel 2021. L’assemblea è stata la prima nel suo genere a essere composta dallo stesso numero di donne e uomini, ad avere dei seggi riservati per le popolazioni indigene e a vedere la presenza di diversi esponenti della comunità Lgbtq+. “Il Convegno aveva standard democratici mai visti prima. Il testo che ha prodotto rifletteva molte delle domande dei movimenti sociali”, continua Vivian Franco. Sarebbe stata la costituzione che garantiva più diritti al mondo, tra cui i diritti della natura, all’autodeterminazione dei popoli e all’uguaglianza di genere. Sarebbe; perché è stata bocciata da un referendum tenutosi nel settembre del 2022. Più del 60 per cento della popolazione ha rifiutato il progetto. I motivi di questo risultato sono diversi. Tra i fattori più importanti c’è la campagna di disinformazione e discredito del Convegno costituente, come anche il fatto che molti elettori hanno reputato il testo troppo ambizioso e progressista. Per milioni di cileni e cilene il voto ha marcato la perdita di un’occasione unica.

Arriva la costituente di destra

Potremmo vedere approvata una costituzione ancora più conservatrice di quella attuale oppure, se questa venisse rifiutata da un referendum, l’attuale costituzione rimarrebbe in vigore ancora per molto tempo”Octavio Avendaño - Direttore dipartimento di sociologia alla Universidad de Chile

Pochi mesi dopo il rifiuto, nel dicembre del 2022, un accordo tra partiti ha dato il via a un nuovo processo costituente. Le differenze con quello precedente sono però radicali. Il primo processo ha visto la partecipazione attiva di candidati indipendenti e della società civile nella scrittura del testo. L’attuale Consiglio costituzionale è invece formato solo da esponenti dei principali partiti politici e sta lavorando su una bozza elaborata da una commissione di esperti. Non ci sarà molto spazio per la partecipazione della cittadinanza, se non nel momento di eleggere i rappresentati al Consiglio.

Questa elezione si è svolta il 7 maggio 2023 e ha segnato il trionfo del Partito repubblicano (Pr), che quindi guiderà il processo costituente. “Il Partito repubblicano è un partito di estrema destra, simile ai modelli proposti da Jair Bolsonaro in Brasile e da Fratelli d’Italia. Raggruppa chi difende il regime autoritario di Pinochet e oggi presenta un discorso ultraconservatore, anti-migrazione e incentrato sull’ordine e la stabilità”, spiega Octavio Avendaño, professore di scienze politiche e direttore del Dipartimento di sociologia dell’Universidad de Chile.

I lavori costituenti sono iniziati il 7 giugno, con la nomina a presidente di Beatriz Hevia, giovane avvocata di origine tedesca nota per le sue posizioni antiabortiste e conservatrici. Il Consiglio ha 51 seggi: 23 sono occupati dal Pr, undici dai restanti partiti della coalizione di destra, uno soltanto da un rappresentante del popolo Mapuche e sedici dalla coalizione di sinistra, che non potrà esercitare il veto. Il Partito repubblicano sarà praticamente libero di elaborare il testo che desidera. Le opzioni che si delineano per il futuro del paese sono due. “Potremmo vedere approvata una costituzione ancora più conservatrice di quella attuale oppure, se questa venisse rifiutata da un referendum, l’attuale costituzione rimarrebbe in vigore ancora per molto tempo. In entrambi i casi sarebbe una vittoria per il Partito repubblicano e per la destra in generale”, afferma Avendaño. La prospettiva dello sviluppo di uno stato sociale in Cile sembra più lontana che mai.

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Governo debole e movimenti traditi

"I movimenti sociali stanno provando a costituirsi come partiti politici per riorganizzare la sinistra del paese"Vivian Franco - Attivista del Coordinamento nazionale dei movimenti sociali

Il recente risultato delle urne mette il governo di Boric in una posizione difficile. Il presidente è stato eletto cavalcando l’onda delle proteste e ha legato parte della sua legittimità al processo costituente. Settembre e maggio sono state due pesanti sconfitte per lui. Oggi governa senza avere la maggioranza in nessuna delle due camere del parlamento, è costretto a scendere a compromessi con altri partiti e ha visto sfumare molte delle riforme previste nel suo programma. Secondo Avendaño questo fa in modo che “il governo non riesca a raccogliere maggiore supporto nella popolazione e che l’elettorato si consolidi attorno al Partito repubblicano”. Dopo l’iniziale entusiasmo per l’elezione di Boric, lo scenario cileno si prospetta decisamente inclinato a destra per i prossimi anni.

I movimenti sociali vedono la debolezza del governo come un tradimento. “Nel 2021 abbiamo supportato la candidatura di Boric. Oggi però si è spostato verso il centro e pensiamo che potrebbe muoversi ancora verso il centro-destra. Non ci dà fiducia", afferma Vivian Franco. I movimenti gli contestano l’approvazione di trattati di libero commercio, la repressione delle proteste del popolo Mapuche e una legge che estende l’impunità per le violenze commesse dalla polizia. “Dall’estero può sembrare che quello di Boric sia un grande governo di sinistra, ma non è così”, continua Franco.

Nonostante vedano di fronte a loro un periodo difficile, i movimenti sociali sono però fiduciosi. Vivian Franco crede che “le promesse false dei programmi conservatori si sgonfieranno da sole e la gente si renderà conto che non è la strada da seguire”. Conclude affermando che “i movimenti sociali stanno provando a costituirsi come partiti politici per riorganizzare la sinistra del paese. Rivendichiamo e difendiamo il progetto politico contenuto nella prima bozza della costituzione. È il frutto del processo più democratico della storia cilena e dobbiamo difenderlo”.

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