Il presidente del Portogallo in una foto insieme ai dipendenti dell'Italy Caffè, il ristorante italiano di Lisbona gestito dalla 'ndrangheta (da Facebook)
Il presidente del Portogallo in una foto insieme ai dipendenti dell'Italy Caffè, il ristorante italiano di Lisbona gestito dalla 'ndrangheta (da Facebook)

Eureka, i soldi sporchi della 'ndrangheta nei ristoranti in Portogallo

Arrivavano fino in Portogallo le attività aperte da Domenico Giorgi per ripulire i proventi del narcotraffico. I soci preoccupati dall'obbligo di usare il pos: non potevano fare incassi in nero

Martina Cataldo

Martina CataldoCollaboratrice lavialibera

12 settembre 2023

"Io sono contento che il Portogallo è partito… mi ha chiamato il sindaco e mi diceva che verrà a cena il presidente della Repubblica… Preparate un tavolo per quattro persone… un tavolo buono". Siamo in Portogallo, più precisamente all’Italy Caffè di Lisbona, e chi parla è Domenico Giorgi, nipote di Antonio Pelle, detto “Gambazza”. Classe ’60, noto anche come “Berlusconi” o “Milionario”, Giorgi è stato arrestato a Lisbona lo scorso maggio, nell’ambito dell’inchiesta Eureka, accusato di essere a capo di un’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, autoriciclaggio e reati tributari.

Dopo una serie di accertamenti su investimenti "totalmente sproporzionati" rispetto ai redditi dichiarati, gli inquirenti sono convinti che Giorgi sia il dominus occulto di un impero composto da una società italiana – la Caffè In srl, che controllava, a Roma, il ristorante Antica trattoria da Pallotta – e da nove società portoghesi, che gestiscono cinque ristoranti a Lisbona, Braga e Porto. I proventi confluivano in una cassa comune, per poi essere suddivisi tra tutti i soci del gruppo, formali e occulti. Per far funzionare il meccanismo sono stati impiegati prestanome, trasferimenti di quote, donazioni e intestazioni fittizie di beni.

Il riciclaggio di denaro sporco è la chiave del crimine moderno

Portogallo, terra di conquista

a ’ndrangheta, definita "un player internazionale in ambito economico e finanziario dalle capacità di investimento enormi"Giuseppe Lombardo - Procuratore aggiunto di Reggio Calabria

È il 3 maggio quando il Departamento central de investigação e ação penal (Dciap) portoghese comunica l’avvio di un’operazione congiunta con la Dda di Reggio Calabria contro la ’ndrangheta. Domenico Giorgi viene arrestato e le autorità sequestrano i cinque ristoranti a Lisbona, Braga e Vila Nova de Gaia. Il territorio portoghese sembra essere, almeno agli occhi degli inquirenti italiani, un terreno di investimento nuovo per la criminalità calabrese. Eppure l’autorità giudiziaria locale sostiene che già nel 1988 il gruppo dei Giorgi aveva costituito fiduciarie e società ad hoc nel Paese. Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo non nasconde la sua preoccupazione riguardo alle capacità imprenditoriali della ’ndrangheta, definita "un player internazionale in ambito economico e finanziario dalle capacità di investimento enormi".

Soldi sporchi nei ristoranti della Germania meridionale

Se guardiamo alle rotte del traffico di cocaina, il Portogallo non è una sorpresa, tant’è che – sostiene la Direzione centrale per i servizi antidroga – il paese è uno snodo fondamentale per lo stupefacente che arriva in Italia. Inoltre nell’agosto del 2022 le autorità portoghesi, insieme a Europol, hanno smantellato una rete di narcotrafficanti che ha coinvolto anche dei clan ’ndranghetisti. Senza dimenticare che il paese lusitano è stato la casa del super latitante Francesco Pelle, componente di spicco della famiglia Pelle-Gambazza, ritenuto il mandante della strage di Duisburg e arrestato a Lisbona nel marzo del 2022.

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