19 aprile 2024
Clima, pace, lavoro. Sono queste le parole più pronunciate oggi dai giovani attivisti scesi nelle strade di Torino per manifestare con Fridays for Future (leggi la storia del movimento). Centinaia di ragazzi sono partiti dalla stazione di Porta Nuova alla volta del Grattacielo della Regione Piemonte, animati dagli stessi ideali: chiedono interventi più concreti e tempestivi per contrastare la crisi climatica, ma anche diritti uguali per tutti e lo stop immediato, in Palestina, a quello che definiscono genocidio. Tra di loro, moltissimi sono consapevoli dell’importanza che avranno le prossime elezioni europee in materia di clima e giustizia. L’8 e il 9 giugno in Italia si voterà per scegliere i nuovi deputati del Parlamento europeo.
Ai Fridays for future i cortei non bastano più
“È importante andare a votare perché la partecipazione alle ultime elezioni nazionali è stata molto bassa e soprattutto perché a livello europeo questa è l’ultima chiamata per sistemare determinate questioni, a partire dalla crisi climatica”, dice a lavialiberaTommaso Dreina, studente ventenne di Torino, che aggiunge “non so cosa voterò di preciso, forse Alleanza Verdi e Sinistra. Lì ci sono persone che conosco bene, però il mio non sarà un voto per amicizia; voglio prima leggere tutti i programmi, poi deciderò. Il mio sarà un voto informato”. Fra i candidati alle europee compaiono anche i nomi di alcuni membri di Fridays for Future. Tommaso sostiene che la forza del movimento, nato fuori dalla politica e apartitico per definizione, risieda nell’aver saputo produrre ragionamenti politici attorno ai temi portati nelle piazze. Ne è convinta anche Carlotta Bonifacino, 18 anni, che commenta “finalmente stiamo salendo ai piani alti e ci stiamo facendo sentire”.
Il sentimento dominante tra i giovani che oggi sono scesi in piazza a Torino è l’indecisione riguardo chi votare. La stragrande maggioranza di loro andrà alle urne, ma in pochi hanno le idee chiare. “Andrò sicuramente a votare, ma non so ancora per chi” oppure “voterò, ma devo informarmi meglio sui candidati” sono le risposte più comuni. Per dirla con le parole di Elisa Cabusso, studentessa di 22 anni di Torino, i giovani “sono in alto mare”. Eppure c’è anche chi, come Elisa Rachele, ventunenne di Brescia, non ha dubbi su chi voterà. “So che ci sono candidati dei Fridays for future, voterò loro. Trovo che la loro candidatura sia un altro modo di raggiungere gli stessi obiettivi del movimento. La appoggio molto e sono contenta. Per una volta so cosa votare”.
Anche Cecilia Belletti, 26 anni, ha le idee chiare: “Voterò Sinistra Ecologista perché è l’unico partito che ha una politica legata all’ambiente e al transfemminismo, che punta sull’inclusività e non sulle differenze e perché è l’unica opportunità per combattere la destra”. L’urgenza del voto scaturisce dalla paura per il proprio futuro e dalla convinzione che si possa fare qualcosa per cambiarlo. “Andrò a votare e probabilmente voterò Alleanza Verdi e Sinistra perché è più vicina ai miei valori – dice Francesco Marcone, studente di Ivrea all’ultimo anno di liceo –. Ho molta ansia per il mio futuro, quindi penso che sia la scelta corretta”.
Ecoansia e le altre emozioni della crisi climatica
La svolta politica di Fridays for Future sembra generalmente ben accolta dai manifestanti che ritengono sia l’esito di una naturale evoluzione del movimento che, partito dalle piazze, ha preso una direzione più istituzionale. “È giusto candidarsi e cercare di cambiare le cose dall’alto”, commenta il ventenne Iuri Bossi, aggiungendo, però, che non voterà per i candidati dei Fridays for Future. “Non so se con la candidatura dei ragazzi cambierà qualcosa – dice Costanza Borlandi, 19 anni, anche lei presente alla manifestazione –, ma spero di sì perché credo in questa scelta”. Poi aggiunge “penso che se non si comincia a fare qualcosa, noi siamo spacciati. Come dice il mio cartellone lei (la terra) sopravvive, noi no”.
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