Martina Miceli, fra le poche allenatrici ai massimi livelli, a confronto con le giocatrici dell'Orizzonte Catania. Foto di D. Montano/deepbluemedia.eu per la Federazione italiana nuoto
Martina Miceli, fra le poche allenatrici ai massimi livelli, a confronto con le giocatrici dell'Orizzonte Catania. Foto di D. Montano/deepbluemedia.eu per la Federazione italiana nuoto

Nessuna parità ai vertici dello sport

Per la prima volta alle Olimpiadi di Parigi gareggeranno lo stesso numero di atlete e atleti, ma nelle federazioni e sulle panchine sono ancora poche le donne al potere

Rosita Mercatante

Rosita MercatanteGiornalista

1 luglio 2024

Le Olimpiadi di Parigi 2024 saranno le prime a vedere gareggiare un numero pari di donne e uomini. Parteciperanno 5.250 atleti e 5.250 atlete, come il Comitato olimpico internazionale (Cio) aveva programmato nel 2014. Eppure questa parità nasconde problemi non ancora risolti. Nelle stanze del potere sportivo la presenza femminile è ancora debole.

Cristiana Capotondi, una capitana per calciatrici e attori

"Si contano solo due presidenti donne a capo di Federazioni sportive nazionali su 48 – dice Luisa Rizzitelli, fondatrice e presidente di Assist, l’Associazione nazionale atlete – e in 120 anni di storia dello sport italiano il Coni non è mai stato guidato da una donna. Inoltre, nell’ambito della dirigenza e dei quadri tecnici, per le figure di allenatori, vice-allenatori, assistenti, team manager, anche per le squadre femminili sia della Nazionale, sia dei club, il numero degli uomini sovrasta quello delle donne. Una presenza che non si avvicina neppure al 15 per cento".

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Non solo fentanyl, in Europa cresce la dipendenza da farmaci e nuove droghe. Diversi tipi di oppiaceo, oltre l'eroina, sono documentati nel 74 per cento delle morti per overdose in Europa, spesso in combinazione con alcol e altre sostanze. In Italia, record di 15-19enni che nell'ultimo anno hanno fatto uso di psicofarmaci senza prescrizione medica: nel 2023 sono stati oltre 280mila.

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