31 ottobre 2024
Fondatore dell’associazione Kayrós di Milano, che dal 2000 gestisce l’omonima comunità di accoglienza per minori, e cappellano dell’ipm Cesare Beccaria, don Burgio da anni conosce da vicino le condizioni di vita dei giovani autori di reati.
Daspo. La repressione si impara a dodici anni
Don Burgio, come è cambiata la vita nell'ipm negli ultimi mesi?
È arrivata un’ondata di minori stranieri non accompagnati alla quale eravamo impreparati. Strutturare progetti con loro è difficile: arrivano da contesti traumatici e hanno alle spalle diversi mesi di clandestinità e vita in strada. Spesso sono analfabeti e con problemi di tossicodipendenza. L’unica cosa che vogliono, brutalmente, sono i soldi. Poi la situazione al Beccaria è più complessa che altrove, anche per la vicenda delle violenze sui detenuti.
A proposito, si è chiesto come mai nessuna delle vittime si fosse confidato con lei?
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