Lamezia Terme, 2018. La piazza piena durante un evento con il procuratore Nicola Gratteri al festival Trame
Lamezia Terme, 2018. La piazza piena durante un evento con il procuratore Nicola Gratteri al festival Trame

Trame Festival, il presidente Nuccio Iovene: "Siamo aperti al confronto. Il bello è anche questo"

Chiusa a Lamezia Terme la 14a edizione del festival di libri sulle mafie, che negli anni si è allargata a documentari, piece teatrali e podcast: "I significati di un nome come Trame vanno arricchendosi di anno in anno"

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

24 giugno 2025

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Lamezia Terme. Da sinistra, Nuccio Iovene e Giovanni Tizian, presidente e direttore artistico di Trame Festival
Lamezia Terme. Da sinistra, Nuccio Iovene e Giovanni Tizian, presidente e direttore artistico di Trame Festival

Libri, documentari, tv, cinema, teatro e podcast. Per parlare di mafie, temi sociali e impegno civico. Domenica 22 giugno a Lamezia Terme (Catanzaro) è terminata la quattordicesima edizione di Trame - Festival dei libri sulle mafie, un punto di riferimento in materia. “Non esistono in tutta Europa festival su libri che decidano di studiare il fenomeno mafioso non solo calabrese. Qui si analizzano testi dal Messico alla Russia, dalla Cina all'India fino alla Germania, tenendo come punto di partenza un’eccellenza italiana, l’antimafia”, ha certificato Roberto Saviano, arrivato in Calabria per presentare il suo ultimo romanzo (L'amore mio non muore, Einaudi Stile Libero). Da tre anni Nuccio Iovene è il presidente di questa rassegna, il cui direttore artistico è invece Giovanni Tizian, giornalista del Domani.

Iovene, come è stata questa edizione?

Bellissima. C’è stata una grande partecipazione della città e del pubblico. Alcuni sono arrivati anche da altre province e altre regioni. Gli ospiti e i temi che hanno affrontato sono stati di assoluto livello. Mi dicevano i nostri collaboratori che le dirette tra Facebook e Instagram hanno raggiunto in totale un milione di visualizzazioni. Abbiamo avuto quasi cento ospiti e circa 70 eventi.

Il festival Trame è giunto alla quattordicesima edizione. È nata come rassegna dei libri sulle mafie, ma si è allargato ad altri media e altri temi.

"I significati di un nome come Trame vanno arricchendosi di anno in anno"Nuccio Iovene - Presidente del Festival Trame

Sì. I significati di un nome come Trame vanno arricchendosi di anno in anno. Era stato scelto perché è un festival di libri sulle mafie, quindi il nome richiama le trame dei libri e le trame ordite dalle mafie per i delitti più terribili e i traffici illeciti. Ma anche un tessuto ha la sua trama e noi in questi ultimi anni abbiamo voluto insistere sul tessuto connettivo: le trame alla base dell’incontro, la cucitura di realtà diverse.

In che modo?

Il primo giorno, con tutto l’associazionismo lametino che si occupa di migranti, a ridosso della giornata dei rifugiati abbiamo dedicato una giornata al tema. Abbiamo allestito una mostra con le tavole della graphic novel dedicata a Giancarlo Siani e un'altra esposizione, "Il valore della testimonianza", con le foto di Andy Rocchelli, ucciso in Ucraina. I familiari hanno trovato quattro foto scattate in Calabria prima di partire per l’Ucraina, due sui migranti a San Ferdinando e due a Rizziconi, quando la nazionale di calcio si è allenata al campo di calcio (costruito su un terreno confiscato alla 'ndrangheta, ndr). Uno spazio importante è stato dedicato alle mafie internazionali e ai narcotrafficanti italiani, con un approfondimento sulle mafie albanesi con la collaborazione della Global initiative against transnational organised crime (Gitoc). Abbiamo parlato di sanità pubblica. Abbiamo portato il festival in altre zone della città, come la stazione e l'aeroporto, con mostre, installazioni, reading diffusi: quelli che partivano e arrivavano potevano vedere le installazioni.

A Musica contro le mafie il riscatto della Calabria

Autori e autrici che arrivano a Lamezia, che pubblico trovano?

"Il pubblico si è formato nel tempo, è cresciuto negli anni ed è molto attento"

È un pubblico che si è formato nel tempo, è cresciuto negli anni ed è molto attento. È in grado di selezionare le proposte. Ad esempio, all’anteprima del documentario su Peppe Valarioti, (Medma non si piega, di Gianluca Palma, ndr) c’era il palazzo gremito, con molta gente che arrivava dalla Piana di Gioia Tauro e da Reggio Calabria. C’è un pubblico di Lamezia, ma anche gente affezionata che arriva da fuori.  Poi c’è una nostra presenza consolidata sui social (siamo anche su TikTok!) e sui media tradizionali, tra cui Domani e i quotidiani locali, come il Quotidiano della Calabria che ogni giorno ha dato spazio agli articoli dei nostri volontari.

Ecco, i volontari. Quanti sono?

Sono più di 70. Qualcuno arriva anche da fuori. Poi ci sono alcuni giovani studenti delle scuole che hanno scelto di sostenerci dopo aver partecipato a “Trame a scuola”, un programma di letture e incontri con gli autori. In certi casi i volontari delle prime edizioni hanno trasmesso a fratelli e sorelle minori l’amore per il festival.

Dicevamo, 14 edizioni. Di recente su lavialibera abbiamo scritto di quanto sia difficile nelle regioni meridionali accedere alla cultura. Inoltre l’Associazione italiana editori (Aie) a marzo ha pubblicato dei dati negativi: a Sud si legge meno, le librerie sono più rare e le biblioteche meno fornite. Quant'è difficile fare cultura nel Mezzogiorno?

"La Calabria è maglia nera nella lettura, e dovremmo essere premiati per un festival così"

L’essere arrivati alla 14a edizione alle nostre latitudini è già un risultato straordinario anche perché, oltre ai dati di contesto, ce ne sono altri da tenere a mente. La Calabria è maglia nera nella lettura, e dovremmo essere premiati per un festival così. Poi c’è anche una precarietà delle istituzioni: pensate se il Salone del libro, la Biennale di Venezia, Pordenone Legge o altre rassegne dovessero operare senza sapere se arrivano i fondi regionali. L’anno scorso la Regione Calabria ha aperto il bando per i finanziamenti a ridosso dell’inizio di Trame e l’esito l’abbiamo avuto a novembre.

Nel Sud Italia la cultura resta inaccessibile

Avete dovuto anticipare spese senza sapere se tornavano?

"Tutti gli eventi sono gratuiti: mostre, proiezioni, teatro, concerti sono tutti ad accesso libero e gratuito"

Sì, ed è successo anche in passato. L’anno scorso abbiamo pagato per intero, la Regione poi ci ha dato il 50 per cento e abbiamo cercato il restante. C’è un terzo aspetto da considerare: le fondazioni bancarie. Delle 88 italiane, soltanto sei sono al Sud e soltanto una in Calabria. Per fortuna la Fondazione Carical col suo nuovo presidente, Giovanni Pensabene, sensibile al tema, ci dà una mano. Le altre fondazioni oppongono il fatto che devono intervenire nei loro territori. C’è una grande disparità. Negli anni abbiamo costruito delle partnership private, muovendoci con i piedi di piombo. Poste e Ferrovie hanno smesso dopo le ultime elezioni. Abbiamo costruito una relazione con Eni e PagoPa. Abbiamo avuto anche partner che da anni investono in noi, come Confcommercio o la Spi-Cgil, e altri se ne sono aggiunti. Le prime due edizioni furono rese possibile grazie all’intervento dell’Aie che aveva investito e contribuito ad avviare la rassegna. Poi non si è capito bene per quale motivo, ma di punto in bianco ci ha lasciato e non è stato possibile ricostruire questo rapporto.

Quali sono le cifre del festival?

In sostanza, se il festival costa circa 200mila euro l’anno, metà dei soldi arriva dalla Regione e l’altra metà la troviamo noi. Tutti gli eventi sono gratuiti: mostre, proiezioni, teatro, concerti sono tutti ad accesso libero e gratuito. Non ci sono stand affittati, ma abbiamo i rapporti con alcune librerie che ordinano e vendono i libri che presentiamo. Questi soldi si spendono quasi tutti sul territorio, salvo i biglietti dei viaggi.

A Napoli si è discusso e si discute della frammentazione delle rassegne culturali ed editoriali a Sud. Sono tante e piccole e così manca un evento di grande richiamo. È un tema reale?

Avevamo provato a fare una rete dei festival del Sud, ma non ci siamo riusciti. Tutto era partito dall’ideatore del festival Salerno Letteratura, Francesco Durante, che poi è scomparso. Venuto meno il motore, l’iniziativa si è arenata. Abbiamo provato a riprenderla due anni fa: tra Trame e Salerno Letteratura abbiamo fatto un esperimento bello, organizzando un evento comune in diretta, con le due piazze collegate per discutere lo stesso libro.

Ultima domanda. Avete avuto attacchi da un politico di destra (il deputato della Lega, Domenico Furgiuele, ndr), ma tra gli ospiti non sono mancati i rappresentanti della maggioranza.
Abbiamo avuto il sottosegretario alla giustizia Francesco Paolo Sisto a dialogare con il segretario generale dell'Associazione nazionale magistrati, Rocco Maruotti, di separazione delle carriere. Anche la sottosegretaria all'Interno, Wanda Ferro, è stata nostra ospite. Il nostro festival non è chiuso al confronto. Il bello è anche questo.

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