Booktok, la lettura social che divide

La sottocomunità di TikTok avvicina le giovani generazioni ai libri. Per alcuni è un fenomeno superficiale e transitorio, ma intanto le vendite aumentano e il settore dell'editoria respira

Agnese De Gaetano

Agnese De GaetanoStudentessa e tirocinante de lavialibera

1 luglio 2025

"Non tutti i veleni hanno un antidoto. Alcuni si infilano nella tua anima, ti stordiscono con il loro odore e hanno gli occhi più belli che tu abbia mai visto. E a loro non esiste cura. Nessuna". Questa è una frase del libro Il fabbricante di lacrime, della scrittrice italiana Erin Doom, che ha venduto oltre 700mila copie ed è rimasto per ben cinque settimane consecutive al primo posto della classifica nazionale. È uno dei volumi più discussi su Booktok, la sottocomunità dell'app TikTok dedicata a libri e letteratura che ha dato vita a un nuovo genere e sta spopolando fra lettori e lettrici di nuova generazione.

La booktokmania

La sottocomunità è nata intorno al 2020 ed è uno spazio che promuove la lettura dei libri. Nel 2023 il neologismo Booktok (così come il derivato booktoker) è entrato a far parte del vocabolario Treccani, che lo definisce una "comunità virtuale di lettori, costituitasi all'interno di TikTok". La stessa Treccani, quando ha deciso di inserire la parola, ha spiegato: "Siamo stati felici di poter segnalare un neologismo come Booktok, il successo di questo hashtag ci dimostra infatti che l'interesse per la lettura da parte delle nuove generazioni, in forme tecnologicamente innovative e fortemente coinvolgenti, è ancora molto forte".

I booktoker producono le book review (recensioni di libri), i book recommendations (consigli sui volumi da leggere), i book haul (unboxing di libri acquistati o ricevuti), le live di lettura (diversi booktoker organizzano dirette durante le quali leggono insieme a chi guarda da casa) e le challenge (ovvero delle sfide, come ad esempio leggere un tot di libri in ventiquattro ore). Ampio spazio è riservato alle classifiche di libri, e non mancano i consigli ai follower sui nuovi titoli da leggere.

Le recensioni pubblicate sull'app in molti casi non offrono informazioni sulla trama, sull'autore e sul suo stile di scrittura: i lettori preferiscono raccontare la loro esperienza durante la lettura. Altra caratteristica è la competitività: chi occupa lo spazio di booktok ha trasformato un hobby in una sorta di gara dove vince chi legge più libri, o chi legge titoli considerati più importanti di altri.

I generi trattati sono soprattutto due: romance e fantasy. Nel primo rientrano miriadi di volumi infarciti di cliché e narrazioni stereotipate. L'esempio più calzante è Il fabbricante di lacrime, scritto da Erin Doom, che grazie alla popolarità acquisita su TikTok, a inizio 2023 (un anno e mezzo dopo la pubblicazione), ha venduto 450mila copie. Il romanzo racconta la storia di due adolescenti cresciuti nello stesso orfanotrofio, adottati dalla medesima famiglia, che finiscono per innamorarsi. L'esaltazione di una relazione tossica fra la dolce e coraggiosa Nica e il cattivo ragazzo inquieto e misterioso Rigel. Gli atteggiamenti violenti di Rigel nei confronti di Nica sono spacciati come gesti d'amore, riproponendo mascolinità aggressive e passività femminili che hanno suscitato anche forti critiche, visto il target giovane a cui il romanzo si rivolge. Su Goodreads – un social network dedicato agli amanti dei libri – la maggior parte dei lettori ha giudicato la lettura noiosa, la trama inesistente e i personaggi poco credibili. Eppure le vendite sono state altissime.

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Con booktok, aumento evidente delle vendite

"Mi sono imbattuta in escamotage letterari piuttosto deboli e ripetitivi, trame che peccavano di omogeneità e coerenza"Sofia Paolinelli - Blogger

La blogger Sofia Paolinelli di Sistema Critico ha sottolineato le lacune stilistiche e narrative di questi libri: "Mi sono imbattuta in escamotage letterari piuttosto deboli e ripetitivi, trame che peccavano di omogeneità e coerenza". Paolinelli sostiene che, nonostante Booktok stia aiutando notevolmente il mondo dell'editoria, il ritmo sostenuto della produzione porta alla pubblicazione di"volumi acerbi e poveri di potenziale".

C'è però chi la pensa diversamente. Alessia Bioni, social media manager e copywriter freelance, ha raccontato su Substack – una piattaforma ideata per pubblicare articoli, newsletter, ecc. – che Booktok è stato determinante "nel processo di scoperta e delineamento di un suo gusto letterario personale".

Visto l'ampio consenso di pubblico – a inizio 2025 l'hashtag #BooktokItalia è stato visualizzato più di 2 miliardi di volte – gli editori hanno deciso di lavorare direttamente con i booktoker. Le collaborazioni consistono in contenuti creati dagli influencer, che possono essere principalmente di due tipi: il riassunto di un libro in meno di un minuto che invogli il lettore ad acquistarlo, e interviste con autrici e autori.

L'impatto di queste promozioni sulle vendite è stato evidente, tanto che alcuni titoli hanno raggiunto in breve tempo incrementi del 200-300 per cento. Dai dati raccolti dall'Associazione italiana editori (Aie), emerge che nel 2021 il mercato editoriale ha registrato un aumento del 16 per cento rispetto al 2020, anno di nascita di Booktok. A crescere sono stati anche i nuovi lettori, con il 60 per cento degli utenti under 25 che ha acquistato almeno un libro grazie a TikTok.

Di conseguenza, negli ultimi anni molte librerie hanno scelto di dedicare interi scaffali ai titoli più discussi sull'app. Mondadori ha perfino inaugurato una nuova sezione del sito dedicata a Booktok e ai suggerimenti di lettura che arrivano dalla community. Filippo Scisciani, della libreria Binaria del Gruppo Abele di Torino, è un osservatore privilegiato del fenomeno: "Non si conoscono ancora gli effetti, soprattutto quelli a lungo termine, ma è certo che Booktok abbia attirato alla lettura una fascia di età che non frequentava le librerie. Inoltre, sono emersi nuovi critici letterari che al momento non sono riconosciuti dal mondo dell'editoria. Quanto alla qualità dei libri, credo sia difficile esprimere un giudizio oggettivo".

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Booktok al Salone del libro

"È più semplice scoprire nuovi titoli e ascoltare le recensioni realizzate da altri lettori"Martina Levato - Booktoker

Questo nuovo mondo ha conquistato anche il Salone del libro di Torino. Già durante l'edizione dello scorso anno, erano stati annunciati i vincitori dei Booktok Awards, riconoscimenti ideati nel Regno Unito e destinati ai migliori libri e ai booktoker più apprezzati dalla rete. Quest'anno lo spazio dedicato al nuovo fenomeno editoriale è ancora aumentato, con talk, meet&greet, spazi dedicati a incontri e al dialogo con editori, autori e autrici. È stata persino organizzata una conferenza dal titolo Booklover Approved – La prima collana con titoli scelti da booktoker per i booklover, in collaborazione con De Agostini, che ha visto la partecipazione delle booktoker Valentina Ghetti, Noemi Guastella e Martina Levato, seguite da centinaia di migliaia di follower.

Ognuna di loro ha puntualizzato un aspetto che riteneva particolarmente interessante di questo genere. Secondo Ghetti, riguarda l'hype per la "copertina bella", ossia la tendenza a dare più importanza "all'estetica e alla bellezza di un libro piuttosto che alla qualità del suo contenuto". Martina Levato ha invece posto l'attenzione sull'aumento del passaparola tra utenti: "È più semplice scoprire nuovi titoli e ascoltare le recensioni realizzate da altri lettori". Infine, Guastella si è soffermata "sull'umanizzazione dell'editoria grazie ai social", dove c'è chi ti consiglia cosa leggere o racconta le ultime uscite in modo più diretto.

Guardando avanti

Il futuro di Booktok non è semplice da decifrare, così come gli aspetti controversi che caratterizzano il fenomeno, a cominciare dalla sua sostenibilità a lungo termine. Forse si tratta solo di una moda passeggera, di una tendenza destinata a esaurirsi fra qualche anno, ma una cosa è certa: grazie a Booktok giovani lettori e lettrici hanno avuto l'opportunità di avvicinarsi alla lettura, di farla diventare un'abitudine, tanto da garantirne la sopravvivenza. Resta sospeso un interrogativo: siamo certi che leggere, a prescindere da quello che leggi, sia sempre un bene?

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