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25 settembre 2025
A Formia, nell’esclusivo quartiere di Vindicio, vi è un complesso residenziale confiscato più di dieci anni fa al clan Bardellino che non è mai stato utilizzato. Nel tempo i piani per il recupero sociale del bene sono tutti naufragati, e quando finalmente sembrava che la Guardia di finanza potesse usufruirne per offrire alloggio ai suoi militari, il Comune ha firmato un’ordinanza “di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi” dichiarando l’immobile abusivo.
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In effetti l’edificio non è a norma, ma è così da sempre: negli anni Ottanta, quando è stato costruito, e ancora nel 1995, quando gli stessi proprietari avevano presentato una richiesta di condono per sanare le irregolarità. Tutti sapevano, ma per trent’anni gli uffici tecnici comunali hanno fatto finta di niente. Fino al 26 agosto 2025, quando un ritrovato zelo ha portato all’ordinanza di demolizione.
In Comune tutti sapevano che l'immobile era abusivo, ma per trent’anni gli uffici tecnici hanno fatto finta di niente
Il risultato? Niente alloggi per i finanzieri e immobile che resta disabitato, come forse in cuor loro speravano i vicini: Ernesto Bardellino – ex sindaco di San Cipriano d’Aversa e fratello del boss Antonio, fondatore e capo storico del clan dei Casalesi – e suo figlio Angelo, imprenditore 54enne condannato di recente dal tribunale di Latina a tre anni di carcere per avere comprato un’utilitaria nel 2015, mentre si trovava in regime di sorveglianza speciale, e non aver comunicato l’acquisto alla Guardia di finanza, infrangendo le disposizioni del codice antimafia.
Il complesso immobiliare si compone di un piano terra e ulteriori due piani, ognuno con accesso indipendente attraverso una scala esterna. Nell’appartamento al piano terra risiede la famiglia di Ernesto Bardellino e proprio accanto vi è una porzione che è stata oggetto di confisca. Il primo piano, un appartamento di 102 mq diviso in due unità abitative, è stato interamente confiscato, mentre il secondo piano, dove vive Angelo, non è gravato da alcuna sanzione.
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Nel 2013, le porzioni confiscate sono state assegnate ad alcune famiglie senza casa, ma nessuna ha osato mettere piede nelle ex proprietà dei Bardellino e il progetto è naufragato. Nel 2020, durante la breve amministrazione della sindaca Paola Villa, grazie a un finanziamento di oltre 60mila euro ottenuto dalla Regione Lazio, sono stati eseguiti dei lavori di manutenzione per trasformare i locali del primo piano in spazi dedicati alle persone disabili, ma anche in quel caso, terminate le opere di restauro, non vi è stato alcun seguito.
Dopo le dimissioni della sindaca Villa, in città si è insediata la commissaria straordinaria Silvana Tizzano, che nel 2021 ha siglato un accordo tra Comune e Guardia di finanza per destinare gli spazi ai militari del centro navale delle Fiamme gialle. Negli ultimi quattro anni nulla si è mosso e soltanto dopo l’insistenza dei consiglieri di minoranza, che hanno chiesto a più riprese che fine avessero fatto gli immobili dei Bardellino, è stata comunicata la notizia dell’abuso e del successivo decreto di demolizione.
Nel 2013 le porzioni confiscate sono state assegnate ad alcune famiglie senza casa, ma nessuna ha osato mettere piede nelle ex proprietà dei Bardellino
“Questa vicenda è emblematica – spiega la giornalista Graziella Di Mambro – perché mostra purtroppo quanto sia forte l’influenza dei Bardellino in città. Qui non si spara, non esplodono bombe, ma le persone hanno paura, come quelle famiglie che nel 2013 hanno preferito dormire in macchina o dai loro parenti pur di non andare nelle case dei Bardellino. Purtroppo questi immobili confiscati di fatto possono essere utilizzati solo dalle forze dell’ordine, sporadicamente da qualche associazione, quasi mai dalle singole persone”.
"Qui non si spara, non esplode nessuna bomba, ma le persone hanno comunque paura"
Nonostante l’ordinanza di demolizione, Il destino dell’immobile sottratto ai Bardellino non è ancora segnato. “Un’alternativa all’abbattimento – osserva Di Mambro – è la confisca da parte del Comune della porzione che lo stesso ente ha dichiarato insanabile. La confisca degli abusi è una procedura che gli enti locali utilizzano, a quel punto il bene sarebbe considerato per intero patrimonio pubblico”.
Ad agosto 2025, i beni confiscati alla criminalità organizzata e trasferiti al Comune di Formia risultavano essere 14, nove dei quali direttamente riconducibili alla famiglia Bardellino. Il dato inquietante è che soltanto un bene è stato effettivamente occupato: un appartamento di quattro vani appartenuto a Ernesto Bardellino e consegnato a una coppia di cittadini nel novembre 2013.
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I restanti non sono mai stati assegnati o, in altri casi, le procedure sono in corso di definizione. Singolare la vicenda del terreno di oltre 4mila mq in località Santa Maria La Noce, sequestrato a Ernesto Bardellino e destinato ad associazioni o cooperative che operino con persone disabili: il bando è stato esplicato, ma la procedura di assegnazione è andata deserta.
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