
Don Italo Calabrò, pioniere dell'antimafia sociale

10 settembre 2020
Se c’è una cosa che dovrebbe averci insegnato il fatto che se uno si prende la febbre in Cina, o in Germania, o da chissà quale parte del mondo, a migliaia di chilometri di distanza, poi succede che ci troviamo chiusi nelle nostre case peggio che in un film di zombie da una pandemia che fa correre le ambulanze per le strade, è proprio che facciamo parte di un ambiente, dove nessuno vive isolato.
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Con i criptofonini, i clan della Locride gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull'Aspromonte jonico. Tramite il "denaro volante", sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani. Con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei. L'ultimo numero de lavialibera offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l'hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka