Aggiornato il giorno 12 gennaio 2022
Prima ci sono state due esplosioni a San Severo, la notte tra il 3 e il 4 gennaio. Una contro una profumeria, la seconda contro un concessionario di automobili. La notte seguente, nel capoluogo, Foggia, c’è stata un’altra esplosione: questa volta l’obiettivo era il negozio di un fioraio. Nelle prime ore del 7 gennaio a Vieste, importante centro turistico del Gargano, una bomba carta ha distrutto la porta di casa di un pregiudicato, parente di un boss locale. Nel weekend si sono registrate l’esplosione del furgoncino di un distributore di caffè, quella di un ristorante e poi ancora contro una friggitoria. Nelle prime ore di martedì, intorno alle 3,3', due nuove esplosioni a San Severo: prima contro un salone di parrucchiere e poco dopo un altro ordigno davanti alla saracinesca di un’attività commerciale. Con quelli di ieri notte salgono ad otto gli attentati messi a segno dall’inizio dell’anno in provincia di Foggia. Nella Capitanata l’anno è cominciato all’insegna delle intimidazioni, come due anni fa. I bollettini sono scarni, le forze dell’ordine – coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari – indagano, scrutano i filmati delle telecamere, lì dove sono disponibili, per individuare i responsabili di questi atti contro le attività commerciali. Il sospetto è che dietro questi gesti ci siano le estorsioni delle mafie foggiane. Di un avviso diverso è l’ex questore di Foggia e scrittore, Piernicola Silvis, secondo il quale non necessariamente il movente degli attentati deve essere la richiesta del pizzo: “All’inizio dell’anno la Società (cioè i clan del capoluogo, ndr) si fa sempre sentire – ha spiegato a L’Attacco, un quotidiano locale –. Le intimidazioni, secondo me, vanno lette in quanto ricorrenze tradizionali di quel mondo. Sanciscono, in modo cadenzato, la presenza della criminalità organizzata nel territorio”.
"Microcosmo mafioso" è il numero de lavialibera dedicato alla situazione foggiana
“All’inizio dell’anno la Società si fa sempre sentire. (...) Sanciscono, in modo cadenzato, la presenza della criminalità organizzata nel territorio”Piernicola Silvis - Ex questore di Foggia e scrittore
Comunque sia, le ipotesi convergono intorno alla mafia locale, contro la quale, nel frattempo, politica e istituzioni rilanciano alcune proposte per potenziare gli investimenti nel contrasto, introdotti e rafforzati dopo la strage di San Marco in Lamis con l’istituzione di un ufficio della Direzione investigativa antimafia, la formazione dello Squadrone eliportato dei carabinieri “Cacciatori di Puglia” e il potenziamento degli avamposti di polizia presenti, tra cui la creazione di un commissariato di polizia a San Severo. Qui negli ultimi mesi la violenza è comunque riesplosa e il sindaco Pd Francesco Miglio è convinto che il presidio debba avere più agenti e pattuglie: “Chiedo al ministro Luciana Lamorgese di essere qui in Capitamata nei prossimi giorni. Non solo per annunciare vicinanza e solidarietà alla nostra popolazione che, in questo momento, si sente lasciata sola ma anche per annunciare delle misure concrete da attuare nelle prossime settimane per sventare quello che è un vero e proprio piano, una vera e propria strategia messa in atto dall’associazione mafiosa per tenere sotto scacco questa popolazione e questo territorio. Io mi aspetto che ci sia questa venuta del ministro Lamorgese nei prossimi giorni. Diversamente saremo noi ad andare a Roma con la popolazione a rivendicare un’attenzione che in questo momento crediamo di meritare”. Il capo del Viminiale arriverà lunedì 17 gennaio per presiedere il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica a cui parteciperanno anche il capo della Polizia, i comandanti generali dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, i vertici della locale Procura della Repubblica e della Direzione distrettuale antimafia di Bari: "La magistratura e le forze di polizia stanno assicurando il massimo impegno contro le organizzazioni criminali che operano a Foggia e in provincia", ha dichiarato Lamorgese. Lo stesso giorno, sempre alla prefettura foggiana, verrà annunciata la nascita di una nuova associazione antiracket.
“Questo territorio, per la conformazione che ha, ha bisogno almeno di una sezione distaccata della corte d’appello di Bari che porterebbe con sé anche una sezione distaccata della Dda barese”Marco Pellegrini - Senatore M5s
C'è chi, come il senatore di Forza Italia Luigi Vitali, invoca una nuova “Operazione Primavera”, come quella che nel 2000 assestò un durissimo colpo al contrabbando di sigarette in Puglia. La richiesta che raccoglie più consensi, al momento, è quella di istituire una Direzione distrettuale antimafia presso la procura cittadina. Attualmente, a occuparsi della mafia foggiana sono i magistrati della Dda di Bari: “Se avviene un omicidio di mafia a Vieste, il sostituto procuratore ci mette tre ore per arrivare sul luogo del delitto”, spiegava qualche mese fa a lavialibera il procuratore di Foggia, Ludovico Vaccaro. Per avere una Dda, però, c’è bisogno di una struttura più grande: in città andrebbe istituita una corte d’appello e questo implica l’apertura di altri tribunali sul territorio della Capitanata, che una volta c’erano e poi sono stati chiusi e concentrati nel capoluogo. Così la distanza da percorrere per i magistrati antimafia di Bari per arrivare sui luoghi dei delitti delle mafie foggiane può essere di 170, se non addirittura 230 chilometri, su strade non sempre agevoli.
“Ora è necessario continuare questa battaglia con l'istituzione di una sezione distaccata di corte d'appello e della Dda, presidi imprescindibili nel contrasto alle mafie – sostengono i parlamentari del M5s che fanno parte della commissione Antimafia –. Abbiamo depositato, già dall'agosto 2018, un disegno di legge in tal senso, a prima firma del senatore Marco Pellegrini che aveva letto con largo anticipo gli accadimenti odierni”. Pellegrini, foggiano, presiede il comitato dell’Antimafia che si focalizza su questa criminalità e nel 2017 ha fondato il comitato “Appelliamoci” (a cui hanno aderito più di trenta comuni della provincia) per chiedere una serie di interventi allo Stato. Alcuni sono stati realizzati. “Questo territorio, per la conformazione che ha, ha bisogno almeno di una sezione distaccata della corte d’appello di Bari che porterebbe con sé anche una sezione distaccata della Dda barese”, spiegava lo scorso giugno. Nell’agosto 2021 la trattazione del suo disegno di legge è stata assegnata alla commissione Giustizia del Senato, ma da allora non è stato ancora trattato.
"Diamo voce al riscatto foggiano", afferma Luigi Ciotti
Uno degli elementi più difficili della lotta alla mafia a Foggia è stato lo scarso impegno delle organizzazioni economiche e, soprattutto, la paura e la scarsa propensione a denunciare. Gli esperti e gli investigatori sottolineano come spesso gli imprenditori anticipino le minacce e le richieste estorsive cercando di ingraziarsi i boss. Nel 2014 era stata istituita un’associazione antiracket intitolata a Giovanni Panunzio, una vittima innocente di mafia, uno degli imprenditori foggiani uccisi dalla Società, ma il progetto era presto naufragato.
La prossima settimana nascerà un nuovo tentativo. Il 17 gennaio alla prefettura (guidata dall’ex questore di Roma Carmine Esposito) verrà presentata una nuova associazione antiracket di Foggia in presenza del presidente onorario della fondazione antiracket nazionale, Tano Grasso. Sarà presieduta da Alessandro Zito e sarà intitolata ai fratelli Luciani, vittime innocenti della strage di San Marco in Lamis. La nuova associazione si presenta al pubblico con una lista di primi iscritti: “Siamo una quindicina di imprenditori e metteremo tutto il nostro impegno per affrontare una situazione davvero complicata qui nel Foggiano”. Tra i nomi degli associati, c’è anche quello di Lazzaro D’Auria, imprenditore agricolo che ha ricevuto minacce e si è costituito parte civile nel processo “Decima azione” contro la Società foggiana.
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