
Dare un nome a chi muore in mare

Paolo ValentiRedattore lavialibera

23 dicembre 2022
Il 29 e 30 ottobre 2022 nella città di Palermo, negli spazi della Zisa si sono tenuti due giorni di lavori promossi da Libera dedicati a una riflessione internazionale e multidisciplinare, a distanza di oltre vent’anni dalla Convenzione di Palermo. Lo scambio nel corso delle giornate è stato arricchito da voci diverse, all’interno di un format ibrido che ha permesso la presenza di gran parte delle realtà che avevano partecipato allora ai lavori della Convenzione, ma anche di quelle che si sono messe all’opera negli anni successivi.
Convenzione di Palermo: una città non a caso
Il titolo Cross è stato scelto per riportare il senso di questo incrocio di saperi e azioni, riflesso di ciò in cui Libera crede da sempre fortemente: l’importanza di ampliare la prospettiva e coniugare il piano politico, la componente tecnico-conoscitiva e la base sociale, la cui espressione è la partecipazione di una cittadinanza responsabile e vigile, quindi il ruolo indispensabile delle giovani generazioni che scriveranno lo scenario futuro e così anche senz’altro il contributo prezioso delle/dei familiari di vittime delle mafie che, impegnate nella ricerca di verità e giustizia, rafforzano lo stato di diritto nei rispettivi paesi.
L’impegno internazionale ha una sua storia dentro Libera e ha portato diversi risultati, come la nascita di tre importanti reti internazionali, l’approvazione della Direttiva europea in materia di congelamento e confisca dei proventi da reato, la realizzazione di progetti dedicati a rafforzare e mettere in coordinamento le tante realtà che in Italia e all’estero si impegnano nella lotta alla corruzione, nella promozione dell’uso sociale dei beni confiscati, nella creazione di networking in ambito giovanile, nel supporto alle vittime delle mafie e nei percorsi di inclusione ed emancipazione. A livello transnazionale anche la collaborazione con le istituzioni europee e l’alleanza con organismi come Osce, Unodc, Global Initiative e International Land Coalition, tra le tante, rimandano all'importanza di intrecciare le proprie strade per aprirne di nuove.
Non sono esaustivi dell’impegno di Libera, ma sono oggigiorno delle dimensioni decisive per analizzare i fenomeni criminali e le misure per il loro contrasto messe in atto a livello istituzionale e non solo. Inoltre sono focus, spesso in relazione tra loro, che segnano trasversalmente con modalità e impatto diverso tutti i paesi nel mondo, unendo reti e persone.
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Con i criptofonini, i clan della Locride gestivano il narcotraffico internazionale da San Luca, paese di tremila anime arroccato sull'Aspromonte jonico. Tramite il "denaro volante", sistema informale di trasferimento di valore gestito da cinesi, con contatti a Dubai, pagavano la droga ai cartelli sudamericani. Con il beneplacito dei paramilitari, tonnellate di cocaina partivano da Colombia, Brasile e Ecuador per poi raggiungere il vecchio continente grazie agli operatori portuali corrotti dei principali scali europei. L'ultimo numero de lavialibera offre la mappa aggiornata degli affari della 'ndrangheta, così per come l'hanno tracciata le ultime indagini europee, in particolare l'operazione Eureka
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