Aggiornato il giorno 19 giugno 2024
Aggiornamento: A votazioni concluse, il dato è ufficiale: la crisi climatica è stata un argomento marginale durante la corsa per le scorse elezioni europee, con una percentuale di dichiarazioni sul tema che si è fermata al 7,6 per cento. A metterlo in luce il secondo report dell’Osservatorio di Pavia per Greenpeace pubblicato oggi, che già aveva monitorato i discorsi dei leader italiani durante la campagna elettorale. Questa seconda tranche di approfondimento è stata condotta tra il primo maggio e il 7 giugno, con un focus sui post di Facebook, le edizioni serali dei telegiornali delle reti Rai, Mediaset e La7 e nei talk o maggiori programmi televisivi. I politici coinvolti sono stati Angelo Bonelli, Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Riccardo Magi, Giorgia Meloni, Gilberto Pichetto Fratin, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Elly Schlein e Tajani. A parlare di più delle questioni che riguardano l’ambiente sono il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin e i leader di Alleanza verdi sinistra Bonelli e Fratoianni. Salvini è il leader che ha fatto il numero più alto di dichiarazioni critiche, che superano il 60 per cento. Schlein si attesta al 8,4 per cento mentre la presidente del consiglio al 5. “Se i nuovi europarlamentari italiani si occuperanno della crisi climatica quanto e come se ne occupano i loro leader politici, l’Italia rinuncerà definitivamente a giocare un ruolo attivo per la transizione energetica dell’Europa”, sottolinea Federico Spadini, campagna Clima di Greenpeace Italia.
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Le elezioni europee si avvicinano e la campagna elettorale si fa sempre più intensa. L’Osservatorio di Pavia ha redatto per Greenpeace Italia un report che indaga la presenza di clima e ambiente all’interno dei discorsi elettorali di undici leader politici italiani appartenenti a partiti diversi. Emerge che i riferimenti a questi temi nel dibattito politico sono scarsi, nonostante la condizione di urgenza climatica in cui ci troviamo.
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Le personalità politiche coinvolte nell’indagine sono Angelo Bonelli, Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni, Riccardo Magi, Giorgia Meloni, Gilberto Pichetto Fratin, Matteo Renzi, Matteo Salvini, Elly Schlein e Antonio Tajani. Lo studio parte dal monitoraggio delle dichiarazioni da loro pubblicate sulle rispettive pagine Facebook e rilasciate in 98 edizioni serali dei telegiornali Rai, Mediaset e La7 e in 57 puntate dei principali talk show politici e programmi di approfondimento nelle prime due settimane di maggio.
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Il risultato è che soltanto nell’8 per cento dei casi i politici accennano alla crisi climatica, percentuale che sfiora l’11 per cento se si includono anche temi ambientali non connessi al clima, ma che scende drasticamente al 4 per cento se si considerano le dichiarazioni esclusivamente dedicate al riscaldamento globale.
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Gilberto Pichetto Fratin di Forza Italia, in quanto ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, come prevedibile è uno dei politici che più parla di ambiente, seguito da Angelo Bonelli (Alleanza Verdi Sinistra), Riccardo Magi (Stati Uniti d’Europa) e Matteo Salvini (Lega). Stupisce che le due protagoniste della campagna elettorale non si pronuncino granchè in materia: Elly Schlein ne parla nel 7,8 per cento delle dichiarazioni, mentre Giorgia Meloni si ferma al 3,4 per cento.
Come afferma Federico Spadini, campaigner Clima e Trasporti di Greenpeace Italia, “nonostante le alluvioni che hanno colpito il nord Italia pochi giorni fa, le temperature record degli ultimi mesi e un’estate di siccità alle porte che rischia di mettere in ginocchio tutto il Centro-Sud, la maggior parte della politica italiana sembra del tutto indifferente alla crisi climatica e alle azioni necessarie per fermarla”.
Anche se la comunicazione via Facebook degli undici leader campione è focalizzata sulla campagna elettorale, dal report si evince che i politici sono più inclini a trattare di temi ambientali e a prendere posizioni nei confronti di azioni per il clima nei post pubblicati sul social piuttosto che nelle dichiarazioni pubbliche a telegiornali e programmi tv. Questo anche perché i temi degli interventi televisivi sono quasi esclusivamente determinati dalla scaletta di chi conduce le trasmissioni di informazione o dall’agenda dei telegiornali: entrambe legate all’attualità, in particolare alla cronaca politica, riducono al minimo lo spazio per clima e ambiente.
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Gli esponenti dell’attuale governo con le loro dichiarazioni mettono in discussione le politiche del Green Deal europeo, definendole folli, impositive, liberticide, e rivendicano una “via italiana” alla transizione energetica che punta su soluzioni multi-tecnologiche per il settore dell’automotive e dell’energia e sugli agricoltori per la tutela del territorio. Sostengono di aver adottato un approccio "pragmatico" nelle sfide alla crisi climatica, alla sostenibilità ambientale e alla transizione energetica, e di aver così tracciato un modello che dovrebbe essere seguito anche dal resto d’Europa.
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Le posizioni assunte da Matteo Salvini si confermano le più ambigue e contrarie ad azioni per il clima, che il leader della Lega condanna come dannose per le imprese e per la loro competitività. “NO alla follia dell'ideologia green, SÌ al buonsenso e alla concretezza!” è lo slogan con cui chiude un post Facebook del 9 maggio 2024.
Per citare ancora una volta Spadini, il governo “oscilla fra l’ignorare le questioni climatiche e l’aperta opposizione alle politiche ambientali europee” quando invece “dovrebbe concentrarsi su ciò che veramente serve: investire subito sulla transizione ecologica, le fonti rinnovabili e il risparmio e l’efficienza energetica in tutti i settori”.
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