20 marzo 2024
I documenti non sono disponibili. O meglio, non esistono. È impossibile sapere chi sia andato ad incontrare i ministri e i dirigenti del dicastero all’Ambiente dal 2021 ad oggi, che è presieduto da Gilberto Pichetto Fratin. Come scoperto da lavialibera, “non è stata operata alcuna raccolta dati o informazioni”: i decisori, ossia tutti coloro che dentro il dicastero hanno incontrato i portatori di interessi, non hanno tenuto traccia di chi abbia avanzato richieste, né di quante volte abbiano avuto interlocuzioni e di che tipo. Così, mentre l’Italia taglia il 70 per cento del Fondo per il clima per finanziare il Piano Mattei, non si sa quali attività di lobby siano state condotte all’interno del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. A rimanere a secco rimane il diritto di cittadini e cittadine di sapere chi sta avendo un peso nelle decisioni che riguardano la transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica.
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Con l’inizio delle interlocuzioni si è bloccato anche l’obbligo di trasparenza. Si passa da una quantità di informazioni ritenuta eccessiva all’annulamento di qualsiasi traccia su chi stia parlando con i funzionari del dicastero dell’Ambiente.
L’obbligo di pubblicazione dell’Agenda degli incontri con i portatori di interesse sul sito del ministero è sospeso dalla primavera del 2021, quando sono iniziate le interlocuzioni con il Garante per la protezione dei dati. Come lavialibera aveva già raccontato, lo stop al caricamento di queste informazioni era avvenuto per l'eccessiva mole di dati che riguardavano non solo gli appuntamenti del ministro e dei sottosegretari, ma anche di tutti i dirigenti, titolari di incarichi di vertice, consiglieri di ministro e sottosegretari. L’aggiornamento dell’Agenda, introdotta nel 2013 dal codice di trasparenza e poi estesa con il Piano triennale per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza 2020-2022, si presentava troppo dispendiosa. Come aveva evidenziato l’autorità per la privacy, “anche una semplice riunione di lavoro o una videoconferenza fra diverse amministrazioni diviene oggetto di un obbligo di pubblicazione online”. Così, con l’inizio delle interlocuzioni si è bloccato anche l’obbligo di trasparenza, passando da una quantità di informazioni ritenuta eccessiva all’annulamento di qualsiasi traccia su chi stia parlando con i funzionari del dicastero dell’Ambiente.
Alla nostra prima richiesta di accesso civico che chiedeva la pubblicazione dell’Agenda, Roberta Spada, a capo della segreteria del ministro, aveva risposto sottolineando la sospensione della pubblicazione e l’impossibilità di soddisfare la nostra domanda perché “l’ostensione delle informazioni [...] richiederebbe un’attività di elaborazione dei dati” compresi “l’oscuramento dei dati personali”. In realtà, questa ultima parte di cancellazione deve essere effettuata dalla pubblica amministrazione e non richiede alcuna elaborazione. Ma il fulcro della questione è un altro: l’elenco di chi abbia portato le proprie istanze al dicastero di Pichetto Fratin non può essere redatto semplicemente perché non esiste.
“Dal giorno dell’effettiva sospensione dell’allora disciplina i decisori e i portatori di interesse precedentemente tenuti all’obbligo non hanno più comunicato i dati e le informazioni che rappresentano la base per poter garantire la loro pubblicazione”
A scriverlo è il responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza Pietro Cucumile: “Dal giorno dell’effettiva sospensione dell’allora disciplina i decisori e i portatori di interesse precedentemente tenuti all’obbligo non hanno più comunicato i dati e le informazioni che rappresentano la base per poter garantire la loro pubblicazione”. Come fa sapere l’avvocato, “in assenza di definizione, in un’apposita disciplina, di quali siano le categorie di 'decisori' o di 'portatori di interessi', non è stata operata alcuna raccolta dati o di informazioni o predisposto il documento oggetto della richiesta formulata”. A inizio marzo, Cucumile ha poi richiesto sul tema uno specifico parere dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione. Le interlocuzioni, a quasi tre anni di distanza, sono ancora in corso.
I decisori, ossia chi ha incontrato i portatori di interessi, non hanno tenuto traccia di chi abbia avanzato richieste, né di quante volte abbiano avuto interlocuzioni e di che tipo.
Così, mentre non si ha idea di chi possa essersi avvicendato al tavolo del ministero, l’unico modo parziale per sapere alcuni degli interlocutori è seguire le sue pagine social. Dalla decarbonizzazione allo sviluppo sostenibile, fino alla trasformazione green delle aziende, le didascalie si susseguono, senza però specificare tutte le informazioni che l’Agenda prevedrebbe. Tra i temi più cari, l’utilizzo “di tutte le fonti rinnovabili, inclusi, tra gli altri, il biometano e un gas rinnovabili”. Il nucleare è “una grande opportunità ambientale ma anche economica per l’Italia. Il 13 marzo ha partecipato al Forum della intermodalità sostenibile, con partner Eni, Enel, Ferrovie dello Stato e Autostrade per l’Italia. La strategia sottesa a quello che Pichetto Fratin definisce un “approccio pragmatico e senza ideologie” è però tenuta all’oscuro dei cittadini, che diventano “amici” nella descrizione dei post.
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Intanto, dal 28 al 30 aprile il nostro Paese ospiterà il G7 su ambiente, clima ed energia, alle porte di Torino, in una blindata Reggia di Venaria. “L’Italia – scrive Pichetto Fratin – vuole essere concreta e ambiziosa nell’affrontare le sfide dei cambiamenti climatici della sicurezza energetica. Questo approccio guiderà la nostra Presidenza G7”. A tutti gli incontri che si terranno in tutta la penisola saranno presenti Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti e l’Unione europea. Sulla pagina web di presentazione della serie di eventi, non compaiono né la parola ambiente, né cambiamento climatico. Compare il nesso “clima-energia”, come una delle principali sfide dei nostri tempi.
A chi si stia affidando il nostro Paese per affrontarla, però, non possiamo saperlo.
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