22 novembre 2024
Oggi, 22 novembre 2024, si celebra la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole. Una ricorrenza importante – nata nel 2015 sotto l’impulso dell’esecutivo presieduto da Matteo Renzi, per tenere viva la memoria delle vittime degli incidenti avvenuti negli istituti italiani – che l’attuale governo sembra aver rimosso dalla sua agenda.
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La scelta del giorno non è casuale: il 22 novembre del 2008, al liceo Darwin di Rivoli (Torino), perse la vita il 17enne Vito Scafidi, travolto mentre si trovava in classe dal controsoffitto ceduto sotto il peso di un vecchio tubo in ghisa non funzionante e mai rimosso. Un suo compagno di classe, Andrea Macrì, rimase gravemente ferito riportando una paraplegia incompleta da trauma vertebrale. Quest’anno il ministero dell’Istruzione non ha diffuso nessuna circolare o indicazioni sullo svolgimento della Giornata e lo stesso responsabile del dicastero, Giuseppe Valditara, non ha pubblicato messaggi ufficiali.
Il 22 novembre del 2008, al liceo Darwin di Rivoli (Torino), perse la vita il 17enne Vito Scafidi, travolto in classe dal controsoffitto ceduto sotto il peso di un vecchio tubo in ghisa non funzionante e mai rimosso
L’ultimo risale al 2022, un mese dopo l’entrata in carica della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: una lettera firmata e pubblicata sul sito del ministero nell’ambito dell’iniziativa Sicura solo se si cura. “La Giornata per la sicurezza nelle scuole – scriveva Valditara – deve essere il nostro presente costante. Attraverso campagne di informazione corretta, attività di formazione sulla gestione dei rischi, condivisione di buone pratiche e collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali perché si affermi davvero e compiutamente nel nostro Paese una cultura della sicurezza”. Da allora soltanto il silenzio.
Il 26 settembre l’opposizione ha quindi deciso di presentare un’interrogazione in Senato, con prima firmataria Enza Rando (Pd), per chiedere al governo di motivare la scelta di non dare risalto alla Giornata. Per la minoranza, si tratta di “una colpevole dimenticanza e una mancanza di rispetto per le vittime, il cui sacrificio dovrebbe essere al centro di questa giornata, e per le loro famiglie”.
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In ultimo, l’interrogazione ha chiesto una riunione dell’Osservatorio per l’edilizia scolastica, sulla cui storia vale la pena soffermarsi. L’Osservatorio è previsto dall’articolo 6 della legge 23/1996 “Norme per l’edilizia scolastica” ed è composto dai rappresentanti degli organismi nazionali, regionali e locali competenti in materia di edilizia scolastica, nonché da una rappresentanza del ministero per i Beni culturali e ambientali (oggi ministero della Cultura). Ha compiti “di promozione, di indirizzo e di coordinamento delle attività di studio, ricerca e normazione tecnica espletate dalle regioni e dagli enti locali territoriali nel campo delle strutture edilizie per la scuola e del loro assetto urbanistico, nonché di supporto dei soggetti programmatori e attuatori degli interventi previsti dalla presente legge”.
L’Osservatorio per l’edilizia scolastica esiste dal 1996 ma, a parte una breve parentesi, non ha mai funzionato come avrebbe dovuto
Dopo un breve periodo di attività, l’Osservatorio è sparito dai radar per circa vent’anni per poi essere riesumato dal governo Renzi che, nell’ambito della riforma scolastica del 2015, ha attribuito all’organismo “anche compiti di indirizzo, di programmazione degli interventi in materia di edilizia scolastica, nonché di diffusione della cultura della sicurezza”. Consultando oggi il sito del ministero, l’ultimo resoconto risale al 3 ottobre 2019. Anche in questo caso da cinque anni tutto tace.
Tornando all’interrogazione, la risposta del governo è stata affidata alla sottosegretaria per l'Istruzione e il merito Paola Frassinetti, che ha spiegato come “(...) il ministero si sta attivando per il rinnovo dell'accordo di collaborazione con Cittadinanzattiva”, un’organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza.
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A proposito dell’Osservatorio, la sottosegretaria ha aggiunto “che il ministero si sta impegnando per convocare la prossima riunione proprio in occasione della Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole”. La risposta non ha soddisfatto la senatrice Simona Malpezzi (Pd-Idp), secondo cui “da quando è in carica questo Governo, la Giornata nazionale per la sicurezza scolastica non è più stata celebrata nella modalità che la legge n. 107 del 2015 prevedeva”.
Malpezzi ha aggiunto che: “(...) l'Osservatorio non è stato più convocato dal 2021, ciò significa che dal momento in cui c'è stato il cambio di governo, nel 2022, non è stato più convocato. Senza convocare l'Osservatorio, senza aggiornare l'anagrafe secondo i criteri necessari, noi ci ritroviamo a non sapere quali sono gli interventi che devono essere fatti. Non si vuol attuare una misura perché fatta dai governi precedenti e quindi si creano problemi nella continuità, anche programmatica, che serve ai nostri enti locali, dalle Regioni ai Comuni. Spesso, i nostri Comuni vengono lasciati soli e poi si trovano di fronte a situazioni che capitano e non sanno perché”.
Frassinetti ha citato l’accordo di collaborazione tra il governo e Cittadinanzattiva. Proprio l’organizzazione, un anno fa, attraverso le parole della coordinatrice nazionale Scuola Adriana Bizzarri, aveva rivolto un appello a Valditara chiedendo di convocare con urgenza l’Osservatorio ”affinché eserciti pienamente le sue funzioni istituzionali in materia di indirizzo e coordinamento nell’edilizia scolastica sia in relazione al Pnrr che nella programmazione triennale ordinaria degli interventi oltre che nella diffusione della cultura della sicurezza”. Bizzarri aveva espresso preoccupazione per la mancanza di risorse aggiuntive per l’edilizia scolastica “con particolare riguardo alle indagini diagnostiche di soffitti e solai con i relativi interventi”.
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Nel XXII Rapporto sulla sicurezza delle scuole realizzato da Cittadinanzattiva e presentato lo scorso settembre a Roma, si evince che da settembre 2023 nelle scuole italiane sono stati registrati 69 crolli (in larga parte si tratta di solai, soffitti e controsoffitti), un numero mai raggiunto negli ultimi sette anni. Di questi episodi, 28 sono avvenuti al Sud e nelle Isole, 28 al Nord e 13 nelle regioni del Centro. In larga parte gli episodi sono avvenuti di notte, nei weekend o durante le festività, ma hanno comunque causato il ferimento di nove studenti e studentesse, tre docenti, due collaboratori scolastici, un’educatrice e quattro operai.
Da settembre 2023 nelle scuole italiane sono stati registrati 69 crolli, in larga parte si tratta di solai, soffitti e controsoffitti: un numero mai raggiunto negli ultimi sette anni
Dal Rapporto emerge che “le cause sono in gran parte da ravvisare nella vetustà degli edifici e dei materiali con cui sono stati costruiti, nell’assenza o carenza di manutenzione, nella riduzione degli investimenti relativi a indagini e interventi su controsoffitti, solai, tetti, nella mancanza di tempestività nell’intervenire”. Altrettanto preoccupante è il numero degli edifici scolastici che non possiede il certificato di agibilità (59,16%) né quello di prevenzione incendi (57,68%) o collaudo statico (41,50%). Inoltre, su 40.133 edifici scolastici, 2.876 risultano essere ubicati in zone a rischio sismico 1 e 14.467 a rischio 2, ma solo l’11,4% è stato progettato secondo la normativa antisismica.
Quanto effettivamente il governo stia spendendo per mettere a posto le scuole non è chiaro e lo stesso vale per i dati forniti nel corso dell’anno dalle regioni al Sistema nazionale dell’anagrafe dell’edilizia scolastica (Snaes): è necessario che il ministero dell’Istruzione li pubblichi periodicamente e permetta a chiunque di consultarli per conoscere lo stato di un edificio scolastico e i relativi interventi previsti o in corso. Occorre anche rendere noti i risultati della mappatura satellitare degli edifici scolastici avviata durante il governo presieduto da Giuseppe Conte dal ministro Marco Bussetti, di cui si è persa traccia.
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Sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), Cittadinanzattiva segnala “la difficoltà di monitorare l’andamento delle sue fasi attuative per la tardiva o incompleta pubblicazione delle informazioni da parte degli organi preposti; il mancato coinvolgimento delle comunità locali se non nel co-progettare, o nel condividere i progetti almeno nell’essere coinvolti e informati nelle fasi di attuazione; l’incertezza dell’impatto della rimodulazione della terza tranche anche su progetti già in essere riguardanti edifici scolastici, ma soprattutto, asili nido, solo in parte fugata”.
Sui fondi del Pnrr destinati alla scuola emerge la difficoltà nel monitorare i lavori: la causa è la tardiva o incompleta pubblicazione delle informazioni
In una nota pubblicata il 15 marzo 2023 sul sito del ministero dell’Istruzione, è possibile consultare l’elenco di 399 interventi di edilizia scolastica indicati dalle regioni e finanziati con circa 936 milioni di risorse nell’ambito del Piano. Si tratta soprattutto di opere di messa in sicurezza degli istituti, riqualificazione, adeguamento sismico e antincendio e di eliminazione delle barriere architettoniche.
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