A sinistra, in maglietta nera, Andrea Beretta. In mezzo, col numero 23, Antonio Bellocco, ucciso dal primo il 4 settembre 2024. A destra, il capo della Curva Nord 1969 Marco Ferdico. Sono i protagonisti dell'indagine Doppia curva della procura di Milano sui legami tra ultras di Inter e Milan con la criminalità organizzata (Foto da Instagram)
A sinistra, in maglietta nera, Andrea Beretta. In mezzo, col numero 23, Antonio Bellocco, ucciso dal primo il 4 settembre 2024. A destra, il capo della Curva Nord 1969 Marco Ferdico. Sono i protagonisti dell'indagine Doppia curva della procura di Milano sui legami tra ultras di Inter e Milan con la criminalità organizzata (Foto da Instagram)

Ultras e mafie, ora se ne occuperà anche un comitato della commissione antimafia

Dopo le indagini su Inter e Milan, di ultras e mafie si occuperà un gruppo di parlamentari della commissione Antimafia. Lo guiderà Walter Verini (Pd). In programma una serie di audizioni per capire come è cambiato il mondo delle tifoserie e come arginare la criminalità e i suoi affari illeciti legati al calcio e agli stadi

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

12 dicembre 2024

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Un primo incontro per darsi un programma e un obiettivo. Arrivare, nel giro di sei o dodici mesi, a formulare proposte e input per prevenire e contrastare i legami tra crimine e ultras. Mercoledì mattina, alle 8,30, si è riunito il comitato della commissione parlamentare antimafia che si occuperà di "infiltrazioni mafiose nelle manifestazioni sportive e legami tra criminalità organizzata e società sportive". A coordinarlo sarà il senatore del Pd Walter Verini, che ne ha proposto la costituzione dopo l’inchiesta Doppia curva della procura di Milano sui rapporti di ultras di Milan e Inter con esponenti della ‘ndrangheta. “Vorremmo fornire alla commissione antimafia e al parlamento una serie di proposte e buone pratiche per prevenire e contrastare le infiltrazioni – spiega a lavialibera –. Non vogliamo e non possiamo sostituirci alle procure, ma vorremmo squadernare quanto succede nello sport, nel calcio, non solo professionistico, e in ciò che ruota interno. Accendere un faro e far conoscere può dare un po’ più di coraggio a chi ha voglia di reagire, sia per prevenire, sia per denunciare”. Tra gli interventi di ieri mattina, ci sono stati quelli dei senatori Sandro Sisler e Filippo Melchiorre (di Fratelli d'Italia) che hanno condiviso e sottolineato la necessità di lavorare in un arco di tempo definito, per offrire alla Commissione e al parlamento materiali e proposte utili alla prevenzione e al contrasto del fenomeno.

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Una lunga lista di audizioni

Roma, 6 marzo 2024. La Commissione parlamentare antimafia nel corso dell'audizione di Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo (A. Para/Camera dei deputati)
Roma, 6 marzo 2024. La Commissione parlamentare antimafia nel corso dell'audizione di Giovanni Melillo, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo (A. Para/Camera dei deputati)

Tra le possibili audizioni, ci saranno quelle dei vertici del Coni, come Giovanni Malagò, della Federazione italiana gioco calcio, delle leghe di serie A, B e Pro, e di quelle dei campionati semi-professionali. Nelle intenzioni, c’è quella di convocare i rappresentanti dei club di serie A, a partire da Inter e Milan, ma anche quelli che in passato sono già stati al centro di vicende di cronaca (Lazio, Juventus) e quelli con tifoserie legate all’estrema destra. “Non ci concentreremo soltanto su un colore o un vessillo”, spiega Verini.

Sarà dato spazio all’Associazione italiana calciatori, perché “i giocatori – spesso giovani – possono diventare succubi di alcuni atteggiamenti prevaricatori. Vanno aiutati a comprendere i rischi e sostenuti nel dire di no”; ai rappresentanti degli arbitri; ai magistrati inquirenti, a partire dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, e ai rappresentanti dei ministeri dell’Interno e dello Sport.

Il comitato su mafie e calcio del 2017

Leggi Già nella legislatura 2013-2018, quando la commissione parlamentare antimafia era presieduta da Rosy Bindi, i componenti avevano costituito un gruppo di lavoro su mafie e calcio, coordinata dal deputato Marco Di Lello. L’interesse degli onorevoli traeva spunto da alcuni episodi di cronaca. In particolare, ad accendere l’attenzione sul tema, era stata l’indagine Alto Piemonte che aveva rivelato la presenza di uomini della ‘ndrangheta nella curva della Juventus. Le analisi si erano estese anche alle condizioni di altri club di serie A, come Lazio, Napoli, Catania e Genoa, e di serie minori, come il Latina Calcio. Nella relazione finale, i parlamentari proponevano controlli più forti sul lato finanziario-societario, nuove regole sulle scommesse, norme più severe nella giustizia sportiva, l’introduzione del reato di bagarinaggio e altro ancora. 

Da allora qualcosa è cambiato. Ad esempio, prima dell’operazione Doppia curva, il capo ultras della Lazio Fabrizio “Diabolik” Piscitelli è stato ucciso e alcune indagini hanno rivelato i suoi contatti con la criminalità organizzata. “Vogliamo aggiornare il quadro fotografando in maniera analitica”, afferma il senatore Verini, pensando anche all’evoluzione degli ultimi anni, con la presenza sempre maggiore nelle proprietà dei club di fondi di investimento stranieri: “Quando c’è una società radicata, visibile, c’è un certo tipo di atteggiamento. Con i fondi societari, i manager tendono a delegare. C’è una spersonalizzazione nelle società e può alterare le reazioni”.

Pluto, Elvis e gli altri. Sugli striscioni degli ultras laziali la rete di Diabolik

A proposito di società: Claudio Lotito e Adriano Galliani, presidenti di due club di serie A come Lazio e Monza, sono anche senatori di Forza Italia. Potrebbero essere auditi? “I parlamentari, per regolamento, non possono essere auditi, però ammetto che sarebbe interessante conoscere da Lotito la sua esperienza diretta, per quanto faccia parte di un campo a me avverso: è noto che abbia reciso i rapporti della Lazio con gli ultras, abbia ricevuto minacce e viva sotto scorta per questo”.

Già nel 2017 il presidente della Lazio aveva raccontato le azioni intraprese per ridurre le erogazioni di biglietti e aiuti ai gruppi ultras, decisioni che scatenarono la rabbia nei suoi confronti. Galliani, invece, da amministratore delegato del Milan di Silvio Berlusconi, nei primi anni Duemila aveva denunciato un tentativo di estorsione da parte del gruppo di ultras chiamato "Guerrieri ultras", guidato da Giancarlo Lombardi detto Sandokan: lui e altri sodali avevano minacciato i manager del club rossonero per ottenere biglietti gratis o a prezzo di favore. Nel 2014 "Sandokan" e altri ultras erano stati condannati in via definitiva per tentata estorsione. 

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