2 gennaio 2025
Roma, Catania, Palermo, Albania, Corte europea, procedure accelerate, paesi sicuri: quello del cosiddetto scontro politica-magistratura sui migranti, che ha animato e continua ad animare il dibattito pubblico italiano, è un copione articolato, che vede intrecciarsi attori e livelli diversi e tocca questioni complesse dal punto di vista legale. Proviamo a fare chiarezza, mettendo in ordine i fatti principali.
Sicilia e Albania, frontiere del diritto
Al centro dello scontro le procedure accelerate di frontiera, che consentono il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti da paesi considerati sicuri
Il decreto Cutro introduce le procedure accelerate di frontiera con trattenimento. I migranti provenienti da paesi considerati sicuri che arrivano nelle province designate come "zone di frontiera o di transito" (le province costiere del Sud più Gorizia e Trieste) sono sottoposti a un iter più rapido per l’esame della richiesta d’asilo, durante il quale possono essere reclusi in apposite strutture per un massimo di 28 giorni, salvo decisione contraria del tribunale competente o versamento di una garanzia finanziaria.
Apre a Modica (Ragusa) il primo centro di trattenimento per richiedenti asilo sottoposti a procedure accelerate di frontiera, ma il tribunale di Catania nega a più riprese la convalida, ritenendo le modalità di trattenimento contrarie al diritto europeo. Contro queste decisioni il governo presenta ricorso in Cassazione, ma lo ritira a luglio dopo aver modificato la norma sulla garanzia finanziaria nella direzione indicata dai magistrati.
La premier Meloni e l'omologo Rama firmano l’accordo Italia-Albania, che prevede la costruzione di due centri italiani in territorio albanese per l'identificazione e il trattenimento dei richiedenti asilo provenienti da paesi sicuri e intercettati in acque internazionali.
Centri migranti in Albania, tutte le falle del piano Meloni
Apre a Porto Empedocle (Agrigento) il secondo centro di trattenimento per richiedenti asilo sottoposti a procedure accelerate di frontiera, ma il tribunale di Palermo non convalida le prime istanze di trattenimento. I giudici contestano l'assenza di "dovuta motivazione" e "proporzionalità" che giustifichino la privazione della libertà dei migranti, oltre all'"impossibilità di fare efficace ricorso alle altre misure alternative, di tipo non coercitivo". Lo stesso tribunale convaliderà poi alcune istanze di trattenimento nei confronti di richiedenti asilo tunisini.
La Corte di giustizia dell'Unione europea chiarisce in una sentenza che uno Stato può essere definito sicuro soltanto se rischi di persecuzioni, violenze e violazioni dei diritti sono assenti “in modo generale e uniforme” su tutto il territorio e per tutte le categorie di persone e che spetta ai giudici valutare se le liste stilate dai governi rispettano questi criteri.
Il tribunale di Roma non convalida il trattenimento dei primi dodici migranti portati in Albania per “l’impossibilità di riconoscere come 'paesi sicuri' gli Stati di provenienza”. Il ministero dell’Interno presenta ricorso in Cassazione.
Per il ministro Nordio, il nuovo decreto blinda lista dei paesi sicuri. In realtà, in tutti i paesi Ue i magistrati sono tenuti a disapplicare le norme nazionali che ritengono contrarie al diritto comunitario
Il governo adotta tramite decreto-legge la nuova lista dei paesi sicuri. Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, “nel momento in cui l'elenco dei paesi sicuri è inserito in una legge (prima era inserito in un decreto interministeriale, che non ha forza di legge, ndr), il giudice non può disapplicarla”. In realtà, in Italia come in tutti i paesi dell'Unione, i giudici hanno il dovere di disapplicare norme nazionali che ritengono contrarie al diritto comunitario.
Sicuri che siano paesi sicuri? Le ombre della nuova lista del governo Meloni
Il tribunale di Bologna, interpellato sul caso di un richiedente sottoposto a procedura accelerata non di frontiera, chiede alla Corte di gustizia dell'Unione europea di chiarire la corretta applicazione del concetto di paese sicuro.
Il tribunale di Catania non convalida il trattenimento di un cittadino egiziano nel centro di Modica disapplicando il decreto Paesi sicuri perché ritenuto contrario al diritto europeo.
Il tribunale di Palermo non convalida il trattenimento di altri due migranti nel centro di Porto Empedocle e chiede alla Corte europea di chiarire la corretta applicazione del concetto di paese sicuro.
Il tribunale di Roma sospende il giudizio sul trattenimento di altri sette migranti portati in Albania rinviando la questione alla Corte europea.
Il parlamento approva il decreto Flussi, che converte in legge la nuova lista dei paesi sicuri e trasferisce la competenza sulla convalida dei trattenimenti alle corti d’appello.
Pubblicata la sentenza della Cassazione del 4 dicembre nella quale la Corte chiarisce che è legittimo che il governo preveda "un regime differenziato di esame delle domande di asilo per gli stranieri che provengono da paesi di origine designati come sicuri", ma che spetta al giudice valutare che la designazione di un paese come sicuro rispetti i criteri previsti dal diritto internazionale e, in caso contrario, disapplicare la norma nel singolo caso su cui è interpellato.
Nei prossimi mesi si attende la pronuncia della Corte di giustizia dell'Unione europea, che potrebbe emettere un'unica sentenza su tutti i casi per cui è stata interpellata.
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Politica all'attacco della magistratura. Il governo italiano, come quello di altri paesi occidentali, mostra insofferenza verso alcuni limiti imposti dallo stato di diritto delegittimando giudici e poteri di controllo