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1 luglio 2025
Nel mondo attuale il valore della scienza è permetterci di avere una percezione corretta della realtà. Perché oggi prendere abbagli è molto pericoloso. Ricordate i primi tempi del covid, quando numeri esigui di malati e morti erano confinati a una lontana città della Cina e tutti pensavano che l’epidemia sarebbe stata facilmente controllabile? Solo gli scienziati, in questo caso gli epidemiologi, avevano avvertito del rischio che senza azioni concrete i contagi sarebbero stati esponenziali. E che quindi era necessario tagliare i contatti. Per fortuna siamo andati in quella direzione, riuscendo a contenere i danni.
Saccheggiare la Groenlandia è un pericolo globale
Lo stesso vale per altri problemi globali, ad esempio i cambiamenti climatici. Non possiamo guardare solo al locale e all’immediato, ma dobbiamo approcciare la questione pensando che anche la soluzione delle emergenze temporanee va pensata nell’ottica della crisi climatica di lungo periodo. Il rischio, altrimenti, è aggravare irrimediabilmente la situazione e avere conseguenze molto gravi. La ricerca scientifica è l’unico faro che ci può guidare per affrontare questo problema.
Iniziano a essere oscurati i siti che si occupano della crisi climatica e intere serie storiche di misurazioni rischiano di essere interrotte
Oggi, però, la scienza è sotto attacco. Negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump sta tagliando i fondi alle agenzie federali che si occupano di salute pubblica e studio del clima. Le stime, per l’anno fiscale 2026, parlano di una riduzione di 163 miliardi di dollari ai finanziamenti federali per la ricerca e lo sviluppo, con una diminuzione del 23 per cento rispetto ai numeri dell’amministrazione guidata da Joe Biden.
Leggi la rubrica del climatologo Antonello Pasini
Addirittura, iniziano a essere oscurati i siti che si occupano della crisi climatica e intere serie storiche di misurazioni rischiano di essere interrotte. Ma la scienza dà forse fastidio? Certamente, la ricerca scientifica e la conoscenza possono smentire alcune narrazioni e far comprendere alle persone come determinate percezioni della realtà siano sbagliate e pericolose. Il pensiero critico fondato su dati quantitativi e il più possibile oggettivi non consente più di raccontare la realtà a proprio piacimento. E così si sceglie di oscurare, di non far guardare. Don’t look up!
Spendiamo l’1,3 per cento del Pil per la ricerca, contro il 2,2 per cento della media europea
Per fortuna in Italia la situazione non è ancora quella d’oltreoceano, seppure la scienza continui a essere sottovalutata e finanziata con poche risorse: spendiamo l’1,3 per cento del Pil per la ricerca, contro il 2,2 per cento della media europea. Inoltre, i nostri ricercatori non sono valorizzati né economicamente, né come status sociale e ai giovani migliori non resta che fuggire all’estero.
Dobbiamo assolutamente ribaltare questa situazione: ne va del benessere del nostro Paese e dei suoi abitanti, oltre che della nostra libertà di pensiero critico.
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