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Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

1 settembre 2025
Sulla parete dietro la scrivania, nel suo ufficio in Lussemburgo, c’è la famosa foto di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. "Proviene da un museo che ho visitato a Palermo, la guida era un ex autista di Borsellino che ci ha offerto molti spunti sul loro lavoro. I due giudici italiani saranno sempre ricordati come un punto di riferimento". Laura Codruța Kövesi, 52 anni, è una magistrata rumena e guida la procura europea (Eppo). Dal giugno 2021 indaga sui casi di frode al bilancio dell’Ue: truffe per ottenere fondi comunitari ed evasioni fiscali. Reati da colletti bianchi, ma non solo. "Mi aspettavo un carico di lavoro elevato e molti casi da seguire, ma c’era qualcosa che non pensavo di vedere".
Il coinvolgimento sistematico della criminalità organizzata nelle frodi ai danni dei bilanci nazionali ed europei. Negli ultimi quattro anni, da quando abbiamo iniziato a operare, abbiamo scoperto quello che chiamo un nuovo continente del crimine.
"L’Iva e le entrate doganali confluiscono teoricamente nei bilanci nazionali ed europei, ma le frodi sono state tollerate, e questo è inaccettabile"
Non esiste uno Stato membro in Europa che possa dirsi “pulito” quando si tratta di frodi finanziarie: quelle sull’Iva e doganali, così come quelle per i fondi Ue in generale, sono state sottostimate e poco indagate per anni. All’inizio della nostra attività, abbiamo notato grandi discrepanze tra gli Stati membri. L’Iva e le entrate doganali confluiscono teoricamente nei bilanci nazionali ed europei, ma le frodi sono state tollerate, e questo è inaccettabile. Ora vediamo che nella maggior parte dei nostri casi sono coinvolti gruppi criminali organizzati, stanno crescendo, diventando più forti e frodano i bilanci dell’Ue e quelli nazionali. In fin dei conti non si tratta solo di denaro, ma anche di sicurezza interna.
"La criminalità dei colletti bianchi e quella finanziaria non sono un fenomeno di nicchia, “mite”, ma sono al centro delle attività illecite e spesso causano violenza"
Nell’Unione europea il mercato illecito della droga vale circa 30 miliardi di euro, mentre le frodi Iva ammontano a oltre 50 miliardi. Mi chiedo, se i delinquenti uccidono per 30 miliardi cosa faranno per 50 miliardi? Vorrei che tutti capissero che la criminalità dei colletti bianchi e quella finanziaria non sono un fenomeno di nicchia, “mite”, ma sono al centro delle attività illecite e spesso causano violenza. Abbiamo visto potenti organizzazioni malavitose investire nelle frodi Iva perché non solo sono molto redditizie, ma permettono anche di riciclare i proventi di altri reati. Le conseguenze sono ormai visibili.
I gruppi che stiamo indagando includono persone di nazionalità diverse, non c’è ancora un quadro completo ma abbiamo iniziato a mapparli. Negli ultimi quattro anni si è visto chiaramente che le organizzazioni criminali cinesi sono un problema crescente in Europa. Non si limitano a commettere frodi, svolgono anche un ruolo importante nel riciclaggio di denaro. In generale, i gruppi criminali sono ben organizzati e flessibili. Se uno Stato membro rafforza il controllo sui porti, spostano immediatamente le operazioni altrove. Sono adattabili, hanno accesso a vaste risorse e hanno persino creato i propri mercati online. Utilizzano i propri sistemi di comunicazione e molti membri provengono da paesi terzi, i gruppi cinesi ne sono un esempio lampante.
Queste organizzazioni sono progettate per truffare, riciclare denaro, rimpatriare fondi in Cina e poi reinvestire in Europa. Stanno causando danni per miliardi di euro e non importa quanti dazi l’Europa imponga alle aziende cinesi, queste reti troveranno sempre il modo di aggirarli.
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Non posso dire se questo fenomeno aumenterà o diminuirà a causa dei dazi, ma il problema era serio anche prima. A nessuno importava dell’Iva e delle frodi doganali, tutti dicono “non abbiamo abbastanza risorse, vogliamo più soldi in bilancio”, ma l’Iva e i dazi sono fonti di entrate. Ridurre il divario dell’Iva significa avere più soldi. E vi dico dov’è questo denaro: nelle mani dei criminali. Il nostro compito è colmare questo divario, ma sono rimasta sorpresa nello scoprire che alcuni Stati non hanno agenti specializzati.
L’Italia ha l’eccellente Guardia di finanza e questo è un esempio che dovrebbe essere replicato in tutta l’Ue
Non si tratta di uno Stato in particolare, è una mentalità che si è sviluppata. L’Italia ha l’eccellente Guardia di finanza e questo è un esempio che dovrebbe essere replicato in tutta l’Ue. Collaboriamo a stretto contatto anche con la polizia di Stato, un altro ottimo esempio. Le forze dell’ordine in genere sanno cosa fare, ma quando parlo con i ministeri delle Finanze sento sempre dire che non ci sono risorse. Ci sono istituzioni – agenzie doganali, organi di controllo, uffici di regolamentazione – che hanno responsabilità ma non le adempiono. Bisogna cambiare strategia. All’Eppo facciamo come diceva Falcone: “Segui il denaro”. Dobbiamo bloccare il potere finanziario dei gruppi criminali, ma se non lo facciamo ovunque non funzionerà.
Non diamo troppa pubblicità alla mafia italiana, le nostre statistiche non si basano su classifiche. I dati dell’Italia riflettono l’elevato livello di controllo e di protezione dei fondi Ue: non nascondono le cose sotto il tappeto. Vorrei che ogni paese avesse lo stesso livello di professionalità, determinazione e impegno dell’Italia, che dispone di procuratori e investigatori eccellenti che svolgono un lavoro straordinario in condizioni difficili.
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Abbiamo iniziato con ventidue Stati membri. Ora siamo a ventiquattro. Fin dall’inizio, continuavo a sentire la stessa cosa: “Siamo un paese pulito”. Dopo qualche anno la realtà ha dimostrato il contrario. Prendiamo, ad esempio, il caso Admiral (una maxi-inchiesta sull’evasione dell’Iva nel commercio di telefonini e altro materiale elettronico, ndr). È l’indagine più grande che abbiamo mai condotto, con un danno stimato di circa 2,9 miliardi di euro. Ci sono indagati di più paesi e crimini commessi in tutti gli Stati membri, compresi quelli che si dichiaravano puliti. In alcuni di questi Stati le autorità non riuscivano a individuare le frodi perché parte dei gruppi criminali non causavano danni lì dove erano insediati, pur svolgendo un ruolo chiave in frodi transfrontaliere.
In alcuni casi, le autorità di uno Stato vengono a conoscenza di quanto accade nel loro territorio solo grazie alle nostre indagini. Abbiamo una “visione dall’alto”, vediamo l’intera catena dell’attività criminale e i suoi attori. Ecco perché siamo in grado di collegare i punti tra le diverse parti di un piano. Abbiamo persino scoperto reati commessi in uno Stato membro mentre indagavamo su un altro. E se il caso non rientra nelle nostre competenze, condividiamo subito le informazioni con le autorità che se ne devono occupare. Attraverso le nostre indagini, abbiamo anche scoperto collegamenti con il finanziamento del terrorismo, il traffico di armi o di droga, la tratta di esseri umani e altri tipi di reati.
"In certi casi i politici pensano di poter interferire nelle nostre indagini, ma non funziona. Ad esempio, in Croazia"
A volte la resistenza è dovuta alla mancanza di volontà politica, altre volte a limitazioni legislative. In certi casi i politici pensano di poter interferire nelle nostre indagini, ma non funziona. Ad esempio, in Croazia il primo ministro ha affermato che non avevamo competenza in un caso, ho risposto che non spetta al primo ministro decidere sulla nostra competenza ma ai tribunali. Ogni volta che qualcuno cerca di ostacolarci, reagiamo e abbiamo gli strumenti legali per rimanere indipendenti. Senza questa autonomia non potremmo svolgere adeguatamente il nostro lavoro.
"I danni che stiamo scoprendo dimostrano che non erano sufficienti le misure preventive e amministrative, mancavano le indagini penali"
Si, perché non si può proteggere il bilancio dell’Ue solo attraverso canali amministrativi. I danni che stiamo scoprendo dimostrano che non erano sufficienti le misure preventive e amministrative, mancavano le indagini penali. Alcuni Stati membri non avevano mai indagato su questo tipo di frode. Come ha detto uno dei miei colleghi, non potevano nemmeno immaginare che qualcuno potesse rubare denaro in questo modo. Ora, grazie all’Eppo, abbiamo condiviso le nostre conoscenze e tecniche con le autorità nazionali, sanno dove e come cercare. Quindi sì, credo che le frodi agricole diminuiranno grazie alla nostra presenza.
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Infrastrutture, sanità, sviluppo digitale, istruzione, pesca e ricerca. Le frodi possono verificarsi ovunque.
Potrebbe essere ancora troppo presto per trarre conclusioni generali, abbiamo iniziato a indagare su questi fondi solo un anno e mezzo o due anni fa, quando il denaro ha iniziato a fluire verso gli Stati membri. Ma sì, i criminali trovano sempre il modo di rubare, a prescindere dalle regole in vigore.
Il procuratore nazionale Melillo in Antimafia: "Attenzione a ridurre i controlli sul Pnrr"
Non possiamo rivelare troppo al momento. Abbiamo ascoltato diversi testimoni, inclusi alcuni funzionari dell’Ue, inviato rogatorie e presentato richieste di cooperazione internazionale, ma al momento non possiamo fornire ulteriori dettagli.
"Ci siamo incontrati per definire i flussi di lavoro e le modalità con le quali condividere le informazioni in modo efficace. Lavoriamo entrambi per il bene dei cittadini europei"
Ho avuto un incontro molto positivo con il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Lavorare con la Dna è una sfida stimolante e positiva. Comprendiamo la posta in gioco e ci impegniamo ad approfondire la nostra cooperazione. All’inizio della nostra attività c’erano dubbi sulle possibili sovrapposizioni tra le nostre istituzioni, ma è per questo che ci siamo incontrati: per definire i flussi di lavoro e le modalità con le quali condividere le informazioni in modo efficace. Lavoriamo entrambi per il bene dei cittadini europei, possiamo portare questa partnership a un livello superiore.
Eppo, l'Italia è partita in ritardo
Ho già incontrato la direttrice Bruna Szego e abbiamo iniziato a preparare il nostro accordo di lavoro. Un procuratore europeo sarà osservatore nel Consiglio generale dell’Amla, un ruolo altrettanto significativo. Noi auspichiamo che l’Amla migliori l’individuazione delle condotte criminali di nostra competenza e fornisca informazioni utili per le nostre indagini.
"Siamo l’istituzione più giovane dell’Ue e credo che finora ci siamo guadagnati la fiducia delle persone. Lo vediamo nel numero di denunce, che aumentano ogni anno"
Primo, far capire a tutti che non si può proteggere il bilancio dell’Unione europea se non si combatte la criminalità organizzata. Secondo, guadagnare la fiducia dei cittadini, che è il vero metro dell’efficienza di una procura. Siamo l’istituzione più giovane dell’Ue e credo che finora ci siamo guadagnati la fiducia delle persone. Lo vediamo nel numero di denunce, che aumentano ogni anno. L’anno scorso ne abbiamo ricevute oltre 4.600 dai cittadini, più che dalle autorità nazionali (1.760) o dalle istituzioni dell’Ue (113).
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