5 agosto 2025, Borgo Mezzanone. Per gli insediamenti nella frazione del comune di Manfredonia (Foggia) erano stati stanziati 54 milioni di euro, che non riusciranno a essere spesi nei tempi. Il comune, insieme ad altre amministrazioni, la Regione e la prefettura, cerca altri finanziamenti. Foto: J. Bilongo/Flai Cgil
5 agosto 2025, Borgo Mezzanone. Per gli insediamenti nella frazione del comune di Manfredonia (Foggia) erano stati stanziati 54 milioni di euro, che non riusciranno a essere spesi nei tempi. Il comune, insieme ad altre amministrazioni, la Regione e la prefettura, cerca altri finanziamenti. Foto: J. Bilongo/Flai Cgil

Pnrr, lo spreco dei fondi sulla pelle dei braccianti. Dimesso il Commissario

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza stanziava 200 milioni per creare alloggi dignitosi per i lavoratori stagionali, ma ne saranno utilizzati poco più di un decimo. Andranno avanti 11 dei 37 progetti iniziali, e solo grazie all'arrivo dell'ennesimo commissario straordinario, che si è dimesso il 13 novembre, dopo aver insultato al telefono una giornalista

Natalie Sclippa

Natalie SclippaRedattrice lavialibera

Aggiornato il giorno 27 novembre 2025

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Migliorare le condizioni di vita e di lavoro di centinaia di persone che lavorano le campagne italiane, dare alloggi dignitosi ed "eliminare così le infiltrazioni di gruppi criminali". Era questo l’obiettivo del piano per il "superamento degli insediamenti abusivi per combattere lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura". A disposizione c’erano 200 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). A tre anni e mezzo dal lancio dell’iniziativa, dopo silenzi, proroghe e rinunce, dei 37 comuni inizialmente coinvolti solo 11 riceveranno i fondi e 5 stanno avviando la fase dell’accordo di anticipo del finanziamento previsto.

Nessun investimento attraverso questo canale andrà ai comuni pugliesi, ai quali era destinato più della metà del budget stanziato. I piani di azione locale, documenti che le amministrazioni interessate avevano invitato tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, sono rimasti senza risposta al ministero del Lavoro per più di un anno e mezzo, fino a che il dicastero guidato da Marina Elvira Calderone ha nominato il prefetto Maurizio Falco come commissario straordinario per sbloccare gli iter. Da lì, una corsa contro il tempo per non far scadere i termini per accedere ai soldi della missione e doverli perciò restituire a Bruxelles.

Nelle ultime settimane, l'ennesimo cambio. Il 9 novembre, Falco è stato raggiunto da una telefonata della giornalista Costanza Tosi. Il commissario, pensando di non essere sentito, ha insultato pesantemente l'inviata di Fuori dal coro. Il 13 novembre si è dimesso. Secondo quanto ha scritto in una nota, "la decisione è stata assunta nell'esclusivo interesse di garantire la massima serenità e continuità nella fase attuativa dei dodici progetti previsti", che, in realtà, sono undici, visto che il comune di Lesina ha fatto un passo indietro lo scorso luglio, rifiutando i fondi. 
Per il segretario generale della Flai Cgil Giovanni Mininni, le dimissioni sono state "atto doveroso dopo le sue parole inaccettabili, ingiuriose e sessiste rivolte alla giornalista Costanza Tosi. Ora però il governo proceda immediatamente alla nomina di un nuovo Commissario. Non si può più perdere tempo". Sulla vicenda, la ministra Calderone non si è mai espressa. 

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I fondi del Pnrr per gli alloggi, "una questione di dignità"

Questa storia ha inizio tra l’ottobre 2021 e il gennaio 2022, quando il ministero del Lavoro e delle politiche sociali, guidato allora da Andrea Orlando, e l’ex presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), Antonio Decaro, hanno inviato a tutte le amministrazioni locali un sondaggio per indagare le condizioni abitative dei migranti occupati nel settore agricolo. La metà degli enti ha risposto e 608 hanno rilevato la presenza di lavoratori stranieri. Nei risultati dell’indagine, 38 Comuni avevano dichiarato la presenza di insediamenti informali, luoghi dove le persone vivono per la stagione della raccolta.

Aree senza servizi essenziali, dove spesso mancano interventi sociosanitari e quelli per favorire l’integrazione. Zone in cui le regole, in molti casi, sono imposte da chi sfrutta la manodopera. Durante la presentazione dei dati, Orlando e Decaro avevano sottolineato che quel rapporto non fosse solo "la semplice mappatura di come i migranti vivono e lavorano nei nostri campi", ma la restituzione, in maniera più ampia "del modo in cui sui nostri territori, oggi, riconosciamo o neghiamo dignità a quelle vite e a quel lavoro".

Alla Puglia sarebbero andati circa 114 milioni di euro, alla Sicilia 35 milioni e alla Calabria più di 15 milioni. Tra le regioni coinvolte anche Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto

Il 29 marzo 2022 Orlando ha firmato il decreto per ripartire 200 milioni di euro su 37 comuni in cui erano presenti insediamenti informali, escludendo già in questa fase il Comune di Alba, in provincia di Cuneo, dato che la tendopoli di Parco Tanaro era stata dismessa tra settembre e ottobre 2021. Alla Puglia sarebbero andati circa 114 milioni di euro, alla Sicilia 35 milioni e alla Calabria più di 15 milioni.

Tra le regioni coinvolte anche Abruzzo, Campania, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Toscana e Veneto. Il 70 per cento degli investimenti sarebbe stato utilizzato per interventi infrastrutturali, il 30 per cento per organizzare e migliorare i servizi alla persona. Un aiuto per quei territori dove erano già presenti progetti per l’emersione dal lavoro nero e un grande incentivo per avere un "investimento sicuro" da parte del governo in materia. Contestualmente, la missione del Pnrr è passata dalla supervisione del ministero dell’Interno a quella del dicastero del Lavoro.

Il vuoto per due anni e la nomina del commissario straordinario

Nell’estate 2022, le dimissioni dell’allora presidente del consiglio Mario Draghi hanno portato a elezioni e all’insediamento del governo Meloni. Quello che è successo dopo l’abbiamo ricostruito attraverso le risposte agli accessi civici inviati al ministero del Lavoro e al commissario Falco. Alla fine del gennaio 2023, i piani di azione locali presentati erano 34: il comune di Turi (Bari) aveva rinunciato al finanziamento, Latina aveva chiesto una riduzione dell’investimento previsto e Castelvetrano non aveva ancora consegnato i documenti, trasmessi poi a marzo dello stesso anno. Dopo la verifica dei requisiti formali – e le eventuali integrazioni – bisognava procedere alla valutazione nel merito.

Stefania Congia, responsabile della Direzione generale per le politiche migratorie del ministero del Lavoro, riferisce a lavialibera che l’organismo aveva chiesto all’Unità di missione, al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e al ministero dell’Interno di organizzare un tavolo di lavoro, viste le caratteristiche tecniche dell’intervento, ma che "a tale richiesta ha fornito un riscontro e un nominativo la sola unità di missione".

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Per tale motivo, "l’analisi di quanto descritto nei Pal (piani di azione locale, ndr) non è stata condotta e non è possibile fornire una sintesi delle singole progettazioni". Congia aggiuge: "In considerazione delle difficoltà attuative segnalate in ragione della natura degli interventi, richiedenti specifiche competenze in materia infrastrutturale e/o di ordine pubblico, sia per la valutazione che per la conseguente elaborazione di progettazione esecutiva e successiva implementazione, non si è pervenuti all’approvazione dei Pal né alla stipula delle convenzioni con i comuni individuati". Insomma, niente nomine, niente discussioni. 

Le richieste di chiarimento e di novità dei sindacati e delle amministrazioni sono rimaste sospese fino a febbraio 2024, quando il consiglio dei ministri ha stabilito che sarebbe stato meglio nominare un commissario straordinario. Quattro mesi dopo, a inizio estate, la scelta è ricaduta sul prefetto Maurizio Falco. 

Alcuni progetti persi, altri rilanciati

Una volta insediato, Falco è stato ascoltato dalla Corte dei conti. Il prefetto, in una relazione del suo mandato inviata a lavialibera, ha riportato tre ordini di problemi. Il primo è il "tempo eccessivo intercorso – più di due anni e tre mesi dall’adozione del decreto ministeriale (...) senza sostanziale inizio o avanzamento dei progetti". Il secondo attiene al "sostanziale disallineamento tra numeri e siti presentati originariamente (...) con le successive precisazioni dei Pal". Il terzo riguarda "la necessità di verificare la proporzione del 70 per cento di finanziamento destinato agli alloggi, e del 30 restante per interventi di (...) servizi di sostegno". Per questi motivi il prefetto ha chiesto una proroga alla Commissione europea per la fine della missione, dalla primavera del 2025 a giugno 2026. Un anno in più, per avviare almeno alcuni progetti. 

La Corte, nelle conclusione del documento, ha sottolineato che "va stigmatizzata la poca capacità dimostrata nella ricerca di soluzione idonee ad affrontare, e risolvere, la problematica inerente gli insediamenti abusivi e la lotta allo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, per i quali non sono sufficienti “Cabine di regia” nelle quali i confronti seppur utili, non sono risolutivi". L’affondo era riferito alla riunione, avvenuta tra ministero del Lavoro, dell’Interno, della Difesa, dell’Agricoltura, degli Affari regionali e il presidente dell’Anci dell’ottobre 2023, che non aveva portato a nulla fino alla nomina del commissario. 

A febbraio 2025, la Corte dei conti ha inoltre sottolineato che la proroga si rendeva necessaria visto "l’insufficiente sviluppo del progetto, così come varato e asfitticamente sviluppato fino a giugno 2024". Aggiungendo che il commissario non aveva potuto usare i suoi poteri fino a quel momento, perché si è ritrovato "alla stregua di quanto riferito, di fronte a situazioni di evanescenza, nonché fragilità organizzative e gestionale tanto marcate da rendere impossibile (o almeno improbabile) l’esercizio" delle sue facoltà. Diciannove i progetti "potenzialmente idonei", per la realizzazione di circa seimila posti letto. 

Mentre si discutevano le cifre, anche Vibo Valentia, San Felice a Cancello, Santa Marinella, Porto Recanati, Poggio Imperiale, San Ferdinando di Puglia, Castelvertano, Ispica, Castel del Piano e Rovigo hanno rinunciato ai fondi

Nel nuovo piano, è stata intanto prevista una "diversa e più sostenibile rimodulazione dei target di performance attualmente vigenti (90 per cento dei progetti) trasformandolo in un target che faccia riferimento al 90 per cento dei posti letto realizzati tra tutti i soggetti autorizzabili con le nuove regole". Mentre si discutevano le cifre, anche Vibo Valentia, San Felice a Cancello, Santa Marinella, Porto Recanati, Poggio Imperiale, San Ferdinando di Puglia, Castelvertano, Ispica, Castel del Piano e Rovigo hanno rinunciato ai fondi.

I motivi sono vari: insussistenza del fenomeno sul territorio, debolezza strutturale degli uffici che dovrebbero occuparsi di appalti complessi come quelli del Pnrr e la ristrettezza dei tempi di realizzazione, i cui costi ricadrebbero sui bilanci dei comuni, data la mancanza di anticipi da parte del governo. 

L’avvio difficile e la ricerca di altre forme di finanziamento

A luglio, l’ultima amministrazione a fare un passo indietro è stata quella di Lesina, a causa della contrarietà della comunità alla realizzazione di 30 posti letto. L’ente faceva parte della rosa di 12 comuni dove potevano cominciare i lavori infrastrutturali poiché erano presenti strutture idonee. A disposizione 24 milioni di euro per Castelguglielmo, Eboli, Brindisi, Carapelle, Pescara, Castel Volturno, Corigliano-Rossano, Bisceglie, Carpino, Saluzzo, Siracusa.

Gli ultimi cinque, fa sapere a lavialibera il commissario Falco, sono gli enti che si sono impegnati a rispettare le proroghe e con cui il prefetto vuole stipulare "l’accordo di anticipo del finanziamento previsto", avendo già gli immobili in loro possesso. La velocità della costruzione o della ristrutturazione "potrebbe essere favorita nella sua adozione attraverso il ricorso alla centrale di committenza di Invitalia", l’agenzia nazionale per lo sviluppo. 

Le cinque realtà hanno alle spalle anni in cui c’è stata mobilitazione per favorire l’emersione e il contrasto al lavoro nero, mentre rimangono indietro situazioni complesse che non possono essere risolte negli otto mesi che restano prima della fine del progetto Pnrr

Le cinque realtà hanno alle spalle anni in cui c’è stata mobilitazione per favorire l’emersione e il contrasto al lavoro nero, mentre rimangono indietro situazioni complesse che non possono essere risolte negli otto mesi che restano prima della fine del progetto Pnrr. Domenico La Marca, sindaco di Manfredonia, dove si estende il ghetto di Borgo Mezzanone, ha ribadito che nei mesi rimanenti "sarebbe stato impossibile concludere i lavori", come in altre zone, come a Torretta Antonacci.

Per questo, la Regione Puglia sta coinvolgendo gli enti interessati per trovare altre forme di finanziamento, per "interventi duraturi, che mettano insieme sia gli interventi per costruire alloggi, sia di servizi". E ha proseguito: "Le amministrazioni si sono subito dimostrate molto interessate a un progetto che potesse aiutare a cambiare i nostri territori. Dopo anni di silenzio, non ci resta che percorrere altre strade".

Quarticciolo e Scampia rifiutano il modello Caivano 

Tra le alternative ci sono i fondi di coesione europei o quelli previsti dal "Caivano bis", in cui rientrano San Ferdinando e Taurianova, in Calabria. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva definito l’insediamento di Rosarno, a pochi chilometri da San Ferdinando, "un ghetto, una zona franca, che una nazione degna di questo nome non può tollerare un giorno di più". Venendo ai fatti, però, il piano è stato congelato proprio durante i primi due anni del suo governo e la questione è stata data in gestione a un commissario straordinario. Si vorrebbero reindirizzare su altre missioni i restanti 176 milioni, ma sarà difficile convincere la Commissione europea a dirottarli. A perderci, chi aveva creduto che questi progetti potessero realmente essere un’opportunità per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti.

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