Da sinistra Pietro Reggiani, responsabile comunicazione, Antonello Pasini, Andrea Filpa e Alessandra Bonoli, membri del comitato scientifico de "La scienza al voto" (Foto Ylenia Sina)
Da sinistra Pietro Reggiani, responsabile comunicazione, Antonello Pasini, Andrea Filpa e Alessandra Bonoli, membri del comitato scientifico de "La scienza al voto" (Foto Ylenia Sina)

Gli scienziati ai politici: "L'ambiente sia al primo posto"

In vista delle elezioni politiche, il comitato "La scienza al voto" ha fatto sottoscrivere a dieci partiti un impegno contro la crisi climatica. Tra le soluzioni, un consiglio scientifico: "I politici ora ci ascoltino"

Ylenia Sina

Ylenia SinaGiornalista

24 settembre 2022

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Durane la campagna per le elezioni politiche del 25 settembre i partiti si sono presentati divisi praticamente su tutto. E anche sull’ambiente, con la crisi del gas da un lato e la mortale alluvione nelle Marche a portare il tema in cima alla lista dei più urgenti anche di fronte all’opinione pubblica dall’altro, non c’è accordo. L’unica unione di intenti sembra essere quella emersa attorno al ruolo della scienza. Tutti i principali partiti  hanno sottoscritto un’intesa con il comitato La scienza al voto, composto da 18 tra i maggiori scienziati esperti di cambiamenti climatici, per l’istituzione di un organo in grado di supportare governo e parlamento nell’elaborazione di politiche finalizzate a far fronte alla crisi climatica ed ecologica in corso.

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La firma è il primo risultato concreto dell’appello alla collaborazione lanciato dal comitato nel corso dell’estate, a campagna elettorale appena avviata, con una lettera aperta che aveva raccolto oltre 220 mila firme. Lunedì 19 settembre si è tenuto il primo “dialogo istituzionale” nella sede del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro. Quattro giorni più tardi, a 48 ore dall’apertura dei seggi, è stata presentata la firma dell’accordo. L’obiettivo è quello sintetizzato nel titolo della lettera-appello: “Scegliamo il futuro”. Perché “solo con un impegno concreto e in tempi estremamente rapidi saremo in grado di averne uno – ha spiegato Alessandra Bònoli, ingegnere ambientale e della transizione dell’università di Bologna, nel corso della presentazione – . A prescindere dall’idea di futuro che ciascuno di noi ha, al primo posto dell’agenda del prossimo governo deve esserci l’emergenza climatica ed ecologica. Per questo abbiamo voluto il coinvolgimento di tutte le forze politiche e siamo contenti del dialogo che si è instaurato”.

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Gli impegni presi dai partiti sull'ambiente

“Vorremmo che l’organismo sia rappresentante della migliore comunità scientifica perché fino a ora il rapporto tra scienziati e politici è stato a una sola via: i primi parlano e i secondi recepiscono"Antonello Pasini - Fisico del clima

In concreto tutti i principali partiti si sono impegnati a istituire con una legge un organo, che gli esperti propongono di chiamare consiglio scientifico Clima e ambiente, “in grado di offrire una consulenza organica a governo e parlamento”. Anche se sarà la legge a definire i particolari, nell’intesa si anticipa che “avrà una funzione preparatoria, nella discussione di provvedimenti impattanti clima e ambiente, e una funzione valutativa e di eventuale stimolo al miglioramento dei provvedimenti presi”.

Come ha spiegato Antonello Pasini, fisico del clima del Consiglio nazionale delle ricerche e coordinatore di “La scienza al voto”, “vorremmo che l’organismo sia rappresentante della migliore comunità scientifica perché fino a ora il rapporto tra scienziati e politici è stato a una sola via: i primi parlano e i secondi recepiscono, o dovrebbero farlo, poi però il singolo politico può avvalersi di un consulente che non fa parte di quel mondo come accaduto negli Stati Uniti dove Donald Trump nominò un negazionista alla guida dell’Agenzia per la protezione ambientale. Vogliamo quindi che il Consiglio rappresenti la parte migliore della società scientifica, dell’università, degli enti di ricerca”. Ora si tratta di mantenere la promessa. Già nell’accordo, infatti, si parla dell’istituzione di un “gruppo di contatto” che dovrà facilitare le comunicazioni per arrivare all’approvazione della legge “in tempi rapidi”.

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Chi ha sottoscritto l'intesa con gli scienziati

"Le sottoscritte forze politiche sono consapevoli della gravità della crisi climatica e ambientale (...) e sono consapevoli che risolverla è necessario per realizzare ogni progetto di sviluppo futuro nel nostro paese"Testo sottoscritto da dieci partiti

Dieci i partiti che hanno sottoscritto l’intesa: Fratelli d’Italia; Lega; Forza Italia; Italia Viva; Impegno Civico; +Europa; Pd; Alleanza Verde; M5S e Unione popolare. “Le sottoscritte forze politiche – si legge all’inizio del testo – sono consapevoli della gravità della crisi climatica e ambientale, come emerge dagli studi scientifici e ormai purtroppo anche dagli eventi quotidiani; e sono consapevoli che risolverla è necessario per realizzare ogni progetto di sviluppo futuro nel nostro paese. Accolgono quindi volentieri l’aiuto della comunità scientifica” che “può esser definitivo per stabilire le politiche più efficaci anche in termini costi-benefici e soprattutto per evitare un aggravarsi della crisi che costringerebbe sempre più risorse del paese a una mera gestione delle continue emergenze”. Andrea Filpa, urbanista dell’università di Roma Tre, rileva un dato “che riteniamo importante”: dall’esame dei programmi elettorali “che ovviamente sono diversi, c’è un tratto comune: è scomparso il negazionismo. Sembra scontato ma ci permetterà di portare il dialogo su un piano più elevato”.

Le linee guida che dovranno seguire governo e parlamento per i membri del comitato “La scienza al voto” sono chiari: “Due in particolare: l’adattamento e la mitigazione”, spiega Pasini. “Il primo perché alcuni fenomeni estremi restano inevitabili, non si torna indietro sull’aumento delle temperature. Quindi di fronte agli eventi impattanti sarà necessario adattare il territorio, l’agricoltura, le attività e portare avanti un’opera di formazione di una cultura del rischio”. Il secondo punto è quello della mitigazione “per evitare che si verifichino scenari di fronte ai quali non saremo più in grado di difenderci, perché se si va verso il business as usual (senza ridurre in alcun modo le emissioni, ndr) i cambiamenti saranno così violenti che potremo fare poco”. Quel che è certo, conclude Pasini, è che “gli scienziati possono fare in modo che i soldi per far fronte a questa situazione siano ben spesi”.

Non solo politici. L'impegno è comune

Se in campagna elettorale l’appello alla politica è stata in cima alla lista delle priorità, non va dimenticato che “Scegliamo il futuro” è una sfida che gli scienziati hanno lanciato anche a imprese e cittadini proponendo una serie di comportamenti scientificamente fondati. Anche il nuovo Consiglio potrebbe arrivare a coinvolgere la società civile. “Il comitato nasce per fornire una consulenza alle istituzioni, ma vedremmo molto bene anche la creazione di un filo diretto con l’opinione pubblica perché uno dei temi che dovrà affrontare il governo sarà l’avvio di un grande piano di formazione e informazione”, ha commentato Pasini. “Nessuna trasformazione urbana, comprese le politiche attive per l’adattamento climatico, si può portare avanti senza il consenso dei cittadini”, ha aggiunto Filpa. La palla, però, finirà prima in mano al governo e al parlamento che usciranno dalle elezioni del 25 settembre: “Confidiamo – ha concluso Pasini – che sarà una promessa mantenuta”.

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