(Element5 Digital/Unsplash)
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Elezioni 2022, ambiente, migranti, giustizia e carceri: i programmi

La destra dice sì al nucleare, la sinistra punta sulle rinnovabili. Ma l'argomento che più più allontana i due poli rimane la migrazione. Tutto quello che c'è da sapere sui programmi elettorali, in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoGiornalista

16 settembre 2022

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Poche proposte concrete e molti slogan: è il tratto comune ai programmi elettorali dei principali partiti di destra e sinistra che alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 si presenteranno – invece – divisi sui temi centrali per il nostro giornale: ambiente, migranti, carcere e politiche giudiziarie. Per la transizione ecologica, l'alleanza di destra e il terzo polo puntano sul nucleare, a cui la sinistra dice no. I tre schieramenti sembrano, però, trovarsi d'accordo sull'uso dei rigassificatori, anche se Enrico Letta precisa che si tratta di una "soluzione ponte" e l'alleanza Verdi-Sinistra contrasta la costruzione di nuove strutture, promossa tanto da Matteo Salvini e Giorgia Meloni quanto da Matteo Renzi e Carlo Calenda. Sul punto si smarca, invece, del tutto il Movimento Cinque Stelle che considera il ricorso ai rigassificatori "un ritorno al passato".

L'appello dei cattolici per un voto responsabile

L'argomento che più divide i due spettri del panorama politico è la migrazione. Partito democratico, +Europa, Sinistra italiana ed Europa verde chiedono l'abolizione della legge Bossi-Fini, un caposaldo intoccabile per la Lega, su cui però gli alleati del Carroccio non si esprimono preferendo mantenere generico il proprio impegno sul "contrasto all'immigrazione", favorita – secondo la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni – "dall'attività delle Ong". 

Elezioni 2022, i programmi. Sommario:

Ambiente, attenzione ai falsi amici

Tutti i programmi parlano di crisi climatica, ma non in tutti è ai primi posti del programma né connesso agli altri temi

Complice la crisi energetica conseguente la guerra in Ucraina, la questione ambientale trova spazio in tutti i principali programmi elettorali. Tuttavia, non in tutti è presente nella parte iniziale né tantomeno è considerata un elemento centrale per lo sviluppo del Paese. Due caratteristiche che, come suggerisce il blog di divulgazione scientifica Climalteranti.it, fanno la differenza. L'inserimento della crisi climatica in fondo all'agenda politica significa non considerarla importante e strategica. Mentre mantenerla separata dagli altri elementi del programma, e soprattutto dallo sviluppo socio-economico e industriale, è indice di una mancata comprensione della portata della questione. "Il tema clima – scrive il comitato scientifico di Climalteranti.it – deve essere presente in tutti i settori, dall’agricoltura, alla mobilità, all’industria” e riguarda la fiscalità come le politiche di protezione civile necessarie per l’adattamento ai cambiamenti climatici in corso.

Pasini (La Scienza al voto): "Il gas non sia una scusa per rallentare la transizione ecologica" 

Adottando questi criteri, il titolo di programma che ha meno a cuore la questione va a Forza Italia, che si limita a enunciare una serie di slogan generici come "Sì a una transizione ecologica ed energetica giusta, basata su uno sviluppo sostenibile che tuteli l'ambiente". Seguono Fratelli d'Italia, e Lega. In mezzo, l'asse Calenda-Renzi, per cui la questione è vincolata al tema energia, tanto che entrambi i temi sono affrontati nello stesso capitolo. Al contrario, l'alleanza Verdi-Sinistra fa dell'ambiente e della transizione ecologica l'ossatura del proprio impegno politico. L'impianto è evidente fin dal primo punto intitolato "l'Italia rinnovabile". Un obiettivo che Sinistra italiana ed Europa verde si propongono di raggiungere grazie – tra le altre cose – a una redistribuzione dei sussidi fossili, una plastic tax nazionale (che ancora non c'è), un sistema di incentivi per l'acquisto di auto elettriche e un potenziamento dei mezzi pubblici. Il primo passo è una legge per il clima, da varare entro i primi cento giorni di governo, che prevede anche un comitato scientifico indipendente di controllo delle politiche adottate.

Molto attento alla crisi ambientale anche il programma del Movimento Cinque Stelle che considera l'ambiente uno degli assi principali della sostenibilità insieme a "persone e sviluppo" e, citando Papa Francesco, riferisce della necessità di adottare un'ecologia integrale per "superare la visione angusta di ambiente come sfera distinta e isolata, distante ed esterna all'uomo". Nonostante questo, il programma pentastellato non scende in dettagli e si limita per lo più a definire quattro generiche linee d’intervento, il cui primo punto è una “società a 2000 watt”: “Una riduzione sostanziale di domanda di energia, soprattutto nei settori degli edifici residenziali e commerciali e dei trasporti”.

Transizione a tutto gas, ma il nucleare divide

Sempre sul fronte energia, per quasi tutti i maggiori partiti che si contendono il governo nelle elezioni 2022 non si scappa dal gas. La compagine di destra sogna nuovi rigassificatori che consentano l'importazione di gas naturale liquefatto in sostituzione di quello russo, e la riattivazione degli impianti per l'estrazione di gas sul nostro territorio, oggi chiusi. Molto simili le proposte di Azione e Italia Viva che valutano “possibili partnership di governo con le imprese di produzione del gas per la condivisione dei costi in cambio di forniture a prezzi concordati”. Non dice no all'uso dei rigassificatori neanche Enrico Letta, seppur specificando che deve trattarsi solo di una "soluzione ponte" e che debbano essere smobilitati ben prima del 2050. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni si dichiarano d'accordo a sfruttare le infrastrutture gas già esistenti ma non a costruirne di nuove.

La destra, e l'asse Calenda-Renzi, credono in una transizione a base di nucleare. La sinistra dice no

Dovrebbe essere un ossimoro nella transizione ecologica. Invece Draghi investe sul gas

Punto divisivo è il nucleare. È a favore la destra e, in particolare, Salvini che chiede basta tabù sul nucleare di ultima generazione, definendolo pulito e sicuro. Dicono di sì all’energia dell’atomo anche Renzi e Calenda che credono sia impossibile farne a meno per realizzare la transizione ecologica: “È necessario un mix di generazione, che includa rinnovabili e nucleare impiegando le migliori tecnologie disponibili –scrivono nel programma –. Generare tutta l’energia elettrica necessaria al 2050 con sole tecnologie rinnovabili richiederebbe impianti eolici e fotovoltaici, sistemi di accumulo di breve e lungo termine, reti elettriche e conseguente occupazione di suolo in misura almeno tripla rispetto a un mix ottimale con rinnovabili e nucleare. Inoltre, i costi del sistema elettrico sarebbero fino al 50 per cento più elevati”. Il no della sinistra è unanime.

Migranti, la Bossi-Fini spacca destra e sinistra. Sulla Libia, il Pd tace

Se il nucleare divide, la migrazione spacca. Anche in questa tornata elettorale, come accaduto nella precedente, il tema è funzionale alla propaganda social di Salvini e Meloni, prestandosi alla polarizzazione degli utenti del web, e al linguaggio d'odio. Proprio sulla migrazione, la destra e la sinistra italiane non potrebbero essere più lontane. Una frattura che tocca ogni aspetto della gestione del fenomeno e che può essere spiegata analizzando l’approccio con cui gli opposti schieramenti affrontano la questione: in modo strumentale, Salvini e Meloni si ostinano a considerare la migrazione in un’ottica emergenziale. Viceversa, Letta&Co ne riconoscono il carattere strutturale. Ne discendono politiche agli antipodi.

Molti che camminano: il nostro dossier sulle migrazioni

Salvini difende la Bossi-Fini, Fratoianni e Bonelli ne vogliono l'abrogazione. Meloni chiede il blocco navale, il Pd ricorda che il soccorso in mare è sacrosanto

Diversa è la posizione sulla legge Bossi-Fini, caposaldo della Lega che chiede di tutelarne e riaffermarne i principi "per contrastare fenomeni criminali come caporalato e sfruttamento che creano forme di illegalità e di lesione dei primari diritti umani e della dignità del lavoratore. Si fa ingresso legale in Italia unicamente attraverso le vigenti normative, ovvero in legalità e in sicurezza". In realtà, molte ricerche hanno mostrato come la legge abbia di fatto reso impossibile entrare in Italia in modo regolare, alimentando circuiti criminali: dal traffico di esseri umani al lavoro nero. Compatti, Pd +Europa, Sinistra italiana e Verdi nel domandarne l’abolizione.

Salvini e la campagna social anti-migranti

Diversa l’idea di accoglienza. La Lega vuole rivedere e ridefinire le procedure di assegnazione dei servizi e delle forniture e dei beni di gestione dell’accoglienza, con l’obiettivo di ridurre la diaria, tornata a 35 euro al giorno. Traccia poi una linea netta tra quelli che a suo avviso sono iveri e i falsi profughi, argomento molto dibattuto in campagna elettorale e chelavialibera affronterà nel prossimo numero. “Chi scappa da guerre e persecuzioni trova nel nostro Paese attenzione e accoglienza”, esplicita il programma della Lega, che progetta di estendere la lista dei Paesi sicuri, introdotta nel 2019, per agevolare l’espulsione dei richiedenti asilo che non arrivano da “Paesi in guerra anche attraverso procedure accelerate in frontiera”. Letta propone “un nuovo modello di accoglienza fondato su piccoli centri diffusi sul territorio e integrati con esso”, e il potenziamento di corridoi umanitari.

Diverso anche l’approccio ai salvataggi in mare e alle Ong. Per Salvini, che auspica un ritorno in auge dei suoi decreti sicurezza, in parte dichiarati incostituzionali dalla Consulta, vanno ripristinati i divieti di ingresso, sosta e transito in acque internazionali per le Ong straniere, prevedendo multe e confische per chi lo viola. Meloni lo scavalca a destra annunciando “blocchi navali per difendere i confini”: in questo modo, alle imbarcazioni con a bordo i migranti verrebbe militarmente impedito l’accesso e l’uscita dai porti”. Per l’Onu, però, la tecnica è ammessa per legittima difesa solo tra Paesi in guerra. Il Pd ricorda che "vale il sacrosanto principio per cui chi è in pericolo in mare v sosccorso e salvato sempre". I Centri di permanenza per il rimpatrio vedono agli antipodi l’alleanza Verdi-Sinistra e il leader della Lega: i primi ne domandano l’abolizione, il secondo spinge per allungare (di nuovo) fino a 180 giorni i tempi di residenza al loro interno, e per crearne di nuovi, uno per regione.

La Lega promette di rafforzare il memorandum Italia-Libia. Il Pd, che ha sottoscritto l'accordo, tace. Un vuoto che pesa

Sempre Salvini promette di “confermare e rafforzare” il memorandum con la Libia e con la Guardia di costiera libica che, a suo avviso, si è “confermato come strumento utile per contrastare i flussi illegali diretti verso il nostro Paese”. Mentre Fratoianni e Bonelli definiscono gli accordi con Tripoli “vergognosi”, quindi da stralciare. Sull’argomento, il programma del Pd – invece –, tace. Un silenzio che si fa notare, dato che a sottoscrivere il Memorandum nel 2017 è stato proprio il Pd, con Marco Minniti alla guida del ministero dell’Interno.

Lager libici: l'inferno che l'Europa non vuole vedere 

Poco dettagliate le proposte in materia da parte del Movimento Cinque Stelle, di Azione e Italia viva. Conte chiede una nuova politica di immigrazione europea perché "l'Italia non può essere lasciata sola ad accogliere chi sbarca sulle coste Ue" e individua come unica soluzione efficace "un accordo europeo di redistribuzione generalizzata e immediata per tutti i migranti in arrivo senza distinzione e previa identificazione nel Paese di sbarco", a carattere vincolante. Secondo i Cinque stelle, le quote andrebbero stabilite in base a non meglio specificati criteri "di equa e sostenibile ripartizione" e – novità – riguardare anche i migranti economici che "ogni Paese può e ha interesse ad assorbire nel proprio mercato del lavoro". Più spostati a destra Calenda e Renzi, che si impegnano a combattere l'immigrazione irregolare, un danno "sia per i migranti sia per gli Stati di destinazione: favorisce lo sviluppo di mafie transnazionali e politiche ricattatorie", proponendo accordi di cooperazione con i Paesi di origine. Un altro punto è prevedere di ristabilire la distinzione tra profughi umanitari, che – scrivono – "hanno specifiche tutele internazionali" e migranti economici che – a loro avviso – "potrebbero inserirsi direttamente nel mercato regolare del lavoro e solo con permesso di soggiorno ad hoc". 

La sinistra separata in casa sulla giustizia

Sulla giustizia la sinistra si separa in casa, con +Europa che si avvicina alla destra, riproponendo quasi in blocco i punti del referendum fallito lo scorso giugno. I punti chiave: separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri, distinzione dei ruoli nell'ordinamento giudiziario, effettiva responsabilità dell magistrato per errori commessi nell'esercizio della funzione.

Referendum sulla giustizia: perché si vota

I due (improbabili) alleati tornano, però, ad essere acerrimi nemici sul tema delle carceri. Nell'affrontare l'argomento, l'attenzione di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia si concentra sulle esigenze della polizia penitenziaria, quella di Emma Bonino sui detenuti, pur tuttavia non dedicando al tema lo spazio che ci si aspetterebbe. "Occorre raggiungere standard europei di trattamento delle persone detenute – si legge nel programma di +Europa –, assicurare trattamenti psichiatrici adeguati a chi ne ha bisogno, riconoscere il diritto all’affettività e alla sessualità in carcere, con l’obiettivo minimo di abbattere il numero dei suicidi e il grado di aggressività e quello più ambizioso di restituire alla pena detentiva il ruolo sociale che la Costituzione le riconosce".

La destra e i Radicali ripropongono in blocco i temi del referendum di giugno, fallito

Ad accomunare, invece, i principali partiti politici è l'esigenza di accelerare i tempi della giustizia e informatizzare gli uffici giudiziari. Fratoianni e Bonelli fanno un po' storia a sé. Parlano di istituti penitenziari, accogliendo alcune richieste dell'associazione per i diritti dei detenuti Antigone: la modifica della legge sulle droghe e della Bossi-Fini, la riduzione della custodia cautelare, l'adozione di un nuovo regolamento penitenziario che permetta ai reclusi di avere maggiori contatti con i loro familiari, formazione del personale sui diritti umani e sul reinserimento sociale dei detenuti. Curiosità: a differenza degli altri partiti, i due non affrontano il tema giustizia di per sé. Nel loro programma la parola "giustizia" compare dieci volte ed è sempre associata a un altro termine; nello specifico, "giustizia ambientale", "giustizia sociale", "giustizia riparativa" e "giustizia fiscale". 

Comuni sciolti per mafia: i numeri dal 1991 a oggi

"Lotta a tutte le mafie" è lo slogan fatto proprio tanto sinistra quanto da destra, anche se non molto si aggiunge in merito. Uno dei punti più dettagliati e divisivi riguarda gli appalti. La Lega propone la semplificazione del codice degli appalti e un aumento del tetto del contante. Il Partito democratico promette di vigilare sul Piano nazionale di ripartenza e resilienza (Pnrr) perché i fondi e in particolare gli appalti ad essi collegati siano tenuti "al riparo dalle infiltrazioni mafiose". Mentre l'attuazione delle norme sulla trasparenza amministrativa, per assicurare l'esercizio di un controllo civico, viene menzionata da +Europa. Differenze anche riguardo alla norma che disciplina le infiltrazioni mafiose dei Comuni. La destra, in linea con il referendum, chiede che "la decadenza riguardi solo la persona collusa". Pd, Azione e Italia Viva vogliono una riforma della legge per lo scioglimento dei Comuni infiltrati dalla mafia, per eliminarne le cause. E l'alleanza Verdi-Sinistra trova la soluzione in una "rotazione automatica del personale anche con possibilità di trasferimento presso altri enti e di sostituzione con l'istituto della mobilità".

Ergastolo ostativo: il diritto alla speranza sia per tutti

Giustizia riparativa è un concetto chiave per Letta&Co., mentre Conte punta a una riforma del 4 bis (l'ergastolo ostativo) per "introdurre paletti ferrei per la concessione dei benefici penitenziari a chi non ha collaborato con la giustizia". 

Elezioni politiche 2022, i principali programmi (in ordine alfabetico):

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