Don Alfredo Micalusi, parroco della parrocchia di Sant'Erasmo a Formia (Foto di Marco Panzarella)
Don Alfredo Micalusi, parroco della parrocchia di Sant'Erasmo a Formia (Foto di Marco Panzarella)

Don Alfredo Micalusi, parroco a Formia: "Qui il cattivo sono io"

A Formia don Alfredo Micalusi, parroco di Sant'Erasmo, durante un'omelia si è schierato contro la camorra e le ambiguità istituzionali, attirandosi critiche e malignità

Elena Ciccarello

Elena CiccarelloDirettrice responsabile lavialibera

Aggiornato il giorno 12 maggio 2023

Il 2 giugno 2022 la chiesa di Sant’Erasmo a Formia è gremita per la festa patronale, tutti vestono l’abito buono. I vertici delle istituzioni locali siedono in prima fila, di fronte all’altare sontuosamente decorato. È la festa più importante della città e don Alfredo Micalusi lo sa bene: "La nostra città, che amiamo tanto – tuona al microfono – sta vivendo un degrado che non ha mai vissuto". Dopo i primi attimi di silenzio, lo interrompono gli applausi. "La retorica che la mafia non è presente non ci incanta più. Sappiamo che c’è un cancro da estirpare". A don Alfredo non occorre fare nomi, tutti sanno e capiscono: "Non è più tempo di farci gli affari nostri – insiste – questo è il tempo della responsabilità e della partecipazione, le ambiguità vanno risolte altrimenti la storia le giudicherà duramente".

A distanza di qualche mese, il parroco ci accoglie con fare amichevole. "Sant'Erasmo è il 2 giugno, festa della Repubblica. Di solito iniziamo la novena nove giorni prima, il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci ", racconta mentre ci offre il caffè. "Cerco sempre di farne un'occasione che non si fermi alla devozione. Ebbene, all’alba del 24 maggio ci siamo svegliati con il rumore degli elicotteri. Hanno catturato 15 persone per un grosso giro di droga. Capite? Il giorno prima applaudivamo il ricordo di Giovanni Falcone e l’indomani eravamo spettatori di una retata in stile Sud America. Non potevamo stare zitti di fronte a tutto questo".

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