Delle pasticche di fentanyl confiscate dalla Drug enforcement administration (Dea)
Delle pasticche di fentanyl confiscate dalla Drug enforcement administration (Dea)

Fentanyl, il governo lancia l'allarme, ma l'emergenza non c'è

Il governo ha annunciato un piano contro l'abuso di fentanyl, oppioide di sintesi molto più forte e letale dell'eroina. Se negli Stati Uniti questa sostanza ha provocato un'enorme emergenza, in Italia i casi sono molto molto rari. I dati e le storie raccolti da lavialibera dimostrano che la verità sull'emergenza fentanyl è un'altra

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

26 marzo 2024

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Il fentanyl non è un’emergenza. Lo ammette, en passant, anche il governo, che però il 12 marzo scorso ha imbastito una conferenza stampa durante la quale sono stati proiettati video sensazionalistici sulla “droga degli zombie”, che “trasforma gli assuntori in morti che camminano”, per dirla con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, responsabile delle Politiche antidroga. Era una conferenza organizzata per presentare il “piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio del fentanyl e di altri oppioidi sintetici” e i rappresentanti del governo hanno colto l’occasione per lanciare l’allarme. Mantovano, titolare delle deleghe ai servizi segreti, ha rivelato un presunto interesse delle cosche calabresi: “L’intelligence segnala una certa elasticità e prontezza da parte di sodalizi criminali italiani, in particolare della ‘ndrangheta, anche se stanno testando ancora il mercato per verificare la convenienza del suo inserimento”. “All’orizzonte c’è un pericolo devastante”, ha aggiunto il ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara. La realtà dei fatti, però, è diversa.

Politiche antidroga, attenzione alla nuove sostanze

Fentanyl, la realtà dei dati

Palazzo Chigi, 12 marzo 2024. Alfredo Mantovano e Giuseppe Valditara durante la conferenza stampa sul Piano nazionale di prevenzione contro l'uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici (CC-BY-NC-SA 3.0 IT)
Palazzo Chigi, 12 marzo 2024. Alfredo Mantovano e Giuseppe Valditara durante la conferenza stampa sul Piano nazionale di prevenzione contro l'uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici (CC-BY-NC-SA 3.0 IT)

Dai dati forniti a lavialibera dalla Direzione centrale dei servizi antidroga, la struttura interforze (polizia, carabinieri, guardia di finanza) che si occupa di contrastare il traffico di stupefacenti, dal 2018 alla fine del 2023 in Italia sono stati 123,17 gr e 65 confezioni di farmaci con oppioidi sintetici. Soltanto nel 2022, negli States, la Drug enforcement administration (Dea) ha sequestrato sei tonnellate di polvere e 59,3 milioni di compresse. Numeri enormi, molto diversi da quelli italiani.

Sempre negli Usa, nel 2022 ci sono state oltre 73mila morti provocate dall'abuso di questa sostanza. E in Italia? Le overdose letali riconducibili a questa sostanza (usata insieme ad altre) sono due, una nel 2018 e una nel 2019, quella di un trapper chiamato Saor. (Forse anche per questo Mantovano ha messo in guardia sui “cattivi maestri”, “alcuni rapper o trapper degli Stati Uniti che sono untori e vittime” e scrivono “testi che arrivano agli adolescenti senza filtri”). Oltre alle due overdose, il Sistema nazionale di allerta rapida del Dipartimento per le Politiche antidroga ha registrato cinque casi di intossicazioni non letali associate all’uso di fentanyl e ha ricevuto due segnalazioni sul consumo di fentanyl da parte di persone in trattamento presso i servizi per le dipendenze (Serd). “Il dato certo è che di intossicazioni mortali nel 2022 non ce ne sono state e nel 2023 forse una con altre sostanze”, dichiara a lavialibera Sabina Strano Rossi, presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani che ha partecipato alla conferenza.

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Il fentanyl e i suoi derivati nascono come antidolorifici, molto più potenti della morfina: “Rispetto agli Stati Uniti, in Italia non c’è una tradizione farmaceutica molto legata agli oppioidi – spiega Simona Pichini, direttrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità –. Qui viene utilizzato a livello ospedaliero nelle anestesie generali, per i forti dolori post-operatori, o per la terapia del dolore nelle fasi terminali dei tumori”, cioè per alleviare le sofferenze. Pichini ribadisce che il fentanyl “è dalle 50 alle 100 volte più potente dell’eroina e può essere mortale”. Negli Stati Uniti si è diffuso sia perché sostanze come il fentanyl vengono prescritte dai medici per trattare i dolori e i pazienti hanno sviluppato una dipendenza, sia perché la diffusione di laboratori clandestini hanno permesso la diffusione di questa sostanza con prezzi più economici rispetto all’eroina.

In Italia, spiega Pichini, “c’è un'allerta, ma il fenomeno è molto ridotto”. Conferma la collega Strano Rossi: “Rispetto ad altre sostanze, come uso illecito è limitato”. Maria Chiara David, tossicologa forense, ricorda di aver eseguito delle analisi sui campioni di eroina sequestrati a Roma nel corso di sei mesi: “Non ho trovato niente di riconducibile al fentanyl”.

In Piemonte Alberto Salomone, professore del Dipartimento di chimica e la professoressa Rosalba Altopiedi del Dipartimento di culture, politica e società (entrambi Università di Torino), hanno condotto una ricerca (finanziata dalla Fondazione Crt), unica in Europa, su “Approcci innovativi per comprendere la diffusione di nuove sostanze stupefacenti nella popolazione”, con l’obiettivo di verificare anche la diffusione del fentanyl tra le persone che usano droghe. Duecento persone – tra Torino, Biella, Asti e Alessandria – sono state intervistate, di cui cento come assuntori di sostanze in ambiti ricreativi (come serate di musica elettronica e contesti di piazza/da aperitivo) e cento come persone che frequentano i drop in (strutture di ‘prossimità’ per tossicodipendenti), unità mobili e i Serd. Oltre a questionari con informazioni generali sulle sostanze e sugli stili di consumo, sono stati chiesti campioni di capelli da analizzare.

Sono state trovate tracce di fentanyl, ma “veramente pochissimo, qualcosa che farebbe dire che non c’è un’emergenza – afferma Altopiedi –. La sostanza più consumata è l’alcol, seguita dalla cocaina. Si trovano tracce di nuove sostanze psicotrope, soprattutto usate come droghe ricreative, ma oppioidi di sintesi molto poco. C’è invece un’emergenza crack, di quello si dovrebbe parlare”. Tra i 100 intervistati che frequentano i drop in, soltanto due persone hanno dichiarato di aver assunto fentanyl, come poi è stato riscontrato anche dalle analisi.

Dipendenze, per uscirne non basta una pillola

Pochissimi casi giudiziari sul fentanyl

“Compravo samples da un grammo da diversi venditori nei market place sul dark web, così sceglievo quello da cui comprare la mia ‘fornitura’ per quel periodo. Incautamente ho comprato da un venditore canadese”Marcello - Uomo indagato per l'acquisto di fentanyl

Anche i casi giudiziari sono pochissimi, molto rari. lavialibera ne ha censiti quattro, di cui due legati alla stessa persona, un giardiniere di Bologna: già condannato in via definitiva a quattro anni per l’acquisto di 7 gr di sostanza, e poi coinvolto in un’altra indagine, al termine della quale ha patteggiato. C’è poi il caso particolare di Marcello (nome di fantasia per proteggere la privacy, ndr), un uomo di quasi 60 anni che afferma di essere incappato per sbaglio in questa sostanza. Voleva comprare eroina dal dark web (una parte del web accessibile soltanto con alcuni programmi di navigazione), ma non il fentanyl: “È letale, anche in microdosaggi”. Ma ha ricevuto un pacchetto di eroina tagliata con quell’oppioide sintetico ed è finito sotto inchiesta.

Come è accaduto che, una mattina, Marcello si sia trovato una decina di carabinieri in casa? “Soffro di un grave disturbo, un’acufene tremenda. Sento un baccano infernale che può essere mitigato soltanto dagli oppioidi”, dice spiegando che per il suo problema non esistono farmaci. Per attenuare questo forte fastidio, in vista dei periodi di lavoro più intensi, Marcello acquistava sul dark web eroina free base, o N3, “quella da fumare nella stagnola”. Era metodico nel suo acquisto: “Compravo samples da un grammo da diversi venditori nei market place sul dark web, così sceglievo quello da cui comprare la mia ‘fornitura’ per quel periodo – racconta –. Incautamente ho comprato da un venditore canadese”. In Canada, come negli Stati Uniti, il fentanyl è molto diffuso: “Mi hanno fatto il pacco. Ho acquistato un prodotto e me ne hanno mandato un altro”. Così da oltre oceano è partito un pacchetto con 0,6 grammi di eroina tagliata col fentanyl, ma la spedizione è stata intercettata dalla Royal Canadian Mounted Police: “Hanno fatto un test che rileva la presenza di fentanyl, non la quantità”. Test positivo.

A quel punto gli investigatori hanno segnalato la spedizione alle autorità italiane per fare una “consegna controllata” e arrivare all’acquirente. Così una mattina Marcello è stato svegliato da una decina di carabinieri che stavano setacciando casa sua, in mezzo alle vigne in un paese di provincia. Non lo arrestano, ma viene indagato. Di fronte alle quantità minime e alle sue spiegazioni, riesce a ottenere l’archiviazione: “Non sono un narcotrafficante”, ribadisce in una lunga conversazione telefonica. Dopo quell’esperienza, Marcello ha deciso di rivolgersi alle autorità sanitarie e a uno psichiatra per ottenere una cura compassionevole: “Sono riuscito a ottenere la prescrizione off label (cioè per un uso diverso da quello previsto, ndr) di cerotti al fentanyl, a spese mie”. L’ha usato per un po’, ma si è accorto della sua potenza.

Droga, "il nemico corre veloce"

Fentanyl non solo via posta. Le ricette del medico compiacente

L'indagine Ricetta express ha sollevato sospetti su un medico che ha prescritto 1.810 confezioni di spray al fentanyl

Esiste il rischio che alcuni farmaci a base di fentanyl vengano prescritti con facilità. Potrebbe essere questo il caso, ancora al vaglio processuale, scoperto dal Nucleo antisofisticazione e salute (Nas) dei carabinieri di Latina nel 2021 con l’indagine “Ricetta express”: un medico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale pontino è accusato di aver prescritto a una paziente oncologica 1.810 confesioni di Pecfent spray nasale nonostante non fosse previsto dalla terapia a cui era sottoposta.

Sul foglietto illustrativo si legge che è un “forte medicinale per il sollievo del dolore, noto come antidolorifico oppioide”, usato negli adulti malati di tumore che soffrono di dolori intensi. Il caso della donna è drammatico: secondo quanto è possibile leggere in un atto del procedimento, la signora, sottoposta a cure antitumorali, era diventata dipendente dal fentanyl e aveva delle crisi di astinenza. Il medico avrebbe assecondato le richieste e scritto molte ricette affinché la paziente potesse ottenere lo spray a spese dello Stato, in “numero sproporzionato rispetto alle necessità terapeutiche”, aveva sostenuto la Cassazione respingendo l’istanza contro gli arresti domiciliari del dottore. Il medico è al momento imputato con l’accusa di prescrizione abusiva di sostanze stupefacenti, traffico di droga e truffa ai danni dello Stato: il costo per l’Asl di Latina è stato di oltre 471mila euro. Secondo il suo avvocato, Pasquale Cardillo Cupo, l'uomo – specialista in terapia del dolore – voleva aiutare la paziente per la quale era impossibile vivere senza il farmaco. I giudici valuteranno se il medico è stato corretto o no.

Intanto, va precisato che il fentanyl "può essere prescritto con una ricetta medica non ripetibile per la terapia del dolore – spiega Strano Rossi – a differenza di altri oppioidi per i quali è necessaria la ricetta ministeriale in triplice copia: una per il medico, una per il farmacista e una da inviare al ministero". Entrambi i sistemi, sostiene la tossicologa, permettono di evitare un mercato nero del farmaco. Tuttavia, proprio per evitare casi come quello di Latina, il piano annunciato dal governo prevede anche più sicurezza e controlli in farmacie, anche quelle ospedaliere, ambulatori veterinari e depositi delle case farmaceutiche, per evitare furti, e un'analisi delle prescrizioni e delle somministrazioni per intercettare eventuali abusi.

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Perché un piano contro il fentanyl?

Vienna, 15 marzo 2024. Durante la conferenza Onu sulle droghe, il sottosegretario Mantovano ha illustrato il piano italiano contro il fentanyl ad Antony Blinken, segretario di Stato degli Stati Uniti (CC-BY-NC-SA 3.0 IT)
Vienna, 15 marzo 2024. Durante la conferenza Onu sulle droghe, il sottosegretario Mantovano ha illustrato il piano italiano contro il fentanyl ad Antony Blinken, segretario di Stato degli Stati Uniti (CC-BY-NC-SA 3.0 IT)

Tutto nasce a luglio, negli Usa, quando il segretario di Stato Anthony Blinken ha lanciato un progetto, la US Global coalition to address synthetic drugs threats (la coalizione globale per fronteggiare le minacce delle droghe sintetiche), a cui l’Italia ha aderito. Da anni gli Stati Uniti stanno cercando di fronteggiare l’approvvigionamento di sostanze chimiche (precursori) e prodotto finito dalla Cina verso il Nord America. Questo, però, finora non ha prodotto effetti.

In vista dell’incontro della Commissione Onu sulle droghe a Vienna, dal 14 al 22 marzo, l’Italia ha presentato il piano che poi Mantovano ha illustrato a Blinken. Ad aprile, inoltre, in occasione del G7 a Capri, il ministro degli Esteri Antonio Tajani porrà la questione fentanyl come “politicamente rilevante”.

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