Studentopoly. Il grande gioco del Pnrr e degli alloggi universitari

Gli studentati convenzionati sono pochi e per molti universitari è difficile trovare dei posti letto. Col Pnrr lo Stato mira ad averne 100mila, ma la maggior parte dei fondi andranno ai privati e alcune città continueranno ad avere problemi

Andrea Giambartolomei

Andrea GiambartolomeiRedattore lavialibera

Davide Romanelli

Davide RomanelliGrafico

1 luglio 2024

Provate a immaginare. È come se gli abitanti di una città grande quanto Torino (quasi 846mila abitanti) avessero a disposizione i posti letto necessari solo per 50mila di loro, come gli abitanti di Acireale. La stragrande maggioranza rimarrebbe fuori. Per arrivare a una soglia minima di soddisfacimento dei loro bisogni (fissata al 20 per cento circa), si dovrebbe costruire una città come Salerno (quasi 125mila abitanti). Tuttavia, stando ai dati finora disponibili, lo Stato progetta di costruirne una più piccola, pari agli abitanti di Ancona (circa 100mila). Questo è, a grandi linee, quanto prevede il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per l’aumento degli alloggi universitari, una misura che dovrebbe tutelare il diritto allo studio con un investimento di 960 milioni di euro.

Affitti proibitivi

Nella primavera 2023, davanti a molti atenei, studentesse e studenti hanno protestato contro il caro-affitti. Creare nuovi posti letto dovrebbe servire a calmierare un mercato in preda alla speculazione e ai rincari, soprattutto in quelle città dove le richieste sono maggiori (come a Milano) o dove gli affitti turistici a breve termine (per intenderci, gli “Airbnb”) hanno ridotto l’offerta. Stando ai dati del ministero dell’Università e della ricerca (Mur), nell’anno accademico 2021-22 i fuorisede erano 858.505, mentre erano 50.385 i posti letto in studentati convenzionati con gli enti regionali per il diritto allo studio, i collegi di merito (tipo il Collegio Ghislieri o il Borromeo a Pavia) o quelli dell’Associazione per i collegi e le residenze universitarie (Acru), di ispirazione cristiana.

Il primo milestone (M4C1-28)

Mirava alla creazione di 7.500 posti letto entro la fine del 2022. Dopo un primo avviso pubblico, però, l’obiettivo non è stato raggiunto: erano stati individuati 4.518 alloggi, per una spesa di circa 151,6 milioni di euro. Dopo un secondo avviso sono stati individuati 4.661 posti per una spesa di 136 milioni di euro. Si è arrivati ai 9.179 posti letto, al costo medio di 32.400 euro circa. "Sono stati creati 8.581 posti", ha affermato la ministra Anna Maria Bernini durante un question-time alla Camera. Quelli realizzati da zero sarebbero soltanto 3.429, ribatte invece l’Unione degli universitari in un esposto alla Corte dei conti in cui sottolineano che "su un requisito il Pnrr è chiaro: i posti letto devono essere realizzati ex novo", mentre 4.249 posti letto erano in strutture già esistenti e operanti.

Il secondo milestone (M4C1-30)

Prevede la creazione 60mila posti letto entro la fine del giugno 2026. Nel maggio 2023 il Mur ha lanciato un censimento per "l’acquisizione della disponibilità" di immobili. A settembre viene stilato un elenco degli immobili "ritenuti idonei", per un totale di 66.965 posti letto. Se, per assurdo, quegli immobili fossero gli stessi proposti per il bando pubblicato il 26 febbraio e dovessero essere selezionati, secondo i calcoli de lavialibera, delle città con più studenti fuorisede soltanto alcune raggiungerebbero il numero di posti letto previsti: Milano, Pavia, Bari e Venezia. Rimarrebbero invece molto lontane dal target Parma, Bologna, Pisa, Firenze, Ferrara e Napoli.

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