2 ottobre 2024
"Si continua a chiudere in carcere dei minorenni senza alcun progetto educativo, senza alcun piano di accoglienza, senza alcuna possibilità di reintegrazione sociale". A denunciare la situazione insostenibile all'interno degli Istituti penali per minori (Ipm) è l'associazione Antigone. Il report è pubblicato a un anno dal Decreto Caivano, varato nel settembre dello scorso anno dal governo, per capire, attraverso i dati, quali effetti abbiamo avuto sulle carceri per minorenni. In 12 carceri su 17 del territorio italiano si supera la capienza massima, mentre per cinque istituti bastera una persona in più per superare i posti disponibili.
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Così vengono aggiunte brandine, mentre gli spazi comuni o altre zone degli edifici continuano a essere inagibili. Quando i ragazzi protestano, spesso a essere enfatizzati sono i gesti di quelli che diventano "pericolosi criminali che devastano e distruggono" e sono trasferiti in altri Ipm o al carcere per adulti, una volta compiuti i 18 anni, interrompendo il percorso educativo iniziato. Per l'associazione, "è evidente che si cavalca l'onda delle proteste per giustificare un modello di carcerazione minorile sempre più simile a quello degli adulti: chiuso, sovraffollato, violento".
A metà settembre del 2024, i giovani detenuti nelle carceri minorili erano 569, superando sempre le 500 unità da febbraio.
Per comprendere cosa sta avvendendo all'interno degli Ipm basta guardare a un po' di numeri. A metà settembre del 2024, i giovani detenuti nelle carceri minorili erano 569, superando sempre le 500 unità da febbraio. A ottobre 2022, data di insediamento del governo, erano 392, un numero simile a quelli pre-pandemia, che nel 2019 era 382. L'aumento in due anni è stato del 48 per cento, che però si scontra con una diminuzione delle segnalazioni e delle denunce (nel 2023, - 4,15 per cento).
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Il problema dell'affollamento è arrivato anche nelle carceri minorili. I posti sono 516, ma le persone detenute arrivano a 569. Con tasso di sovraffollamento medio del 110 per cento, si rischia che anche i cinque istituti su 17 che per ora riescono a garantire un posto possano avere problemi all'arrivo di anche solo una nuova persona. I casi più eclatanti sono quelli dell'Ipm di Treviso, con 22 ragazzi per 12 posti, quello del Beccaria di Milano, con 54 ragazzi per una capienza di 37 e quello di Acireale con 22 ragazzi per 17.
Le condizioni degli edifici sono critiche. Mancano anche i frigoriferi, tanto che i ragazzi hanno riempito i lavandini di acqua per tenere in fresco cibi e bevande
Anche le condizioni degli edifici sono critiche: al Ferrante Aporti di Torino sono state aggiunte delle brandine, mentre nelle zone comuni dell'Ipm di Roma manca la luce da settimane. Mancando i frigoriferi, i ragazzi hanno riempito i lavandini di acqua per tenere in fresco cibi e bevande.
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Dalla ricognizione fatta da Antigone, le segnalazioni per risse e percosse sono in calo, mentre aumentano quelle per rapina, lesioni dolose e violenza sessuale. Da sottolineare è anche la condizione di fragilità in cui spesso vivono questi ragazzi, che fanno emergere problemi di dipendenza e uso di sostanze stupefacenti, senza una distinzione netta sia rispetto alla nazionalità che alla condizione economica. All'interno degli Ipm, il 52,2 per cento del totale dei reati è contro il patrimonio. Le violazione della legge sugli stupefacenti è il 10,1 per cento dei reati a carico di chi è entrato negli istituti nel 2024, una percentuale che arriva a 13,2 se si guarda ai soli cittadini italiani.
Su 889 ingressi avvenuti dall'inizio dell'anno, il 49 per cento riguarda minori stranieri. Di questi, il 78 per cento proviene da Paesi africani e molto spesso si tratta di minori stranieri non accompagnati
Su 889 ingressi avvenuti dall'inizio dell'anno, il 49 per cento riguarda minori stranieri. Di questi, il 78 per cento proviene da Paesi africani e molto spesso si tratta di minori stranieri non accompagnati. "Questi minori – sottolinea Antigone – sono portatori di vissuti estremamente faticosi e privi di riferimenti affettivi e particolarmente esposti a problemi di dipendenze da sostanze, psicofarmaci e alcool. Una generazione che manifesta il proprio disagio che deve essere letto come un grido d'aiuto e come tale deve essere trattato".
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Da tenere in considerazione sono altri due fenomeni: il trasferimento nel carcere per adulti e quello in altri Ipm. Per quanto riguarda i primi, si tratta di un cambio radicale tra gli istituti per minorenni e gli ambienti che vengono riservati a chi ha compiuto 18 anni, interrompendo il percorso educativo e rendendo la reintegrazione sociale più problematica. I ragazzi e le ragazze che hanno commesso reati in minore età possono rimanere negli Ipm fino ai 25 anni. Visto il sovraffollamento, i trasferimenti in strutture per adulti sono stati 123 nel 2024, mentre si erano attestati a 88 nel 2023 e a 58 nel 2022.
La scelta di chi trasferire ricade quasi sempre su minori stranieri non accompagnati, considerati più facili da allontanare non avendo famiglie sul territorio
C'è poi il caso di chi viene spostato in altre regioni d'Italia. "Si fa ricorso a questa pratica non solo per allontanare chi è coinvolto in eventi critici, ma anche per fare più spazio in istituti pieni. La scelta di chi trasferire ricade quasi sempre su minori stranieri non accompagnati, considerati più facili da allontanare non avendo famiglie sul territorio". È stato il caso di M., ragazzo nato in Egitto nel 2008, trasferito dal carcere Beccaria di Milano all'Ipm di Airola, in provincia di Benevento. Alla richiesta delle motivazioni alla base di questa scelta, il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità ha riferito che fosse stato “disposto per motivi di sovraffollamento”.
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