Luigi Ciotti
Luigi Ciotti

Luigi Ciotti: "In guardia da chi abusa del potere"

Il tema è grave e valica i confini nazionali. L'equilibrio tra governo e magistratura saprà impedire alle democrazie populiste di trasformarsi in oligarchie autoritarie?

Luigi Ciotti

Luigi CiottiDirettore editoriale lavialibera

2 gennaio 2025

  • Condividi

Correva l’anno 1966. A Torino, insieme a un gruppo di amici, muovevo i primi passi nel mondo dell’impegno sociale e, sebbene non fossi particolarmente appassionato di musica, ricordo questo grande successo che passava su tutte le radio: Nessuno mi può giudicare. Lo cantava una giovane donna bionda dall’aria ribelle, e si può intuire quanto piacesse alle ragazze e ai ragazzi cosiddetti “sbandati” che incontravamo nelle periferie difficili della città.

Oggi un’altra immagine si sovrappone a quei ricordi giovanili. C’è un’altra donna bionda che intona lo stesso ritornello, con ritmo incalzante ma senza l’ausilio della musica. E intorno a lei, al posto dei ragazzini, vedo adulti in giacca e cravatta che le fanno eco proprio su quella frase "nessuno mi può giudicare".

Il revisionismo storico di Giorgia Meloni

Scherzi dell’età… Chiedo scusa ai lettori de lavialibera, perché so bene che su queste cose non sarebbe il caso di scherzare! Qui non parliamo infatti di tormentoni radiofonici, ma della tenuta della nostra democrazia. Al posto di un dissapore fra fidanzati trasformato in canzonetta, c’è in gioco l’equilibrio fra i poteri dello Stato, chiave di volta dell’ordinamento costituzionale.

Abuso del potere

Nessuno che eserciti uno di questi poteri – legislativo, esecutivo, giudiziario – può permettersi di dire agli altri che non vuole essere giudicato. Né in particolare può chiederlo alla magistratura, il cui compito è anche quello di verificare la conformità delle leggi con il dettato costituzionale e col diritto internazionale. Oggi, quando una norma viene messa in discussione nella sua legittimità, si cerca di farlo passare come un abuso da parte di giudici politicizzati, interessati a far valere la propria opinione “contro” la volontà popolare, di cui il governo si ritiene unico detentore.

Invece si tratta precisamente di un atto nell’interesse di noi cittadini e cittadine! Il magistrato non vuole cambiare la legge a suo piacere, ma valutare se quel testo di diritto garantisce i diritti delle persone, o viceversa li mette in pericolo. L’attuale conflitto fra il governo italiano e i magistrati rispetto ad alcune norme sull’immigrazione è un esempio lampante di questo ruolo di garanzia.

Il magistrato non vuole cambiare la legge a suo piacere, ma valutare se quel testo di diritto garantisce i diritti delle persone, o viceversa li mette in pericolo

Da una parte c’è una visione politica che da anni cerca di imporsi, raccogliendo – inutile negarlo – ampi consensi nell’elettorato. Dall’altra, la necessità di tener fede ai principi di libertà e dignità umana a cui si ispirano la Costituzione italiana e l’Unione europea. I partiti che rappresentano la maggioranza in Italia e in molti altri paesi vedono nell’immigrazione una minaccia e nelle persone migranti dei nemici.

Non riescono o non vogliono inquadrare il fenomeno in un’ottica storica, come qualcosa che ha sempre fatto parte delle società umane. Ancor meno sanno guardare oltre le cifre, i dati, i flussi, per riconoscere, dentro al “problema” i problemi o, per meglio dire, i drammi di quella dolente umanità in cammino. Centinaia di migliaia di storie simili eppure uniche e irripetibili, di persone in fuga da guerre, miseria, discriminazioni o disastri ambientali.

Migranti, Luigi Ciotti: "La speranza non è un reato"

Purtroppo molti elettori cadono in questa trappola ideologica, probabilmente spaventati anche dall’impoverimento crescente e dall’erosione dei diritti sociali. C’è tanta fatica a tirare avanti! Viviamo in una società che tende a emarginare i deboli, precarizzare il lavoro, lasciare i giovani senza fiducia nel futuro. Ma tutto questo non può indurci a scaricare la nostra frustrazione sulle persone di origine straniera, né a cedere alle letture semplicistiche, che trasformano la disumanità in legge.

Quelle leggi, non potendo fermare le migrazioni, puntano a dirottarle altrove, spostandole dalla nostra vista, non importa se in modo inefficace e con grande sperpero di denaro pubblico. Come nel caso dei costosissimi "centri di accoglienza" in Albania! Altre leggi tendono a fare leva sugli egoismi e i localismi, come la controversa riforma sull’autonomia differenziata, che a sua volta è finita sotto la lente di controllo della magistratura.

Viviamo in una società che tende a emarginare i deboli, precarizzare il lavoro, lasciare i giovani senza fiducia. Ma non npossiamo scaricare la nostra frustrazione sulle persone di origine straniera

Da tempo certa parte della classe politica italiana, che pure invoca processi e pene severe contro le persone autrici di reato, tende a sottrarsi al giudizio sulle condotte private, invocando un’immunità legata al ruolo. Ma ancora più grave è pretendere un «via libera» incondizionato per le proprie decisioni pubbliche!

Paesi sicuri per il governo Meloni. È davvero così?

Perché i decreti, le leggi, i regolamenti hanno un impatto forte e immediato sulla vita dei cittadini, a partire da quelli più fragili. Stiamo allora in guardia da chi cerca di "ribaltare la frittata": non è la magistratura che abusa del proprio potere, ma un altro potere che, a scopo spesso propagandistico, si sente in diritto di compiere abusi sulla vita della povera gente.

Minaccia d’oltreoceano

Sono partito da una canzonetta, eppure il tema come si vede è grave, complesso e oltrepassa i confini nazionali. Anzi, è probabilmente destinato, nei prossimi anni, a segnare uno spartiacque: l’equilibrio fra i poteri saprà essere l’argine che impedisce alle democrazie populiste di trasformarsi in oligarchie autoritarie o, come dicono alcuni, in “democrature”?

Migranti, l'Asgi: "Con il governo Meloni deriva autoritaria"

Al posto del "casco d’oro" di quella cantante dei tempi andati c’è oggi la chioma platinata di un signore minaccioso, che al di là dell’oceano ripete il suo refrain: Nessuno mi può giudicare!. Mentre altri personaggi con più o meno capelli e senso delle istituzioni tengono in pugno i popoli, dall’Argentina, alla Russia, a tanti altri paesi semi-dittatoriali con cui pure l’Occidente stringe accordi per tenere lontani i migranti. In Italia e nel mondo, tocca anche a noi "far cambiare la musica", dimostrando di sapere da che parte stare, e con quanta convinzione e impegno.

Da lavialibera n° 30, Nessuno mi può giudicare

  • Condividi

La rivista

2024 - numero 30

Nessuno mi può giudicare

Politica all'attacco della magistratura. Il governo italiano, come quello di altri paesi occidentali, mostra insofferenza verso alcuni limiti imposti dallo stato di diritto delegittimando giudici e poteri di controllo

Nessuno mi può giudicare
Vedi tutti i numeri

La newsletter de lavialibera

Ogni sabato la raccolta degli articoli della settimana, per non perdere neanche una notizia. 

Ogni prima domenica del mese un approfondimento speciale, per saperne di più e stupire gli amici al bar

Ogni terza domenica del mese, CapoMondi, la rassegna stampa estera a cura di Libera Internazionale