I migranti protestano contro il decreto Cutro. Foto di Angelo Carconi, Ansa
I migranti protestano contro il decreto Cutro. Foto di Angelo Carconi, Ansa

Migranti, il presidente dell'Asgi: "Con il governo Meloni deriva autoritaria senza precedenti"

Intervista a Lorenzo Trucco, avvocato, da oltre trent'anni impegnato nella difesa dei diritti umani. "Il modello del governo Meloni è l'Ungheria di Orbán: un regime autoritario – dice –. I segnali sono evidenti". Una deriva che "bisogna contrastare con un maggiore impegno civile da parte di tutti"

Rosita Rijtano

Rosita RijtanoRedattrice lavialibera

25 maggio 2023

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"Una deriva autoritaria senza precedenti". Così Lorenzo Trucco, presidente dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), commenta gli ultimi decreti legge firmati dal governo della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in materia di migrazione. Avvocato, da oltre trent'anni impegnato nella difesa dei diritti umani, Trucco è una delle voci più autorevoli quando si parla del tema. Per lui, l'atteggiamento che si ha nei confronti della questione migratoria è "la vera cartina da tornasole di una democrazia”. Ora siamo davanti a un bivio: "O decidiamo di rinnegare i nostri principi costituzionali, o dobbiamo andare nella direzione dell'accoglienza", dice.

"L'atteggiamento verso la questione migratoria è la vera cartina da tornasole di una democrazia. Siamo davanti a un bivio: o decidiamo di rinnegare i nostri principi costituzionali, o dobbiamo andare nella direzione dell'accoglienza"

"Non chiamatelo decreto Cutro"

Trucco ricorda, in particolare, due articoli della costituzione: l'articolo 3, che stabilisce il principio di uguaglianza, e l'articolo 10, "dove troviamo forse la più bella definizione di asilo che sia mai stata data". "Ci si è arrivati nel primo periodo dopoguerra ed è stata votata all'unanimità da tutta l'assemblea costituente – spiega –. Il concetto di base è che lo straniero a cui nel proprio Paese è impedito l’effettivo esercizio  delle libertà democratiche garantite dal nostro ordinamento ha diritto all'asilo. Purtroppo manca una legge specifica che applichi l'articolo. Ma, essendo il principio molto chiaro, nei casi più gravi potrebbe essere applicato direttamente". 

Strage a Cutro, Luigi Ciotti: "Non sono migrazioni, ma deportazioni indotte"

Difendere questi diritti "non è benevolenza, è un obbligo, così come è un obbligo il soccorso in mare. Le convenzioni internazionali in merito sono chiare". In direzione contraria vanno però i due provvedimenti emanati dall’esecutivo Meloni e poi approvati dal Parlamento. Il decreto numero uno del 2 gennaio 2023, conosciuto anche come decreto Ong o decreto Piantedosi (dal cognome dell’attuale ministro dell’Interno Matteo Piantedosi), prevede – tra le altre cose – che le organizzazioni non governative operanti nel Mediterraneo non possano fare soccorsi multipli, né trasferire i migranti da un’imbarcazione più piccola a una più capiente. “L’obiettivo è limitare la loro attività, rendendola sempre più difficile. Le ong vengono considerate dei simboli da perseguitare in un ribaltamento del discorso: il dovere di salvare le persone in mare si rovescia nel diritto di lasciarle morire”.

Il decreto Cutro "è stato un punto di caduta nella tutela dei diritti fondamentali. Chiamarlo Cutro è irrispettoso nei confronti delle vittime e dei loro familiari"

Sulla stessa scia si pone il cosiddetto decreto Cutro, battezzato così perché emanato dopo il naufragio di un barcone pieno di migranti sulle coste calabresi che ha causato la morte di almeno 94 persone. Un nome che per Trucco non andrebbe più usato: “È stato un punto di caduta nella tutela dei diritti fondamentali. Chiamarlo Cutro è irrispettoso nei confronti delle vittime e dei loro familiari”. La norma restringe l’applicazione della protezione speciale, una forma di tutela che oggi viene concessa a chi ha legami familiari, economici o sociali in Italia. “Nella sostanza – prosegue l’avvocato –, il decreto la abolisce, prevedendo di contro la creazione di enormi centri per il rimpatrio, in cui potenzialmente potrebbero essere ristretti tutti i richiedenti asilo. Non solo. Le condanne per i presunti scafisti sono state portate a livelli assurdi in contrasto con qualsiasi principio di proporzionalità della pena”.

Migranti, gli errori della sinistra: Cpr e memorandum Italia-Libia

Nel suo studio, pieno di faldoni processuali, il presidente dell’Asgi ricorda i casi su cui ha lavorato. Non solo quelli più noti, come il processo all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, ancora in corso, su cui preferisce non sbottonarsi. “Riace era un piccolo paese della Locride, quasi abbandonato. Con Lucano si è aperto al mondo. I progetti di accoglienza hanno portato persone, ricchezza, cultura. Adesso è tornato a essere un luogo morto, di una tristezza infinita". Ma anche i piccoli casi, che "sembrano poco significativi e, invece, sono molto importanti".

La rubrica curata dall'associazione Antigone: Presunti scafisti minorenni vittime due volte 

Qualche esempio: le condizioni di chi arriva dal Pakistan, dove "intere famiglie sono costrette a lavorare nelle fabbriche di mattoni, in condizioni di schiavitù", o le decine di cause fatte contro le discriminazioni. L’ultima vittoria è del 18 aprile scorso quando una sentenza del tribunale di Torino ha condannato la regione Valle d’Aosta per discriminazione a causa di un bando per l’assegnazione di mutui agevolati sulla prima casa. Tra i requisiti valutati per accedere alla concessione, era prevista la residenza nella Regione da almeno cinque anni. E poi ci sono le storie di vita, come quella dello sconosciuto ingegnere afghano che dopo la riconquista del territorio da parte dei talebani gli ha scritto un messaggio chiedendo aiuto. Inizia una corrispondenza che dura mesi fino a quando un testo drammatico non fa temere il peggio: “I talebani stanno rastrellando, prega per me. Amen”, diceva. “Per fortuna, si è salvato e siamo riusciti a farlo arrivare in Italia, con la moglie e i due bambini piccoli. Ma è stato possibile solo grazie a una serie di circostanze fortunate, all’Arci, e a Luigi Ciotti che ha messo a disposizione un alloggio”. 

"Sembrava impossibile che il concetto di detenzione amministrativa potesse entrare nel nostro ordinamento. Privare una persona della propria libertà anche se non ha commesso un reato è un’aberrazione" 

Ripercorrendo le norme italiane degli ultimi vent’anni in materia di migrazione, Trucco non nega che ci siano stati molti momenti bui. E anche la sinistra ha commesso degli errori. Due esempi: il testo unico sull’immigrazione voluto da Livia Turco e Giorgio Napolitano ha introdotto il trattenimento delle persone in attesa di espulsione, istituendo i Centri per il rimpatrio dei migranti (Cpr). "Sembrava impossibile che il concetto di detenzione amministrativa potesse entrare nel nostro ordinamento. Invece è successo e i Cpr sono diventati dei luoghi di non diritto, per certi aspetti persino peggiori delle carceri, dove almeno ci sono più servizi e trasparenza. Privare una persona della propria libertà anche se non ha commesso un reato è un’aberrazione che non riesco a digerire. Questi centri andrebbero chiusi, non potenziati come vuole l’ultimo decreto, e i motivi che possono legittimare l’espulsione ridotti a casi estremi”.

Ma, prima di adesso, il punto più basso è stato toccato con il memorandum Italia-Libia, un documento di intesa tra i due Paesi firmato per la prima volta nel 2017, sotto il governo di Paolo Gentiloni, dall’allora ministro dell’Interno Marco Minniti (oggi presidente di Med-Or, la fondazione dell’azienda italiana della difesa Leonardo) e poi rinnovato in automatico ogni tre anni. “Da allora il nostro governo sta finanziando in vari modi la cosiddetta guardia costiera libica, composta anche da criminali, come documentato da inchieste nazionali e internazionali”.

Patto Ue su migrazioni e asilo: cosa non cambia

Norme insufficienti e nessun canale di ingresso legale in Italia

Nel complesso, “in Italia l’atteggiamento normativo sul tema è sempre stato insufficiente – prosegue l’avvocato –. Continuiamo a pensare al fenomeno migratorio in ottica di emergenza, ma è ridicolo credere che possa avere una fine. Le migrazioni fanno parte della storia dell’uomo e non si fermeranno di certo oggi, che le disuguaglianze di vita sono ancora più marcate”. Gli unici canali di ingresso legali nel nostro Paese al momento sono i decreti flussi e i corridoi umanitari. “I corridoi umanitari sono limitati, mentre i decreti flussi, così come sono congegnati, sono ipocriti. Nessuno assume un dipendente senza averlo mai visto. È chiaro che, nella maggior parte dei casi, si tratta di un modo per regolarizzare delle persone già presenti in Italia e impiegate in nero. Si dovrebbe poter venire in Italia per cercare lavoro, ma il tema è sempre stato tabù così come è tabù la riforma della cittadinanza”. Per Trucco la ragione di questa chiusura, anche a sinistra, va cercata nella paura di perdere voti. “Non dobbiamo dimenticare che il nostro Paese ha un passato coloniale, con cui non ha ancora fatto i conti”, ricorda l’avvocato.

"I corridoi umanitari sono limitati, mentre i decreti flussi, così come sono congegnati, sono ipocriti. Nessuno assume un dipendente senza averlo mai visto"

Allargando la prospettiva all’Europa, preoccupa anche la riforma proposta dalla Commissione Ue che il presidente dell’Asgi definisce “disastrosa”: “Il principio di esternalizzazione dei confini che rende sempre più difficile arrivare nel Vecchio continente si declina in molti modi. Dagli accordi con gli Stati di transito, dove i diritti non vengono rispettati, alla creazione di filtri molto grossi, come i Paesi di origine o di passaggio sicuri. “In Italia, per esempio, l’ultimo decreto ha inserito tra i Paesi di origine sicura anche la Nigeria: paradossale se si pensa alle vittime di tratta o alle zone controllate da Boko Haram, l’organizzazione terroristica jihadista, autrice di molti attentati”.  “Con il governo Meloni il modello è l’Ungheria di Viktor Orbán, un regime autoritario – conclude Trucco, preoccupato –. I segnali sono evidenti”. Una deriva che, dice l’avvocato, “bisogna contrastare con un maggiore impegno civile da parte di tutti”.

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