Foto di Luciano Oliveira/Unsplash
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Calcio: accordi con le società di scommesse, il governo si piega ai club

Il Senato ha votato una risoluzione che reintroduce la possibilità per le squadre di firmare accordi di sponsorizzazione con società di scommesse. Esulta il mondo del pallone, alla disperata ricerca di denaro

Marco Panzarella

Marco PanzarellaRedattore lavialibera

11 marzo 2025

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Mentre il governo cancella e mette in discussione diritti acquisiti – si pensi al divieto di protesta previsto dal ddl Sicurezza e alle pressioni per rendere illegale l’aborto – il ministro per lo Sport Andrea Abodi ha invocato un presunto “diritto alla scommessa” (in base al quale tutti sono liberi di puntare il proprio denaro su un risultato sportivo) e lo ha fatto dopo che la commissione Cultura e sport del Senato ha approvato la proposta di Fratelli d’Italia di reintrodurre la possibilità per le squadre di calcio di firmare accordi commerciali con società di scommesse. Un provvedimento che spazza via il veto deciso nel 2018 (decreto Dignità) dal governo guidato da Giuseppe Conte per arginare il crescente fenomeno della ludopatia.

Calcio e scommesse, un affare per Stato e mafie

“Mi sento un uomo libero – ha detto Abodi intervenendo in Senato – e non asservito a logiche di interessi terzi e privati, mi interessa solo il bene comune. Vogliamo contrastare la ludopatia come fenomeno sociale degenerativo che crea disastri nelle famiglie, ma abbiamo un’idea diversa di come perseguire questo obiettivo. Secondo me ripristinare la pubblicità determina un discrimine tra il legale e l’illegale”.

"Secondo me ripristinare la pubblicità determina un discrimine tra il legale e l’illegale", ha detto il ministro Abodi

La decisione sulle sponsorizzazioni anticipa la preannunciata riforma dell'azzardo fisico – le puntate in agenzie, sale ed esercizi commerciali – già predisposta dal ministero dell'Economia e presentata lo scorso ottobre agli enti locali. La riforma, fra le altre cose, ridimensiona il distanziometro, che oggi non consente di aprire sale gioco a meno di 300-500 metri da una serie di luoghi “sensibili” quali scuole, chiese, oratori, centri sociali, impianti sportivi e centri anziani, considerati vulnerabili. 

Dal governo un altro favore all'industria del gioco d'azzardo

Gioco d’azzardo: “Aspettative disattese”

Il punto “J” della risoluzione ha chiesto e ottenuto la modifica dell'articolo 9 del decreto Dignità, specificando come “nonostante la normativa vigente, ci sia stato un aumento, soprattutto online, del gioco di azzardo anche nelle fasce dei minori e un aumento del gioco illegale nel settore delle scommesse. La misura ha ampiamente disatteso le aspettative del legislatore, non risultando affatto efficace al contenimento dei fenomeni di ludopatia a fronte, invece, di una riduzione delle entrate per le società sportive che ha penalizzato il sistema calcio italiano rispetto al contesto europeo”.

Non esiste uno studio che sostenga l’affermazione secondo cui l’aumento del gioco illegale sia stato provocato dal divieto di pubblicità

Come però fa notare Avviso Pubblico, “non vi è uno studio indipendente e qualificato che sostenga l’affermazione secondo cui l’aumento del gioco illegale sia stato provocato dal divieto di pubblicità. Esistono invece numerose analisi della Direzione investigativa antimafia e delle commissioni parlamentari Antimafia succedutesi negli anni, che spiegano il perché il gioco illegale e le infiltrazioni nel gioco legale dilaghino, perché per le mafie sia estremamente conveniente investire nel settore”.

Gioco d’azzardo: ritorno al passato

Il ritorno degli sponsor che invogliano gli appassionati a scommettere su risultati, marcatori, vincitori di campionati e coppe, ecc.., è soltanto una delle novità contenute nel progetto di riforma del sistema calcio al vaglio dell’esecutivo, che punta a risollevare un settore in profonda crisi finanziaria. Se è vero che alcuni punti della riforma sono stati condivisi da più parti politiche –  ad esempio, l’ammodernamento degli impianti sportivi e la costruzione di nuovi stadi; il potenziamento dei settori giovanili; maggiori finanziamenti al calcio femminile; nuove regole per agenti e procuratori; ecc. – è chiaro che l’obiettivo principale sia garantire più introiti alle società in affanno.

Il progetto di riforma del sistema calcio al vaglio del governo punta a risollevare un settore in profonda crisi finanziaria

Nel testo approvato dalla commissione Cultura e sport del Senato è pure previsto che alle società venga destinato almeno l’1 per cento degli introiti derivanti dalle scommesse, da investire in infrastrutture sportive, vivai e calcio femminile, progetti di contrasto alla ludopatia, ma anche in borse di studio da assegnare agli studenti atleti più meritevoli.

Il ritorno delle sponsorizzazioni ha scatenato le proteste dei partiti d’opposizione, a cominciare dal Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte, che sette anni fa era stato uno dei fautori del decreto Dignità, ha accusato: “Andiamo verso un far west, un bombardamento h 24 con dei cittadini, molti fragili e con redditi bassi, che cadono nel vortice dell'azzardopatia, che bruciano 150 miliardi nel giro d'affari del gioco d'azzardo”.

Il governo cancella il lavoro contro le dipendenze da l'azzardo

Il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha replicato che “non mettere le scritte sulle maglie o sui banner a bordocampo è come fermare il vento con le mani. Anche perché prima, durante e dopo le partite siamo travolti da suggerimenti di scommesse, con tanto di quote che cambiano per fare le puntate in diretta”.

Per Fratelli d'Italia “non mettere le scritte sulle maglie o sui banner a bordocampo è come fermare il vento con le mani"

Marcheschi ha poi aggiunto che “si è creato uno squilibrio dannoso a un settore centrale per il nostro Paese, che ha un impatto sul Pil superiore agli 11 miliardi l’anno, a causa di una legge che purtroppo, e sottolineo purtroppo perché tutti vorremmo aver già risolto il dramma della ludopatia, non ha portato a nulla”. Immancabile il passaggio sulle “occasioni perdute”, con il divieto sulle sponsorizzazioni che avrebbe contribuito a impoverire il calcio nostrano, quando è evidente che il sistema è collassato a causa di gestioni finanziarie insostenibili e assenza di progettualità.

Gioco d’azzardo: le contraddizioni di Giorgia Meloni

Nel 2015, quando siedeve nei banchi dell’opposizione, Giorgia Meloni aveva pronunciato queste parole: “Possiamo trattare il gioco d’azzardo come le sigarette? Possiamo vietare la pubblicità del gioco d’azzardo? Possiamo scrivere, come facciamo sui pacchetti di sigarette che il fumo provoca il cancro, che le slot machine e il gioco d’azzardo producono miseria, povertà, droga, suicidio?”.

"Possiamo scrivere che le slot machine e il gioco d’azzardo producono miseria, povertà, droga, suicidio?”, diceva Meloni nel 2015

Dieci anni dopo Fratelli d’Italia ha fatto marcia indietro, cedendo alle pressioni della Lega Serie A e dei presidenti dei club, che da tempo chiedevano di poter sottoscrivere ricchi accordi commerciali con le società di scommesse. Fra questi, vi è il patron della Lazio Claudio Lotito, che siede tra i banchi del Senato al pari di Adriano Galliani, storico amministratore delegato del Milan, ora al Monza.

“Non è più un conflitto di interessi, ma apologia di interessi”, commenta Mauro Berruto, ex cittì della nazionale maschile di pallavolo e oggi deputato del Pd. “Sulla vicenda il governo ha ascoltato le parti in causa, una prima stesura era condivisibile su quasi tutti i punti, a eccezione delle scommesse, mentre la seconda versione ha di fatto delegato il governo a modificare il decreto Dignità”.

Storia di un giocatore d'azzardo patologico

“È pur vero – continua Berruto – che in questi anni alcune società hanno aggirato il divieto posto dal decreto Dignità (l’Inter ha come main sponsor il sito Betsson, che fa parte dell’omonimo gruppo specializzato in scommesse, ndr) ma non pensiamo che tornare indietro possa migliorare la situazione. Purtroppo federazioni, enti e club, da una parte, combattono la ludopatia organizzando eventi e iniziative e, dall’altra, firmano accordi con queste società, per non parlare dei tanti ex calciatori che sponsorizzano i siti di scommesse. Sappiamo che il calcio ha i conti in rosso, ma invece di cercare soluzioni virtuose si tenta di arginare il problema andando a pescare nel torbido”.

Gioco d’azzardo: tasche vuote, cassa piena

Libera e Gruppo Abele figurano tra le associazioni che dal 2012 promuovono la campagna nazionale Mettiamoci in gioco, contro i rischi del gioco d’azzardo. Il fenomeno, nonostante le tante iniziative di sensibilizzazione, è in costante crescita, come dimostrano i dati elaborati dall’Osservatorio nazionale per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo, che dipende dal ministero della Salute. A eccezione degli anni della pandemia (2019-2020), dal 2018 le somme di denaro “investite” dagli italiani sono sempre aumentate, passando da poco meno di 107 miliardi nel 2018 ai 180 miliardi stimati nel 2025. Per comprendere l’entità del fenomeno, nel 2025 si prevede che gli italiani spenderanno 140 miliardi di euro sulla sanità e appena 67 miliardi sull’educazione.

Gioco d'azzardo, il vizio che arricchisce lo Stato a caro prezzo

E mentre le tasche degli scommettitori si svuotano, le casse pubbliche si rimpinguano, con il gioco d’azzardo che ha rappresentato il 36,20 per cento del gettito erariale dello Stato.

Il gioco d’azzardo colpisce tutte le fasce della popolazione. In larga parte gli scommettitori sono adulti (60 per cento), ma il dato preoccupante riguarda il 37 per cento dei giovani di età compresa tra i 14 e i 19 anni, la cosiddetta generazione Z. Completano il quadro gli anziani, che rappresentano il 26 per cento. Il gioco online ha superato quello nelle sale fisiche (bar e tabaccai) e tra le regioni italiane in cui si gioca e scommette di più, al primo posto c’è la Lombardia (13 miliardi di euro), seguita da Campania, Lazio ed Emilia Romagna.

Giovani e azzardo, il caso di Gela spicca in un'Italia che primeggia in Europa

Tra le motivazioni comuni che spingono gli utenti a tentare la sorte, ci sono la speranza di vincere denaro, l'eccitazione della sfida e la possibilità di evadere dalle preoccupazioni quotidiane. Quest'ultimo punto, come specificano dall’Osservatorio, è il più rischioso perché può creare dipendenza.

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